FRATELLI INDÙ UN PO' DI LUCE

FRATELLI INDÙ UN PO' DI LUCE FRATELLI INDÙ UN PO' DI LUCE Le piccole cose di Anita Desai RA i romanzi più noti di Anita Desai, Chiara luce del giorno 1980), a suo tempo finalista del Booker Prize, è forse quello che meglio compendia i temi e lo stile «cool» dell'ammiratissima scrittrice indiana di lingua inglese, maestra dell'attenzione alle piccole cose e del caricare queste di echi e rifrazioni infinita In questo libro non «succede» quasi niente I mente suggestivi. In questo libro non «succede» quasi niente, I caratteri principali sono quattro fratelli indù, figli di un assicuratore della vecchia Delhi, ormai morto da diversi anni, poco dopo la moglie a lungo malata di diabete. Il maggiore dei due maschi, Raja, ha sposato una ricca ereditiera musulmana e ha seguito la famiglia di lei nel Pakistan; gli altri non lo vedono da anni. Anche Tara, la minore delle femmine, si è sposata e risiede a Washington con il marito diplomatico, ora però è in visita con le figlie alla sorella maggiore Bim, nubile, rimasta nella casa comune con il fratello minore Babà, minorato mentale, e una zia defunta nel frattempo. Durante i giorni della visita le sorelle si studiano, riportando a galla rancori antichi ma anche ricordi dell'infanzia comune; ogni tanto la narrazione spostandosi nel passato rievoca momenti della vita familiare, mettendo a fuoco a turno ciascun componente di questa. Così di Raja, che non vediamo mai «oggi», apprendiamo la singolare passione per la cultura islamica e per la poesia in urdù, della quale è buon imitatore, anche per reazione allo scetticismo del padre che si atteggia a gentleman britannico. Tara appare come una bambina piena di complessi, soggiogata dalla prepotente sorella di cinque anni più anziana, a disagio nei rapporti con le compagne di scuola; fra l'altro è segretamente convinta che il padre voglia uccidere la madre (lo ha spiato mentre le praticava un'iniezione, in realtà di insulina). Babà, nato da genitori ormai vecchi, è tenuto come un eterno bambino del quale si attende la crescita, quasi la sua unica attività essendo suonare dischi di canzoni americane su un grammofono a manovella. La zia Mira, un tempo colonna della casa, beve di nascosto e il suo alcolismo sbocca in una atroce decadenza fisica che Bim si trova a dover gestire. Sullo sfondo anche alcuni fatti degli Anni Quaranta e Cinquanta, tappe turbolente dell'indipendenza dell'India e dei contrasti fra le sue due religioni principali: ma come avviene nella vita quotidiana, li registriamo solo per le loro ripercussioni sui fratelli. Quando arriva la notizia dell'assassinio di Gandhi, per esempio, la sola reazione di Raja ragazzo è sollievo perché il colpevole non è un musulmano, egli segue infatti spasmodicamente le sorti di certi vicini di casa che a un certo punto ripareranno all'estero: è la famiglia di un gran signore nella cui biblioteca Raja è ammesso a studiare testi islamici, e la cui figlia finirà per impalmare. Tutti costoro e altri meno importanti sono presenti in numerose vignette e in episodi mitici del tipo di quelli che ognuno di noi ricorda nella infanzia: le bambine aggredite dalle api, aneddoto che Bim dimentica ma che segna Tara; la mucca di casa orribilmente annegata nel pozzo, dal quale non si riesce a ripescarla nemmeno cadavere. Nessun personaggio ha tuttavia la complessità della sorella maggiore e nessuno è osservato con l'intensità che l'autrice dedica a costei, l'acida Bim che si sacrifica ma lo fa pesare, a se stessa prima che al resto del mondo; l'intelligente Bim che accetta la corte del timido medico Biswas salvo capire che la cosa non può funzionare prima ancora che quello abbia fatto in tempo a entrare in azione (vedi la cronaca di un disastroso tè dalla madre di lui); la feroce Bim, offesa a morte dalla condiscendenza per lettera del fratello diventato opulento e quindi decisa a rompere per sempre i rapporti con lui, rancorosa con la sorella e spietata anche col fratello debole quando ha bisogno di sfogarsi con qualcuno ma poi capace di arrendersi all'indistruttibilità dei legami fino a perdonare tutti. Il ritrat to, umanissimo, è di una finezza incomparabile. Ma «volino d'Amico CHIARA LUCE DEL GIORNO Anita Desai Einaudi pp. 250 L 26.000

Persone citate: Anita Desai, Biswas, Booker, Chiara Luce, Del Giorno, Fratelli Indù, Gandhi

Luoghi citati: India, Pakistan, Washington