Kissinger: Clinton bocciato in storia

Kissinger: Clinton bocciato in storia «Un eccessivo indebolimento della Serbia sarebbe un ostacolo alla pace nei Balcani» Kissinger: Clinton bocciato in storia «Milosevic è un dittatore criminale ma non è Hitler» LA guerra nei Kosovo è il (rutto tli un conflitto che risale indietro nei secoli. Essa avviene sulla linea di confine tra l'impero ottomano e quello austriaco, l'Islam e la cristianità, il nazionalismo serbo e quello albanese. I gruppi etnici sono convissuti pacificamente solo quando la coesistenza e stata loro imposta come sotto gli imperi stranieri o la dittatura ili T'ito. Secondo Clinton, dopo un breve periodo di occupazione Nato i gruppi etnici si riconcilieranno. Onesto assunto non ha .ina base realistica. In Bosnia, dopo tre anni di forze di pace Nato, i gruppi etnici non si sono riconciliati. Quando le forze americane s'impegnano in un combattimento, l'unica strategia per uscirne e vincere E questo richiede una definizione delle- questioni sul tappeto inattaccabile da un'analisi minuziosa. L'amministrazione americana, in cerca di simboli che colpissero l'opinione pubblica, ha proposto tre argomenti. Il più convincente e che la sofferenza nel Kosovo e un'offesa cosi grande alla nostra sensibilità morale cho useremo la forza per porlo fine, anche in assenza delle tradizionali considerazioni sull'interesse nazionale. Ma poiché questo argomento lascia aperta la questioni; del perché noi non interveniamo in Africa Orientale, Sri Lanka, Kurdistan, Kashmir e Afghanistan - per citare soltanto alcuni dei luoghi dove c'e stato un numero di morti infinitamente! superiore a quello del Kosovo Clinton ha invocalo analogie storiche o minacce attuali che sono estremamente dubbie. Slobodan Milosevic, ad esempio, non e Hitler ma un criminale dei Balcani e la crisi in Kosovo non ha analogie con gli eventi che precedettero la Prima Guerra Mondiale. Né Milosevic né altri leader balcanici costituiscono una minaccia all'equilibrio globale, come sostiene continuamente Clinton. Milosevic porta la maggior responsabilità delle efferatezze in Bosnia e io ho decisamente appoggiato l'intervento militare laggiù, Ma la guerra in Kosovo, a differenza di quella in Bosnia, e una guerra per un territorio che i serbi considerano la culla della loro nazione. Questo spiega perché a Belgrado ci siano stati pochissimi segnali di opposizione alla politica di Milosevic. Quanto alla Prima Guerra Mondiale, essa scoppiò nei Balcani non come risultato di conflitti etnici ma esattamente per la ragione opposta: perché le potenze esterne interferirono in un conflitto locale. L'assassinio del principe ereditario austriaco da parte di un nazionalista serbo portò il mondo alla guerra perché la Russia appoggiò la Serbia, la Francia appoggiò la Russia e la Germania si schierò a fianco dell'Austria. La Seconda Guerra Mondiale non ò scoppiata nei Balcani e tanto meno come risultato di conflitti etnici. Infine, è assurdo sostenere che il benessere economico dell'Unione Europea, o la prosperità atlantica, dipendano da quanto accade in un Kosovo indebolito. La coesione della Nato è minacciala soprattutto perché poggia sull'insostenibile Conferenza di pace di Rambouillet. Resta da vedere per quanto tempo questa coesione reggerà quando arriverà la reazione pubblica ai bombardamenti e sarà chiaro che le conseguenze a lungo termine dei raid aerei dovranno essere mantenute con le forze terrestri della Nato. Io rispetto le ragioni umanità- rie dell'intervento. Ma queste non liberano le democrazie dalle necessità di uscirne con una soluzione accettabile. La Conferenza di pace di Rambouillet non è all'altezza del compito. I serbi hanno respinto gli accordi perché vedono in essi un preludio all'indipendenza del Kosovo. Inoltre considerano la presenza delle truppe Nato alla stessa stregua di quelle occupazioni straniere che hanno sempre combattuto: gli imperi ottomano e austriaco, Hitler e Stalin. Anche se verranno bombardati fino alla capitolazione, non ci si può attendere che saranno acquiescenti con questo risultato. Quanto all'Uck, il suo obiettivo è l'indipendenza, non l'autono- mia. L'Uck ha aderito alla Conferenza di Rambouillet come strumento tattico per sguinzagliare le forze d'aria Nato contro gli odiati serbi. E' ancora più improbabile che l'Uck acconsenta all'autonomia sotto il governo serbo ora che i serbi sono stati così indeboliti dagli attacchi Nato. Il paradossale risultato della Conferenza di Rambouillet è che le forze di pace della Nato sostituiranno i serbi come ostacolo alle aspirazioni nazionalistiche degli albanesi del Kosovo - soprattutto se la Serbia è troppo debole per fornire un contrappeso. Inoltre, con il Kosovo che muove in direzione dell'indipendenza, la pressione sulla Macedonia, dove un terzo della popolazione è albanese, aumenterà. E per quale motivo non dovrebbe esserle concessa la stessa autodeteiminazione? Questo però rischia di allargare il conflitto alla Bulgaria - i bulgari sono ahnento un terzo della popolazione macedone - e alla Grecia. Con il proseguire della guerra, l'amministrazione americana deve ridefinire i suoi obiettivi. La Nato non può sopravvivere se smette i bombardamenti adesso, senza aver raggiunto il suo obiettivo di far cessare i massacri. Le condizioni per mettere fine alla guerra dovrebbero essere: un immediato cessate-il-fuoco; il ritiro delle forze serbe messe in campo dopo l'inizio dei negoziati di Rambouillet e l'immediata apertura di negoziati sull'autonomia del Kosovo. Per quanto lunghi e difficili, alla fine l'indipendenza del Kosovo è inevitabile. Se un cessate il fuoco in questi termini viene respinto da Milosevic, non ci sarà alternativa al continuare la guerra, mettendo eventualmente in campo le truppe di terra Nato una soluzione contro la quale io mi sono battuto con tutte le mie forze ma che dovrà essere presa in considerazione per mantenere la credibilità della Nato. In chi ha appoggiato tutti gli interventi militari deh'amrninistrazione Clinton - o l'ha criticata per aver agito in maniera troppo inconcludente, come in Iraq - la guerra in Jugoslavia ispira una profonda ambivalenza. La Serbia ha combattutto al fianco dell'America in due guerre mondiali, e si è opposta a Stalin quand'era al culmine del suo potere. Non possiamo ignorare la brutalità di Milosevic, eppure la scomparsa della Serbia dall'equilibrio dei Balcani potrebbe provocare eruzioni in altri Paesi vicini dove vivono minoranze etniche. In particolare, scoppierà il problema dell'integrità della Macedonia, con la minaccia di un allargamento della guerra nei Balcani. Speriamo che questo problema venga trattato con più lungimiranza rispetto al preludio della crisi attuale. Henry A. Kissinger Los Angeles Times - La Stampa L'indipendenza del Kosovo potrebbe fare esplodere le contraddizioni della fragile Macedonia coinvolgendo nel conflitto Bulgaria e Grecia