Caselli, addio alla procura di Palermo

Caselli, addio alla procura di Palermo Conferma del ministero: il procuratore ha manifestato interesse per la proposta di Diliberto Caselli, addio alla procura di Palermo A fine processo Andreotti, dirìgerà le carceri italiane PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gian Carlo Caselli lascia Palermo. E dalla prossima estate, finito il processo a Giulio Andreotti, dirigerà l'amministrazione penitenziaria, un incarico strategico nel boccheggiante sistema della giustizia italiana. Dunque non un ridimensionamento. Caselli continuerà a occuparsi di mafia e della detenzione dei boss, soprattutto i più pericolosi che, sottoposti al regime del 41 bis del regolamento carcerario, dovrebbero essere in isolamento ma spesso non lo sono: mesi fa un boss catanese conversava tranquillamente con il telefonino cellulare. Il procuratore venuto a Palermo da Torino il 15 gennaio del 1993, il giorno della cattura del capo corleonese di Cosa Nostra Totò Riina, per il momento preferisce il riserbo. Rientrato a Palermo da Roma dopo il fine settimana e il lunedì trascorsi fuori, ieri alle 16 Caselli ha scambiato qualche impressione con no- ve dei sostituti della Direzione distrettuale antimafia da lui diretta. La porta della sua stanza è rimasta chiusa. Nessuna dichiarazione, né prima né dopo. La conferma alle tante indiscrezioni circolate da tempo, l'ultima delle quali ieri in prima pagina da l'Unità, è venuta nel pomeriggio. Il ministero della Giustizia ha diffuso un comunicato: «Il procuratore ha manifestato il proprio interesse per la proposta nonché la presa d'atto positiva del progetto delineato dal ministro Diliberto per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria». E ancora: «Il procuratore si è riservato di accettare anche sulla base degli impegni del proprio ufficio». Quest'ultimo passaggio sottintende che Caselli se ne andrà da Palermo solo dopo la sentenza nel processo Andreotti prevista per giugno. La requisitoria, con l'ormai scontata richiesta di condanna, è attesa dopo Pasqua. Negli mesi scorsi il Guardasigilli Oliviero Diliberto aveva avuto molti incontri con Caselli, l'ultimo una decina di giorni fa. Ieri il comunicato, che ha spazzato via gli ultimi dubbi sulle intenzioni del magistrato che ha mandato sotto processo per mafia Giulio Andreotti, il deputato di Fi Marcello Dell'Utri. l'ex ministro de Calogero Mannino, più una miriade di politici e politicanti siciliani, e che ha fatto condannare a 10 anni di reclusione per mafia l'insospettabile questore Bruno Contrada, già numero 3 del servizio segreto Sisde. Le prime reazioni. Antonio Ingioia, uno dei sostituti più vicini a Caselli: «E' presto per parlare di stagione interrotta. Bisogna attendere che Caselli sciolga la riserva». E Nico Gozzo: «Lasciare Palermo è una decisione strettamente personale». E a chi gli ha domandato come mai un governo di sinistra trasferisca Caselli da Palermo, ha replicato: «Bisogna chiederlo al ministro». «Mi ha telefonato in mattinata dicendomi che la notizia voleva darmela lui stesso». Così Maria Falcone, sorella del magistrato assassinato sette anni fa ha confermato il trasferimento di Caselli «che ha dato tanto - ha precisato - e ha il diritto di avere una vita più tranquilla, meno sacrificata». L'allusione è all'esistenza blindata del procuratore, superscortato e vigilato a casa e fuori casa. La deputata palermitana di Forza Italia Cristina Matranga, eh dichiarate simpatie caselliane, ieri ha definito «ottimo» il lavoro svolto dal procuratore e ha fatto presente che questa «per me e per la Sicilia è una grande perdita perché Caselli a Palermo è un punto di riferimento». Il gesuita Ennio Pintacuda dà atto a Caselli di avere aperto «una stagione di riscatto dello Stato contro Cosa Nostra dopo anni di latitanza e grandi impunità». 11 neo-segretario siciliano dei ds Claudio Fava sostiene che «la scelta di Caselli in questi sei anni di lavoro è stata quella di non accettare soglie di tolleranza per il diritto e di spingere lo sguardo anche nei luoghi fino a ieri proibiti». Un giudizio, questo, condiviso fra gli altri dal sindaco di Corleone, Giuseppe Cipriani, deputato regionale diessino. Antonio Ravidà Maria Falcone: mi ha telefonato per dirmelo. Gian Carlo ha dato molto, ha diritto ad una vita meno sacrificata La Matranga, Fi: per Palermo è un punto di riferimento