Piano piano, ma arrivano

Piano piano, ma arrivano RONDINI DI PRIMAVERA Piano piano, ma arrivano Diminuiscono soprattutto nelle CI siamo, stanno arrivando. Sono le rondini. Non i rondoni, non i balestrucci, ma le rondini, ordine Passeriformi, famiglia Irundinidi, sottofamiglia Irundininae, specie Hirundo rustica. Gli Irundinidi si distinguono da tutti gli altri passeriformi per l'aspetto della siringe, l'organo della voce, che presenta attorno ai bronchi anelli quasi completi di cartilagine. Grazie a questi anelli la rondine canta, cioè «garrisce», come si impara alle elementari quando si studiano i versi degli animali: l'elefante barrisce, la cicala frinisce, la rondine garrisce... Il garrire non è granché melodioso come canto, ma la natura non regala tante doti a uno solo: al tordo e all'usignolo il bel canto in primavera, alla rondine la bellezza del volo. In Italia a garrire non è sola: i suoi simili che appartengono allo stesso ordine e che con lei spesso vengono confusi sono la rondine rossiccia (Hirundo daurica), che nidifica solo in Sardegna, Liguria e Toscana, la rondine montana (Ptyonoprogne rupestris), che sceglie per crescere la prole l'aria salubre dell'Arco Alpino e i rilievi dell'Appennino e delle isole, il topino [Riparia riparia) che scava il nido sulle rive argillose o sabbiose dei fiumi, e il balestruccio (Deli chon urbica) che con la rondine convive, e da lei si distingue per il groppone bianco anziché nero. Altro sono i rondoni: anche loro sempre in aria saettanti e affusolati, sembrano fratelli delle rondini e invece sono cugini, nemmeno così vicini. Appartengono addirittura ad un altro ordine, gli Apodiformi, ma hanno comete rondini le ali lunghe e appuntite, il becco fatto apposta per cacciare insetti in volo, gli occhi grandi e attenti: è 'Un'caso come tanti di convergenza evolutiva, un fenomeno affascinante con cui la natura avvicina creature geneticamente lontane che, adattate allo stesso ambiente, col tempo finiscono per somigliarsi come se condividessero genitori e fratelli. «San Benedetto la rondine al tetto», proverbio che provoca allarme, di questi tempi. San Benedetto è stato il 21 marzo,primo giorno di primavera. E le rondini? I cieli dell'Italia del Nord sono ancora freddi e muti. Ma non è il caso di angustiarsi troppo: arrivano sempre, non tutte assieme e non tante come una volta, ma arrivano. A maggio e a giugno punteggiano 1 aria di strida, quando più nessuno ci fa caso e sembra dimenticato l'allarme di marzo che lascia come un'eco nella mente, a borbottare che le rondini non tornano più. Certo non tornano nel centro delle città, non come quando al posto delle auto c'erano le carrozze trainate dai cavalli e invece dell'inquinamento da gas di scarico c'era quello da letame. L'ambiente era più rustico e la fauna più svariata, tanti gli insetti e tante le rondini cacciatici. Oggi le città sono state ripulite da anticaglie come i rifiuti organici per strada, gli insetti se ne sono andati assieme ai cavalli e le rondini hanno ceduto il passo ai piccioni, a cui la fauna minuta ronzante non interessa. Dove sono finite per alimentare le idee dei pessimisti che vedono l'estinzione dappertutto? Sono andate a cercare la stalla col soffitto a volta, il vetro rotto della casa non curata, il vecchio borgo fatiscente, il bestiame al pascolo, gli stradelli con le pozze d'acqua. Nostalgiche dell'atmosfera di campagna di una volta, è qui che tornano più volentieri, fiduciose di ritrovare la finestra sempre aperta e, dietro, il vecchio nido da risistemare. L'istinto gregario le porta, se possono, a costruire vicini i loro nidi e a creare incantevoli villaggi di fango sotto lo stesso tetto. La forma del nido è quella di una mezza sfera cava, lo spessore maggiore è dalla parte dove è assicurata alla parete, e i mattoni sono palline di fango che le rondini raccolgono nel becco e che mescolano con rami, steli, crini. Il cemento è la saliva e l'interno è rivestito con un morbido materasso di piume, fili d'erba e quel che ài soffice trovano in giro, per accogliere quattro o cinque uova. Affettuosa è la cura delle prole... «ella aveva nel becco un insetto, la cena dei suoi rondinini» e le ultime imbeccate sono per aria, durante i primi voli dei piccoli. Hanno popolazioni fluttuanti e sono necessari molti anni di attenzione prima di sapere se la loro densità è in aumento, in diminuzione o sempre uguale. Si studiano con inanellamenti e ricatture, conteggio di nidi uova e pulii, confronto di dati incrociati sulla mortalità durante la migrazione, sul successo riproduttivo e sulle condizioni di vita nei luoghi di svernamento. Chi ha la pazienza di raccogliere i dat i non si scoraggia quando vede la stalla modello