Storie di città
Storie di città Storie di città CONFESSO di nutrire una vera passione per i negozi antichi. Via delle Orfane, quasi all'angolo con piazza Emanuele Filiberto: quante volte, passando davanti alle vetrine stipate di statue del presepio, ho provato il desiderio di entrare a curiosare! Mi frenava il pensiero che non puoi stare in un negozio per un bel po' di tempo e poi uscirne senza aver comprato qualcosa e non mi sorrideva l'idea di tornare a casa con la statua di un Gelindo o un cuore d'argento. Sono stato fortunato poiché la signora Giuliana Casalegno, l'attuale titolare, mi ha invitato ad andarla a trovare. E' stato suo nonno Luigi a iniziare l'attività nel lontano 1920. A Luigi, morto a 98 anni, è succeduto Andrea, uno dei suoi dieci figli. Andrea che ora ha 88 anni, ha lavorato fino all'età di 83; la sua specialità erano le statue di gesso, fabbricate con gli stampi di caucciù, livellate con la spatola e colorate prendendo in mano una statua anche venti volte prima di completarla. Dopo Andrea è arrivata la nuova generazione, rappresentata da sua figlia Giuliana. La continuità della dinastia è garantita dal nipote Davide e da sua moglie Sabina. A patto che le spietate leggi del mercato consentano alla famiglia Casalegno di andare avanti; l'area in cui è collocata la bottega del presepio è oggetto di un risanamento urbanistico, per altro meritorio, che ne sta facendo una zona ricca di locali per il. tempo libero. In quel negozio non ci sono solo i prodotti della famiglia: i cultori del presepio trovano quanto di meglio si fabbrica nel mondo, con una gamma di altezze che vanno dai 3 ai 60 centimetri. Il negozio è articolato in due piccoli ambienti con volta a botte, nei quali è stipata una quantità inverosimile di oggetti. Pensate: i soggetti del presepio, tra semplici e doppi, sono 60, senza contare gli animali. Voi ne nominate uno, per esempio la Linda, che è quella che porta il carnicino per il Bambin Gesù, l'Aurelia riconoscibile dal foulard con il cestino o il castagnaro, che vende dalle castagne arrosto che in Terra Santa non sapevano nemmeno cosa fossero. E la signora Giuliana apre un cassetto dove si trovano, una accanto all'altra, tutte le Linde, le Aurelie e i castagnari possibili, di gesso, di cartapesta (le più economiche), di resina, di terracotta di Caltagirone e infine scolpite nel legno, le più belle e anche le più care. Queste ultime provengono dalla Val Gardena e portano in marchio AN-RI, che sta per Antonio Riffeser, un marchio che rappresenta diversi scultori, ciascuno con la sua personalità e il suo stile, sia pure nel rispetto della tradizione oramai codificata. C'è chi, come la ottantatreenne signora Fini Moroder, lascia sco¬ perte le venature del legno e abbozza le sue figure in uno stile volutamente grezzo e chi, come Walter Bacher, ha una cura maniacale dei dettagli e dei colori, fino ad arrivare a scolpire la filigrana dei calici portati dai Re Magi e a dare il rosso sulle labbra. L'unico scultore che si concede qualche libertà espressiva è il catalano Juan Ferràndiz: nel suo presepio i personaggi hanno tutti facce ed espressioni di bambini. Con un risultato alquanto lezioso e premiato da un costante successo di vendite. La mia predilezione va ai lavori della signora Angela Tripi di Palermo che realizza statue di terracotta e le veste con stoffe vere che poi indurisce con un procedimento di sua invenzione; grazie ai panneggi un drammatico effetto di ombre e di luci ambienta i personaggi nel loro tempo. Come sempre succede, l'obbligo di rispettare i canoni rigidi di una tradizione consolidata stimola gli artisti. I presepi si vendono per un mese all'anno: «Come fate», chiedo alla signora Giuliana, «per i rimanenti undici a tirare avanti?». La risposta è preceduta da un lungo sospiro che dice più di mol¬ te parole. Per fortuna ci sono i collezionisti di animaletti: rane, rospi, maiali, tartarughe, gatti e cani, nelle due versioni, dalmata e cocker. Una collezione del genere facilita il compito anche per chi vuole o deve fare a queste persone un regalo: vai sul rospo e non sbagli. A me è successo che la destinataria del regalo nel frattempo aveva cambiato animale da collezione: in quel caso avvisa, fai un comunicato, cosa ti costa? In questi ultimi anni sono ritornati in grande stile gli angeli: libri, film, commedie e naturalmente riproduzioni a due e a tre dimensioni; non c'è neonato che non riceva la sua carrettata di angeli da appendere sopra la culla, tanto che i suoi genitori devono farli ruotare in funzione di chi viene in visita per non fare delle gaffes. Un'altra bella risorsa sono gli ex voto per il vicino santuario della Consolata, consistenti in cuori d'argento sopra un quadretto di velluto. Adesso va fortissimo Padre Pio, per via che il Santo Padre ha dovuto farlo santo a furor di popolo. Una signora che ha comprato una statua di resina da sedicimila lire raffigurante Padre Pio ha fatto notare alla signora Giuliana che il suo basamento emanava un gradevole profumo. Era vero! Mentre le statue della medesima ditta raffiguranti altri soggetti sono inodori, quelle di Padre Pio profumano. La signora Giuliana non se n'era accorta prima perché non ha l'abitudine di odorare le statue prima di sistemarle nei cassetti. Un miracolo? No, un accorgimento della ditta che produce le statue. A volte basta poco per far contenti i devoti.
Persone citate: Angela Tripi, Antonio Riffeser, Aurelia, Casalegno, Fini Moroder, Gesù, Giuliana Casalegno, Padre Pio, Walter Bacher
Luoghi citati: Caltagirone, Palermo
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