BEETHOVEN PER POSTA di Sandro Cappelletto

BEETHOVEN PER POSTA BEETHOVEN PER POSTA Uintero epistolario in voluttà? EDITORIA italiana colma una lacuna e avvia la pubblìcazi integrale dell'epistolario beethoveniano. Lettere e «controlette missive in uscita e in entrata, secondo le più recenti tendenze criti che «hanno stabilito per oggetto editoriale l'intero materiale epistol che ci è pervenuto per quanto riguarda Beethoven», come scriv nell'introduzione Luigi Della Croce. L'edizione rispetta quella recentemente curata da Sieghard Brandenburg e «benedetta» dal BeethovenHaus di Bonn, l'apparato critico coniuga le virtù della precisione e della concisione, di ogni protagonista del carteggio si forniscono le informazioni essenziali, ricostruendo il giro delle relazioni musicali, politiche, mondane, affettive: intreccio indispensabile per comprendere i conflitti vissuti da Beethoven in un periodo di trasformazione del ruolo sociale del compositore, che da stipendiato di corte rivendica, grazie al neonato diritto d'autore, la propria autonomia creativa ed economica. La traduzione, più che corretta, potrebbe talvolta diventare più fluida, meno preoccupata di una difficile fedeltà al periodare e alla punteggiatura beethoveniani, spesso inclini alla contorsione paratattica; ma il punto centrale è un altro: il virus che ammala la nostra editoria musicale quando pensa in grande ha colpito anche in questa occasione. Due editori, Accademia di Santa Cecilia e Skira, e un curatore autorevolissimo non sono sfuggiti al rischio del titanismo: Della Croce affronta da solo gli otto volumi, e di conseguenza l'uscita dei successivi sette è tutta in fieri e senza una scadenza precisa; il prezzo di ogni singolo volume e eccessivo per l garantire una diffusione ampia tra i fruitori naturali, studenti e docenti di conservatori e università. Perché non si è pensato ad un gruppo di traduttori, ad un'edizione anche in paperback, come è consuetudine all'estero? Beethoven non è uno spirito razionalista del Settecento, che quando scrive informa, racconta, scende in dettagli, regalandoci la descrizione di una città, un ambiente, una circostanza. La minuziosa ricchezza di ritratti e racconti che ricaviamo dall'epistolario mozartiano (a proposito: a quando una traduzione italiana?) è ben più vivida. Beethoven parla volentieri in prima persona e questo protagonismo romantico spesso si scontra, provocando scintille, con le convenzioni del tempo: «Quello che è Lei, Principe, lo è per caso e per nascita, quello che sono io, lo sono per me stesso; di principi ce n'è e ce ne saranno ancora migliaia; di Beethoven ce n'è uno solo», scrive al principe Karl Lichnowsky, che pure non era ingeneroso nei suoi confronti, lì' il 1806, Beethoven ha trentasei anni, alcuni capolavori già alle spalle, fiducia intatta negli ideali assoluti della morale kantiana e, nonostante la delusione patita quando Napoleone tradì l'ideale repubblicano, non ha smesso di credere alle parole d'ordine della Rivoluzione Francese, come dimostra anche il «Fidelio», l'unica sua opera lirica, rappresentata a Vienna l'anno prima. Subito si ritorna - sono i cortocircuiti che soltanto un'edizione integrale accende alla lettera numero 1, inviata dal tredicenne ed esordiente Ludwig a Maximilian Friedrich, principe elettore e arcivescovo di Colonia: «Posso ora osare, Illuminatissimo Principe, di deporre ai piedi del Tuo trono le prime di queste mie opere giovanili e sperare che Tu possa degnarle di un dolce paterno sguardo e della Tua incoraggiante approvazione?». Musicus eroticus, si ritrova spesso al centro di relazioni seduttive con le allieve e le loro madri, tutte nobili, mentre lui non lo era e avvertiva, di questa condizione, l'orgoglio quanto il limite. Anche per questo aspetto emerge la diversità con il più lieve e divertito spirito amoroso mozartiano. Cresciuto in una famiglia non ricca e anche violenta, Beethoven ha bisogno di più tempo per imparare le buone maniere dei viennesi. Alla ruvidezza del carattere certo non giova il tormento della sordità, che inizia a manifestarsi quando non ha ancora trentanni Un dolore fisico, ma un limite anche artistico che, se non gli impedisce di comporre (aveva «l'orecchio interno», cioè sentiva musica nella testa, mentre la scriveva), lo esclude però dalla carriera concertistica. Implacabi Un'impresa titanica e costosa per un solo traduttore: quando si riuscirà a finirla? ttà? l riv ntevenne e o le cali, nde del dica, a ed ca olo do la? Beethoven visto da lavine ragionieri; dotato di scarso senso del limite (proprio) si avvia in interminabili, e sempre fallimentari, progetti di investimenti, sottoscrizioni, pubblicazioni a proprie spese. Oppure si scaglia contro i timori, le miopie editoriali: «La politica musicale impone agli autori di tenere per sé per un certo tempo i concerti migliori. Raccomandino ai loro signori critici più attenzione e acutezza specialmente nei confronti dei autori più giovani». Aderisce con entusiasmo all'idea di Hoffmeister di pubblicare le opere di Bach («il mio cuore ha sempre battuto per l'arte sovrana di questo progenito¬ le contro gli errori dei copisti e la disinvoltura anche stracciona degli editori, fermo nel rivendicare le novità della propria scrittura: il violino delle Dodici variazioni sull'aria «Se vuol ballare» dalle «Nozze di Figaro» non è «ad libitum», ma «obbligato». Il Settimino op. 20 deve essere pubblicato integralmente e non in due parti, anche se «i commercianti» guadagnerebbero di più. L'opera è dedicata a Maria Teresa d'Austria e la copia per lei deve essere stampata su «carta più raffinata». Nel fornire e pretendere rendiconti di vendite, cessioni, prestiti, il titano diventa pignolo come il più scrupoloso dei re dell'armonia»), con i colleghi, o presunti tali, non si preoccupa di essere brusco: «Non mi venga più tra i piedi! E' un ipocrita e gli ipocriti vadano al diavolo!», scrive al violinista e compositore Ignaz Schuppanzigh. Il primo volume termina lasciandolo febbricitante e occupato in transazioni con il barone von Gleichenstein. Poi, verranno gli amori più intensi, la paternità mai raggiunta, la lunga vicenda giudiziaria per l'affidamento del nipote Karl, le creazioni della maturità e quelle estreme. Quando potremo leggerli? Sandro Cappelletto EPISTOLARIO (primo volume, anni 1783-1807) Ludwig van Beethoven Accademio Nazionale di Santa Cecilia Skira.pp. 461 L. 90 000

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