Il ministro del Papa da Milosevic

Il ministro del Papa da Milosevic Il ministro del Papa da Milosevic L'obiettivo, chiedere la tregua di Pasqua CITTA' DEL VATICANO. Il Papa gioca una carta alta nella guerra dei Balcani, e manda a Belgrado il suo «ministro degli Esteri», mons. Jean-Louis Tauran, latore di un messaggio personale per Slobodan Milosevic: «Personale, esplicito, concreto». E' un fatto straordinario, nel quadro di un impegno senza precedenti della Santa Sede a livello internazionale per fermare la guerra nell'ex Jugoslavia, e che vede! - un fatto nuovo - una sostanziale alleanza della Chiesa cattolica con gli ortodossi, sia russi che serbi. Anche questa circostanza è inedita; e sembra addirittura che la «missione impossibile» del monsignore francese (è originario di Bordeaux), buon suonatore di pianoforte quando dismette i panni del diplomatico, sia stata resa possibile anche dalla «mediazione» del patriarca di Belgrado Pavle. Milosevic infatti non sarebbe stato molto favorevole a incontrare l'arcivescovo Tauran, e di conseguenza la missione sarebbe saltata prima ancora di nascere. Ma il patriarca ortodosso, sensibilizzato dal nunzio Abril y Castelo, sarebbe riuscito a convincere il leader serbo a riceve- re il messaggero straordinario del Pontefice. Una missione non semplice anche da un punto di vista pratico: mons. Tauran viaggerà da Roma a Belgrado in aereo; quindi si è reso necessario chiedere assicurazione alla Nato che il volo sarebbe potuto avvenire in tutta sicurezza. «Con grande cortesia» dicono in Vaticano, la Nato ha assicurato che non vi saranno difficoltà, e che l'aereo sarà «riconosciuto» dai cac- eia dell'alleanza. Il Papa chiederà a Milosevic che si fermi la spirale di vendette, repressioni e violenze in Kosovo, e un segnale di disponibilità a tornare al tavolo della trattativa per fermare i bombardamenti e realizzare la «tregua di Pasqua». Anzi, la tregua delle Pasque: quella occidentale (cattolici e protestanti) cade domenica, quella ortodossa 1' 11 aprile. Il Vaticano, la Chiesa serba-ortodos- sa e la Chiesa russo-ortodossa hanno preparato un appello congiunto per ottenere una tregua. La notizia è emersa nella visita compiuta ieri in Vaticano dai tre ex ministri russi che stanno svolgendo una missione di pace in Europa, guidati da Egor Gaidar, primo ministro russo nel '92. «Il ruolo che le tre chiese possono giocare in questa difficile partita diplomatica - ha detto - e estremamente importante e potrebbe rivelarsi decisivo, in virtù della Imo autorità morale». Certo, quella di mons Tauran sembra a prima vista una missione disperata; e anche se tornasse da Belgrado con un qualche risultato, in Vaticano non si è affatto sicuri che questo sarebbe sufficiente a fermare i bombardieri Nato. Ma «sperando contro la speranza» Giovanni Paolo II e i suoi collaboratori non vogliono lasciare nulia di intentato per bloccare la spirale di sangue nell'ex Jugoslavia; anche se la delusione seguita al tentativo di Primakov non induce a speranze eccessive. Proprio il fallimento della diplomazia tradizionale - e l'assenza dell'Onu, lamentata daU'«Osserva- tore Romano» - spinge molti a pensare che le chiese possano riuscire là dove altri hanno fallito. Ne è convinto anche il Capo dello Stato, che ha ripetuto ieri la necessità di lavorare per la pace, perché le armi «non hanno mai risolto i problemi». Oscar Luigi Scalfaro «auspica e invoca la pace»; condanna coloro che «non vogliono discutere e passano alle armi», per trovarsi dopo il «disastro delle armi» a dover discutere per forza. Niente di più «lontano dalla civiltà», ha detto Scalfaro, volere un «bagno di sangue» prima di mettersi a cercare un punto di intesa. Il Presidente ha avuto parole di elogio per l'Italia: «La nostra diplomazia, il nostro mondo politico, il nostro governo si stanno muovendo intensamente». D'Alema è invece compianto da Andreotti: «Non invidio l'on. D'Alema perché in questo campo sembra non avere opposizione. Mi pare che l'opposizione, salvo fare questioni di politica interna, nel merito dà un grande appoggio e questo indebolisce sul piano internazionale il presidente del Consiglio». Marco Tosarti II leader serbo era in un primo tempo contrario. La missione resa possibile dalla «mediazione» del Patriarca Pavle ■ ¥' - i t Il «ministro degli Esteri» vaticano monsignor Jean-Louis Tauran