E' MALATA, MA FA PAURA LA FLOTTA DI ZAR BORIS

E' MALATA, MA FA PAURA LA FLOTTA DI ZAR BORIS AVAUSI E' MALATA, MA FA PAURA LA FLOTTA DI ZAR BORIS s MOSCA I muove la flotta nissa, per la prima volta dal 1991, quando cessò di chiamarsi Sovietica; e Pietro il Grande, che fu il primo a fondante l'esistenza, si menerebbe le mani nei capelli, che pare fossero folti. Perche fino a ieri non c'era neanche il carburante per farla muovere, ciucila flotta. Adesso lo troveranno, perché le qualità dei russi si vedono nei momenti difficili. E noi ci troviamo, come in un labirinto, di nuovo ad un crocicchio che credevamo di avere superato da tempo. Dobbiamo avere paura? Credo che dovremmo, anche se i numeri sembrano tranquillizzarci nel loro quieto, immenso disastro. Quelle sette navi che dovrebbero attraversare il Bosforo, tra qualche giorno, sono le scolte di un'ex annata che non ha più l'infrastruttura necessaria non soltanto per attaccare, ma nemmeno per difendersi. Ossa di uno scheletro che non ha più tendini e muscoli. Senza satelliti, sistemi di preallanne, coperture elettroniche, Awacs, che guardano in profondità nel territorio del nemico, sono poco più che fuscelli nel mare. Potrebbero forse sparare qualche salva prima di essere inesorabilmente crivellate dai missili della Nato. Paradosso dei paradossi, la Russia usa ormai i satelliti americani per «coprirsi» dagli attacchi di «qualcuno» che non si sa chi sia. Ma è quanto basta per concludere - provvisoriamente, si intende - che non sarebbe pivi in condizioni di proteggersi se questo «qualcuno», d'un tratto, ridiventassero gli Stati Uniti d'America. Quattro flotte ha la Russia dell'«amico Boris». Ma chi - come è capitato a me - si avventurasse dalle parti di Petropavlovsk di Kamciatka dove c'è una delle più importanti basi di sommergibili nucleari, quella della flotta del Pacifico, si sentirebbe dire dai marinari civili, che se ne stanno disoccupati sui moli del porto, che dall'altra parte della baia, quella segreta, i sommergibili restano mesi e mesi ancorati e immobili. Dicono che ce ne fossero 80, sparsi tra Murmansk, Petropavlovsk, Kaliningrad. Quando c'era l'equilibrio del tenore erano quasi tutti in pattugliamento permanente, con le loro 1750 testate nucleari, pronte a colpire, inaffenabili, invisibili. Adesso il pattugliamento si è ridotto a tal punto che la «dissuasione» nucleare marittima russa è scesa Scarseggiil carburfarle mMa i mpossancora a persino ante per uovere missili sono partire sotto la soglia critica, cioè non è più operativa. Sono considerazioni, queste, messe nero su bianco già due anni fa da Masliukov, che allora era un semplice deputato comunista della Commissione difesa della Duma, e che adesso e primo vicepremier del governo Primakov. Essi, dunque, sanno, e sanno che le cose sono ulterionnente peggiorate da allora. E le stesse cose le sanno a Washington, dunque non c'è bluff possibile perché la partita si fa a carte scoperte. Non è un poker, nella migliore delle ipotesi è una «teresina». Sarebbe già un miracolo se i sommergibili contemporaneamente in pattuglia raggiungessero il numero di sei per volta. Dei 2i> annali con missili strategici balistici, non più della metà sono operativi. Nelle basi l'attività principale, in assenza di esercizio, è coltivare gli orti per sfamare le tnippe. I giornali ogni tanto raccontano episodi-limite, di improvvise follie che provocano stragi e di ufficiali che fanno la ronda perche non c'è più da fidarsi dei marinai. La flotta del Mar Nero e per metà ferraglia, ed e ferraglia quella che Russia e Ucraina si sono spartiti definitivamente il mese scorso. E la Russia, con grandi proteste del sindaco di Mosca Yurij Luzhkov, prossimo importante candidato presidenziale, ha definitivamente accettato che Sebastopoli, sede della propria fiotta, sia ucraina. Aprendo così un interessante dilemma futuro: quando l'Ucraina si metterà in coda per entrare nella Nato, dove andrà la fiotta russa del Mar Nero? A meno che anche la Russia entri nella Nato, il che risolverebbe questo problema, ma ne creerebbe altri, portando i confini della Nato fino a quelli cinesi. Enigmi del nostro tempo, inquieto e strano Avere paura di questa Russia, dunque? Il fatto è che, per non averne paura, avremmo dovuto aspettare che affondasse del tutto. L'abbiamo aiutata ad affondare, questo è certo, ma resta comunque ancora grande e armata. Mentre l'Occidente accelera, di mese in mese, il jiroprio dominio. Così dall'altra parte crescono rabbia e umiliazione, più velocemente della «degradazione» del potenziale militare. Il dilemma e tutto qui. La prossima volta che transiteremo nel crocicchio potremmo scoprire che i loro missili possono ancora partire Giulietta Chiesa Scarseggia persino il carburante per farle muovere Ma i missili possono ancora partire

Persone citate: Giulietta Chiesa, Luzhkov, Masliukov, Primakov