Il reporter Antonio Russo «scomparso» nel Kosovo
Il reporter Antonio Russo «scomparso» nel Kosovo Il reporter Antonio Russo «scomparso» nel Kosovo ROMA. E' giallo sulla sorte di Antonio Russo, 39 anni, l'unico giornalista occidentale rimasto a Pristina. Da ieri mattina Radio Radicale, l'emittente per la quale Russo lavora, non è più riuscita a mettersi in contatto con lui e, per prima ha dato l'allarme, chiedendo alle autorità italiane di intervenire per tutelare il giornalista. Ma, secondo il Sismi, la situazione «è, per il momento, sotto controllo», come ha precisato il ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio al termine della sua audizione alle Commissioni Difesa e Esteri di Camera e Senato. «Alle 8,30 di mercoledì - ha detto il ministro - vi è stato l'ultimo contatto di Russo con le nostre autorità di sicurezza, cioè con il Sismi. Gli è stato suggerito di diradare i contatti, nonché di evitare collegamenti telefonici, per ragioni di sicurezza». Nonostante le parole del ministro Scognamiglio, la preoccupazione è cresciuta con il passare delle ore. «Vorremmo capire se è ancora sotto controllo o no - ha detto Massimo Bordin, direttore dell'emittente radiofonica perché la formula usata dal ministro ci è parsa ambigua. 1 ' Le rassicurazioni del Sismi continua - relativamente al fatto di diradare i contatti telefonici, passate ormai tutte queste ore di silenzio assoluto da parte di Russo, non ci tranquillizzano. Anche l'ambasciatore italiano a Belgrado Riccardo Sessa, che abbiamo sentito in serata, ci ha detto di non avere notizie». Bordin ha continuato a ripetere che «non era mai successo». «In tutti questi giorni con Antonio ci siamo sentiti quotidianamente anche 10 volte. Da quasi 12 ore proviamo e riproviamo a chiamarlo - ha aggiunto il direttore di radio radicale - ma il telefono squilla a vuoto. Siamo molto allarmati». Antonio Russo, originario di Chieti, è esperto di diritto internazionale ed è già stato a Sarajevo e nel Kosovo diverse volte. Inoltre, come inviato di radio radicale ha fatto reportage in altre zone «calde» di Ruanda e Colombia. Il giornalista da tempo si è trasferito a Roma, ma ogni estate torna in Abruzzo dai parenti. Tra l'altro, è nipote dell'ex presidente del consiglio regionale abruzzese Marcello Russo. La madre Beatrice, invece, vive a Semproniano, in provincia di Grosseto, ma è abituata ad avere sue notizie ogni giorno, anche nei momenti più difficili. «L'ho sentito l'altra sera. Avrebbe dovuto chiamarmi anche il giorno dopo. Sono preoccupatissima. E' il mio unico figlio - ha fatto sapere -. Gli vorrei dire di stare attentissimo, di non fare imprudenze, e di tornare presto. Ma tanto queste sono parole inutili perché so che tornerà solo quando lo vorrà lui. E' uno spirito libero, purtroppo». L'ultima volta che si sono incontrati risale allo scorso Natale. «Poi è partito per il Kosovo ricorda la madre -, Doveva tornare prima, ma la situazione è precipitata. Oh Madonna, speriamo che cessino i bombardamenti così si potrà vedere dove si trova, che fa, come sta, se può tornare...». Nella tarda serata, dalla Farnesina rispondevano di aver attivato tutti i possibili canali per raggiungere l'inviato di Radio Radicale. Sino ad allora, però, non c'erano novità. E l'ambasciatore a Belgrado, Riccardo Sessa, avrebbe ricevuto nuovamente istruzioni di seguire «con particolare intensità» la situazione del giornalista. (r. i.l
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