Londra: avanti con le truppe di E. St.
Londra: avanti con le truppe Londra: avanti con le truppe Blair chiede un'operazione terrestre LONDRA. E' Tony Blair a guidare la carica contro la Jugoslavia. Il governo britannico è pronto a contemplare il dispiegamento di truppe di terra, volendo a tutti i costi evitare un «compromesso pasticciato» che permetta al presidente jugoslavo Slobodan Milosevic una ritirata tattica e lo renda capace di ricominciare più tardi «la sua brutale repressione». Ponti di Downing Street hanno detto-al giornale popolare «Express» che il governo sarebbe pronto a mandare proprie truppe in Kosovo a «finire il lavoro» contro le forze serbe «se si convincono gli americani a fare la stessa cosa». A giudizio di queste «anonime fonti governative», il coinvolgimento degli americani è considerato essenziale perché in Europa, oltre al Regno Unito, soltanto la Francia avrebbe «un largo numero di soldati addestrati abbastanza bene per schiacciare la resistenza serba nell'insidioso terreno balcanico». 11 premier britannico e i suoi ministri, tra tutti gli altri leader dell'Alleanza Atlantica, sono senz'altro quelli più impegnati nella guerra psicologica contro Belgrado. Lo sottolinea anche il «New York Times», riconoscendo al primo ministro inglese il merito di aver meglio di ogni altro protagonista di questa guerra Nato saputo far leva sul «senso di responsabilità» del suo Paese nei confronti dell'operazione in corso. E come lui, il responsabile della Difesa George Robertson, e il ministro degli Esteri Robin Cook. Il quotidiano americano sottolinea anche come si sia rivelata efficace l'iniziativa britannica di tenere tre briefing al giorno sul conflitto, e tutti e tre sempre all'insegna di una retorica fortemente emotiva, dalla quale la Gran Bretagna emerge come il «cuore» e la «mente» dell'offensiva. «Se gli altri leader europei - scrive ancora il New York Times - continuano a sollevare dubbi sulla correttez¬ za della missione Nato, Blair ribatte con fermezza che l'alleanza dovrebbe essere uno strumento di rappresaglia contro i serbi per la loro campagna nei confronti degli albanesi del Kosovo». Per questo ieri, nel suo intervento settimanale alla Camera dei Comuni, Blair ha ribadito che la risposta a quanto sta succedendo è «intensificare gli attacchi aerei». E Robertson ha annunciato l'impegno di altri otto Tornado, quattro dei quali già pronti a partire. Non è dunque un caso che la ferma posizione del premier britannico abbia prodotto una sensibilizzazione dell'opinione pubblica maggiore che negli altri Paesi dell'Alleanza. Lo confermano i sondaggi. Dall'ultima indagine della Gallup è emerso infatti che non solo il 58 per cento sostiene l'attacco, ma che il 52 per cento è favorevole anche all'invio nella regione di truppe di terra. Un dato, quest'ultimo, che non ha riscontri altrove. [e. st.]
Persone citate: Gallup, George Robertson, Robertson, Robin Cook, Slobodan Milosevic, Tony Blair
Luoghi citati: Belgrado, Europa, Francia, Gran Bretagna, Jugoslavia, Kosovo, Londra, Regno Unito
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