con le finestre chiuse in faccia alle rondini, e le vacche là dentro senza insetti attorno, a produrre latte già pastorizzato ancor prima di essere munto. Lo studioso continua a raccogliere dati, alla faccia degli insetticidi che uccidono il cibo delle rondini, perché pensa che loro catturano insetti in volo, quindi vivi, e quindi non ancora, o non del tutto, avvelenati. E non molla nemmeno quando vede asfaltare i sentieri e sparire le pozzanghere, così utili, perché l'acqua da qualche altra parte si troverà. Il vero naturalista è così, pazientissimo e ottimista, e a volte è premiato da risultati che salvano la speranza. Così potrebbe essere per le rondini italiane. La diminuzione di cui tanto si parla riguarda l'Europa del Nord, e tante ne sono le cause, tra cui anche il calo demografico umano (è dal Neolitico che le rondini stanno vicine all'uomo, e risentono della sua presenza scarsa o numerosa). In Italia pochi hanno raccolto dati sufficienti per fare delle stime vali¬ de, ma forse la situazione è migliore di quel che sembra e i naturali sti più attenti usano la parola «fluttuazione» che è meglio di «diminuzione». Forse salvare la speranza vuol dire che ancora i nostri figli e i tigli loro capiranno ciucilo che scrive Ma rio Luzi delle rondini, perche le hanno viste, non solo immaginate. Sgorgano L'ima dall'alt ra Esse, traboccano Fuori dal loro primo caldo gruppo, "una Dopo l'alt ra, disfano Le loro rapide pattuglie Sbandando sotto impavida veemenza Ed eccole si lanciano, Nero zampillo ricadente, Su, alte nell'aria... Caterina Gromis di Trana Nel disegno (una vecchia tavola del 1863 ). un adulto di rondine. Hirundo rustica rustica, nutre in volo RONDINI DI PRIMAVERA no piano, ma arrivano uiscono soprattutto nelle nn i ucsedi, pedigli tto vo ai eti sti oè lle no nte la rire me ala o e risi Hifica e na che ole no e ria lle dei eli ine gue ché che ti e elli ono ni. ad mi, ali cco indi e i di fei la neDifficile stabilirne In Italia, nonostante il numero con esattezza, gli allarmismi, pochi hanno i naturalisti preferiscono raccolto dati sufficienti parlare di fluttuazione per fare stime valide cinque uova. Affettuosa è la cura delle prole... «ella aveva nel becco un insetto, la cena dei suoi rondinini» e le ultime imbeccate sono per aria, durante i primi voli dei piccoli. Hanno popolazioni fluttuanti e sono necessari molti anni di quindi vivi, e quindi non ancora, o non del tutto, avvelenati. E non molla nemmeno quando vede asfaltare i sentieri e sparire le pozzanghere, così utili, perché l'acqua da qualche altra parte si troverà. Il vero naturalista è così, pazientissimo e attenzione prima di sapere se la loro densità è in aumento, in diminuzione o sempre uguale. Si studiano con inanellamenti e ricatture, conteggio di nidi uova e pulii, confronto di dati incrociati sulla mortalità durante la migrazione, sul successo riproduttivo e sulle condizioni di vita nei luoghi di svernamento. Chi ha la pazienza di raccogliere i dat i non si scoraggia quando vede la stalla modello con le finestre chiuse in faccia alle rondini, e le vacche là dentro senza insetti attorno, a produrre latte già pastorizzato ancor prima di essere munto. Lo studioso continua a raccogliere dati, alla faccia degli insetticidi che uccidono il cibo delle rondini, perché pensa che loro catturano insetti in volo, IP y < : ottimista, e a volte è premiato da risultati che salvano la speranza. Così potrebbe essere per le rondini italiane. La diminuzione di cui tanto si parla riguarda l'Europa del Nord, e tante ne sono le cause, tra cui anche il calo demografico umano (è dal Neolitico che le rondini stanno vicine all'uomo, e risentono della sua presenza scarsa o numerosa). In Italia pochi hanno raccolto dati sufficienti per fare delle stime vali¬ de, ma forse la situazione è migliore di quel che sembra e i naturali sti più attenti usano la parola «fluttuazione» che è meglio di «diminuzione». Forse salvare la speranza vuol dire che ancora i nostri figli e i tigli loro capiranno ciucilo che scrive Ma rio Luzi delle rondini, perche le hanno viste, non solo immaginate. Sgorgano L'ima dall'alt ra Esse, traboccano Fuori dal loro primo caldo gruppo, "una Dopo l'alt ra, disfano Le loro rapide pattuglie Sbandando sotto impavida veemenza Ed eccole si lanciano, Nero zampillo ricadente, Su, alte nell'aria... Caterina Gromis di Trana Nel disegno (una vecchia tavola del 1863 ). un adulto di rondine. Hirundo rustica rustica, nutre in volo Difficile stabilirne il numero con esattezza, i naturalisti preferiscono parlare di fluttuazione In Italia, nonostante gli allarmismi, pochi hanno raccolto dati sufficienti per fare stime valide

Persone citate: Caterina Gromis, Deli, Luzi