E' morto monsignor Riva portò il Papa in sinagoga

E' morto monsignor Riva portò il Papa in sinagoga Vaticano: 76 anni, era da tempo malato E' morto monsignor Riva portò il Papa in sinagoga Era stato vescovo ausiliario di Roma Dedicati a lui dieci alberi di Nazaret CITTA' DEL VATICANO. E' scomparso ieri a Roma, al termine di una lunga malattia, monsignor Clemente Riva, già vescovo ausiliare della capitale, ed uno dei presuli piti impegnati nel campo dell'ecumenismo e dell'incontro con le fedi non cristiane. Una vocazione che lo ha portato a collaborare in prima persona a un evento storico, e cioè la prima visita mai compiuta da un Pontefice alla Sinagoga di Roma, il 13 aprile 1986. Un evento che farà si che il suo nome resti legato in maniera indissolubile al dialogo intereligioso nato dal Concilio Vaticano II, e particolarmente sviluppato durante il pontificalo di Giovanni Paolo II. Mons. Clemente Riva era nato a Medolago (Bergamo) il 5 giugno 1922. La vocazione religiosa lo aveva portato a entrare nell'ordine dei Padri rosmimani nel 1951. Laureato in teologia, aveva ricoperto vari incarichi tra i rosminiaiii, e fu eletto vicario generale dell'ordine. In seguito ricoprì l'incarico di assistente ecclesiastico dell'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, e fu anche assistente nazionale dell'Unione cattolica dei giuristi italiani. L'evento che lo portò alla notorietà fu la relazione di carattere teologico-pastorale che presento nel febbraio 1974 al Convegno diocesano sulla capitale, che per l'asprezza delle denunce fatte fu detto «sui mali di Roma». Fu un convegno che creò scandalo, polemiche e rivelò un nuovo volto della chiesa capitolina. L'anno seguente Paolo VI nominò Riva vescovo, dandogli l'incarico di «ausiliare» per la zona Sud di Roma. Fu un anno-svolta per il giovane presule; infatti il cardinale vicario, Ugo Poletti, gli affidò la presidenza della Commissione diocesana per l'Ecumenismo e il dialogo interreligioso. In quel settore mons. Riva profuse il massimo della sua energia e del suo interesse, e non lo abbandonò più, anche quando fu chiamato successivamente a incarichi diversi, come quello di docente alla Pontificia Università Lateranense. Mons. Riva dedicò tutta la sua vita al dialogo, partecipando anche, in qualità di membro della delegazione della Cei, all'assemblea ecumenica di Basilea, del 1989. 11 capolavoro della sua opera si ebbi' nel 19ot>, quando, al termine di un lungo e discreto lavoro di preparazione, riuscì a condurre in porto quello che fu definito uno dei «viaggi piìi lunghi» di Giovanni Paolo li, vale a dire il percorso Vaticano-ex Ghetto, davanti all'isola Tiberina. «Con la scomparsa di monsignor Clemente Riva abbiamo perso un fratello e un amico, uno dei primi uomini della Chiesa cattolica con i quali abbiamo potuto parlare delle nostre angosce e delle nostre speranze», ha dichiarato ieri Tullia Zevi. che da presidente dell'Unione delle Comunità israelitiche ha avuto una lunga frequentazione con il presule scomparso ieri. «Monsignor Riva è stato un pioniere e al tempo stesso uomo dalla fede incrollabile, assoluto sostenitore della necessità del dialogo. Era una figura luminosa ed esemplare». Due anni fa dieci alberi della foresta «Papa Giovanni XX1I1» a Nazaret, in Israele, furono dedicati a monsignor Riva: la decisione fu presa per iniziativa del rabbino capo di Roma Elio Toaff e del rabbino capo di Milano Giuseppe La ras. Le esequie saranno celebrate oggi pomeriggio alle 16 nella basilica dei santi Ambrogio e Carlo al Corso. Marco Tosarti