Una carriera tra grandi blitz e violente polemiche

Una carriera tra grandi blitz e violente polemiche Il suo esordio: l'arresto di Riina Una carriera tra grandi blitz e violente polemiche PALERMO. In sei anni la procura di Caselli ha infetto colpi durissimi a Cosa Nostra, arrestando quasi tutti i «grandi latitanti», sequestrando arsenali, confiscando beni per migliaia di miliardi e avviando inchieste su «colletti bianchi». Sotto la direzione di Giancarlo Caselli le indagini hanno aggredito settori della società civile: sono stati individuati uomini politici, imprenditori, medici, professionisti, ufficiali dei carabinieri, persino sacerdoti e vescovi collusi con le cosche. Il livello più alto è stato raggiunto con il processo al sette volte presidente del Consiglio Giulio Andreotti, accusato di associazione mafiosa. L'azione della procura ha colpito esponenti sia della prima che della se¬ conda Repubblica: sul banco degli imputati siede per ora Marcello Dell'Utri, deputato di Forza Italia, e le indagini hanno sfiorato anche Berlusconi, per il quale Caselli chiese l'archiviazione con una motivazione ritenuta «aperta». L'arrivo di Caselli a Palermo nel '93 è coinciso con l'arresto di Totò Riina. Ma con il nuovo procuratore sono state approfondite e sviluppate le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Gaspare Mutolo, Giuseppe Marchese e Giovanni Drago. Un mese dopo il suo arrivo Caselli firma la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Andreotti. Seguono poi gli arresti di boss fra cui Antonino Gioè e Gino La Barbera, i primi a parlare della strage di Capaci. Nel '94 prendono il via le prime indagini su Forza Italia. I pm ottengono dal gip l'arresto dell'ex ministro Calogero Mannino e dell'ex senatore Vincenzo Inzerillo. Nel '95 l'arresto di Leoluca Bagarella e lo smantellamento del gruppo di fuoco di Brancaccio. Le inchieste antimafia coinvolgono pure l'avvocato Francesco Musotto, presidente della Provincia di Palermo per Fi, poi assolto. D 20 novembre '95 la Dia scopre a Roma l'esplosivo che doveva servire a far saltare la Torre di Pisa. Finiscono in carcere (siamo nel '96) i boss Di Trapani, Cucuzza, Brusca e Carlo Greco. Si scoprono mandanti ed esecutori dell'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, fi¬ glio del pentito Santo. La procura ha anche aperto numerose inchiesto sulla pubblica amministrazione che coinvolgono politici regionali e comunali. Maxiinchieste sono state svolte sulla mala-sanità, i cui processi sono ancora in corso. Il '97 è caratterizzato da maagini sulle estorsioni, con centinaia di uomini del racket arrestati a Palermo. Ma è anche l'anno dell'arresto del boss latitante Pietro Aglieri e della scoperta del ritorno in anni dei pentiti Balduccio Di Maggio, Gino La Barbera e Santo Di Matteo. Vengono arrestati i latitanti Spatuzza, Grigoli, Vitale, Guastella, Cuntrera, Troia e Di Gangi. Ma, come i fedelissimi di Caselli hanno più volte denunciato, quan¬ do il livello delle inchieste è salito, anche quantità ed intensità delle polemiche sono cresciute. In numerose occasioni esponenti del Polo hanno accusato il procuratore di «simpatie comuniste», di indirizzare le inchieste verso direzioni politiche precise, di non indagare con la stessa determinazione nei confronti di amministratori ritenuti «amici», di gestione anomala dei pentiti, perfino di condizionare l'azione di governo nelle modifiche al codice di procedura penale. Polemiche anche violentissime nei toni, come nel caso del suicidio sardo Luigi Lombardini, che si sparò un colpo di pistola alla fine di un interrogatorio condotto proprio da Caselli. Gli scontri e le polemiche non hanno risparmiato gli apparati investigativi, come il Ros dei carabinieri, con il quale in un'occasione la procura di Caselli ha vissuto un lungo conflitto, risolto solo apparentemente. I carabinieri risposero investendo la procura di Caitanissetta di un'indagine contro Guido Lo Forte, il «braccio destro» del procuratore. Indagine tuttora aperta. Urto Abbate Il senatore Giulio Andreotti Entro aprile la procura chiederà la sua condanna. Alla fine del processo il procuratore Caselli lascerà l'incarico palermitano

Luoghi citati: Capaci, Palermo, Roma