Gli hacker attaccano i computer della Nato di E. St.

Gli hacker attaccano i computer della Nato Gli hacker attaccano i computer della Nato BRUXELLES. La pioggia di bombe dell'Alleanza Atlantica non ha scoraggiato il popolo serbo che, nell era informatica, organizza difese anche con strategie non convenzionali. Un gruppo di hackers particolarmente abili ha infatti deciso di mettere il proprio ingegno a disposizione di Milosevic. Gli hackers si sono probabilmente riuniti in sessione straordinaria per metterà a punto il piano di difesa più adeguato. La discussione deve essersi protratta per almeno una settimana, poi il gruppo ha deciso che la migliore difesa è l'attacco. Obbiettivo degli hackers il sito Web della Nato. La notizia non sarebbe venuta fuori se non fosse stato lo stesso portavoce dell'Alleanza, Jamie Shea, a Bruxelles, a renderla pubblica spiegando anche i dettagli. E che cioè il sito è stato «bombardato da impulsi "ping"». Per «ping» si intendono quei segnali di comunicazione tra computer, con i quali una macchina chiede all'altra se è attiva. Un normale scambio di informazioni dunque che tuttavia, nelle intenzioni del gruppo di informatici serbi, doveva servire ad intasare il computer nemico. Anche il sistema di e-mail è saturato da qualcuno che continua ad inviare oltre duemila messaggi elettronici al giorno ed inoltre i tecnici informatici sono costretti a fare i conti con virus che colpisce le «macro», cioè sequenze di comandi automatizzati. Shea ha comunque assicurato i giornalisti presenti al breafing sul fatto che, malgrado questi problemi tecnici, il sito viene continuamente aggiornato ed è dunque in grado di funzionare perfettamente, [e. st.]

Persone citate: Jamie Shea, Milosevic

Luoghi citati: Bruxelles