Gli italiani? Pizza e mafia
Gli italiani? Pizza e mafia Sondaggio tra 100 mila stranieri: il Belpaese visto come «un grande museo» Gli italiani? Pizza e mafia / nostri vocaboli più conosciuti nel mondo ROMA.La nostra immagine non cambia. Costruiamo satelliti, Formula 1 da primi posti, due milioni di auto all'anno, quasi tutte le montature per occhiali, esportiamo premi Nobel, ma per gli stranieri l'Italia è ancora racchiusa in quelle tre parole: pizza, mafia e spaghetti. Anche arte e cultura, certo. Storia e tradizione, sicuramente. Ma gli stereotipi sono duri a morire. E' questo il risultato di un sondaggio effettuato dal Cnel e dalla Società Dante Alighieri che conta 250 mila frequentatori dall'Asia all'America, dall'Oceania all'Africa. «Vivere italiano, il futuro della lingua» è il titolo dell'indagine presentata ieri, che ha potuto contare sulle risposta di centomila stranieri sparsi in tutto il mondo. «Pizza» è la parola italiana più conosciuta con il 67% delle risposte, seguita da «mafia» con il 41% e da «spaghetti» con il 26%. L'immagine dell'Italia nel mondo, per fortuna, ha altre conferme, non solo sul versante culinario: Roma, Firenze e Venezia sono le città più note; Sophia Loren, Marcello Mastroianni e Papa Giovanni XXIII restano al top della notorietà mondiale. E il Beipaese nel suo complesso viene percepito come un grande museo, depositario di un immenso patrimonio d'arte, cultura e storia (82,5%). A distanza (13,7%) segue la valutazione di «un Paese in cui si vive bene». Nemmeno una risposta ha indicato l'Italia come uno Stato dalle istituzioni salde ed efficienti. Se è vero che «pizza», «mafia» e «spaghetti» sono, nell'ordine, le parole più conosciute, è pure vero che è la nostra lingua quella che - a pari merito con la spagnola - ha dato il maggior numero di vocaboli in prestitoall'angloamericano. L'interesse per l'italiano, e per la nostra cultura, viene dimostrato dal milione di persone che ogni anno si iscrive, fuori Italia, a corsi di italiano. Buo¬ na parte lo fa per finalità pratiche (come commercio e turismo) di alto livello, molti per interessi artistici o cultura generale. Relatori del rapporto («Vivere italiano: il futuro della lingua») son<~ stati Furio Colombo e Tullio De Mauro, mentre il dibattito è stato presieduto dai presidenti del Cnel, De Rita, e della Società Alighieri, Bottai. Colombo ha sottolineato le finalità concrete di chi studia l'italiano all'estero e ha proposto un doppio canale di intervento: uno che si occupi della cultura italiana e uno che affronti in maniera realistica l'insegnamento della lingua. Ha sottolineato che sono pochi gli imprenditori che hanno capito la relazione fra la diffusione della cultura italiana e l'aumento di vendite dei nostri prodotti all'estero. lp. poi.] Il simbolo dell'Italia nel mondo - dice il sondaggio della Alighieri è sempre lei, l'eterna, intramontabile pizza
Persone citate: Bottai, Dante Alighieri, De Rita, Furio Colombo, Giovanni Xxiii, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Tullio De Mauro
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