Rubbia: che cosa farò da grande

Rubbia: che cosa farò da grande CELEBRAZIONI A GINEVRA Rubbia: che cosa farò da grande Il premio Nobel per la fisica compie oggi 65anni e va in pensione : al Ceni lo hanno festeggiato con una giornata eli studi ad altissimo livello, ma lui pensa ai suoi nuovi progetti nel campo dell'energia Il 16 marzo il Cern ha festeggiato il sessantacinquesimo compleanno di Carlo Rubbia e il suo «pensionamento)) dal Cern. «Tunescienze» è lieto di ospitare quest'articolo oggi, mercoledì 31 marzo, vero giorno del compleanno del Nobel, con i migliori auguri della redazione. ARIA di festa al Cern, il Centro europeo di ricerche nucleari con sode a Ginevra, per un seminario in onore dol Premio Nobel Carlo Rubbia, giunto al suo sessantacinquesimo compleanno. Il Cern e. solito rendere tributo in questo particolare anniversario a coloro che ne hanno fatto la storia. Ma il caso di Rubbia è veramente unico non solo perché è uno dei tre Nobel che il Cern ha prodotto, ma anche per il fatto che ne è stato direttore por cinque anni, durante i quali ha gettato le fondamenta dol progotto LHC (Largo Hadron Collider), l'acceleratore di protoni più potente dol inondo che permetterà di precisare il «Modello Standard», cioè la teoria, che spiega i segreti delle particelle elementari, i «mattoni» fondamentali della materia. Sfilano nomi illustri: da quelli più conosciuti come, Wal Pitch o George Charpak (rispettivamente premi Nobel por la fisica nel 1980 e 1992) a quelli mono noti al pubblico non specializzato, corno Luciano Maiani, attualo direttore dol Cern, o Gerard 't Hooft, illustre teorico anch'egli padre del modello standard, Klaus Winter, Alan Atsbury, Arthur Kerman. Attraverso i loro racconti si è ricostruita la vita scientifica di un uomo che già a 24 anni Marcello Conversi, relatore della tesi di laurea di Rubbia, con grande intuito aveva definito «il nuovo Enrico Formi della fisica italiana», lì' una fortuna por la scienza che Rubbia non abbia seguito il consiglio dol padre, ingegnere telefonico, di seguire le suo orme, ma si sia dedicato alla fisica dopo aver vinto, alla Scuola Normale di Pisa, una borsa di studio che ora obbligato ad «arrotondare» giocando a poker. Il Ceni vede Rubbia protagonista già subito la laurea. Neppure una prestigiosa cattedra ad Harvard lo allontana da Ginevra più di un paio di giorni alla settimana per ben 10 anni, un ritmo che avrebbe stroncato qualsiasi fibra ma che per lui è un fatto naturale. Quegli anni di lavoro culminano nel 1983 con la sco¬ perta dei bosoni W e Z, Talloni Sacro Grual della fisica delle particelle, che gli vale il premio Nobel, assieme al fisico olandese Simon van der Meer, l'anno dopo (battendo anche in questo caso un record di velocità fra il momento della scoperta o quello dell'assegnazione del premio). Nel 1993, alla fino dol suo mandato conio direttore generalo, Rubbia intuisce che la tecnologia dogli acceleratori è talmente matura da poter essere applicata alla risoluzione di problemi conio il bisogno di energia, la lotta all'effetto serra e la necessità di eliminare i residui radioattivi ereditati dalla tecnologia nucleare e dalla guerra fredda. Inventa una macchina, l'Amplificatore di Energia, che è una vera e propriu rivoluzione in questo campo ma che in pochi anni riesce a trasfor- maro in una realtà praticamente industriale. F non è finita: l'ingrosso in un campo della ricerca por lui nuovo gli fa mettere a punto un sistema por la produzione di radioisotopi ad uso modico e persino un motore a razzo ad ainericio adatto ai viaggi interplanetari. Si può comprendere dunque corno, festeggiando i 65 anni, Rubbia sia 1 unico a non parlare del passato, ma del futuro: non smetterò mai di guardare avanti è il segreto della sua eterna giovinezza, Mentre il Modello Standard sembra mettere la parola tino ad avventurosi anni di scoperta, Rubbia ricorda che nuove od entusiasmanti frontiere della conoscenza si stanno delineando, a partire dal cielo sopra di noi, e incoraggia i giovani ad avventurarsi in questo dominio ancora inesplorato della fisica moderna. Le ultimo teorie cosmologiche ci mostrano che le stello rappresentano solo lo 0,5 per cento della materia di cui è costituito l'Universo, L'uomo - dice Rubbia vivo così una terza grossa delusione: dopo aver capito di non essere al centro dell'universo Cai lo Rubbia. Premio Nobel pei la fisici nel 198-t insieme con Simon v.\n dei Meei per la scoperta delle particelle W e 7. die mediano la trasmissione della forra elettrodebole Ora sta dedicandosi allo sviluppo di un reattore nucleare di nuova concezione, pulito e sicuro grazie alla tecnologia già applicata da molti anni negli acceleratoli di particelle Un alti o progetto di Rubbia i Iguai da un motore a razzo che potrebbe rendere molto più veloci le missioni spaziali utilizzando la fissione dell'ainei icio con la rivoluziono copernicana e di ossero solamente l'ultimo anello di una lunga catena evolutiva con Darwin, ora scopre che la materia di cui o costituito è solo una piccola frazione di ciò di cui l'universo ò fatto. Ma allora da che cosa e cosi n tute il resto ' Gli esperimenti più recenti ci hanno mostrato che ì noutruii. attuali candidati a questo ruolo, non sono sufficienti a colmare il vuoto. I teorici si sono allora sbizzarriti ad inventare nuove teorie e particelle dai nomi stravaganti conio axioni e neutralini, Saranno la conoscenza dell'infinitamente piccolo e la ricerca di laboratorio, dominio dol Corn, a rispondere ad un quesito così affascinante e fondamentale? Stefano Buono Cern, Ginevra

Luoghi citati: Ginevra, Harvard