Sotto le bombe il Paese si riavvicina a Milosevic

Sotto le bombe il Paese si riavvicina a Milosevic Il Montenegro: froditi dolio Noto Sotto le bombe il Paese si riavvicina a Milosevic ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «Milosevic è un pazzo, e la sua folle politica nazionalista sta costando cara al Paese, ma soprattutto allo stesso popolo serbo. Però la Nato deve fermarsi subito, altrimenti rischia di destabilizzare anche il Montenegro, malgrado la sua opposizione al regime di Belgrado». Milo Djukanovic, il presidente della piccola Repubblica che insieme con la Serbia costituisce la Federazione jugoslava, ha lanciato ieri un drammatico appello alla comunità internazionale affinché cessino gli attacchi delle forze alleate contro la Jugoslavia e riprendano i negoziati. Critiche nei confronti di Milosevic, le autorità di Podgorica si sono definitivamente allontanate dalla sua politica all'inizio del conflitto nel Kosovo. Quando la Nato ha deciso di bombardare la Jugoslavia, e quest'ultima ha proclamato lo stato di guerra, rompendo le relazioni diplomatiche con Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania, il governo montenegrino ha rifiutato di fare altrettanto. «Noi vogliamo rimanere fuori da questa guerra e mantenere i buoni rapporti con l'Occidente», ha ripetuto il giovane Presidente, sperando che il territorio del Montenegro fosse risparmiato dagli attacchi. Non è stato così. Per quattro giorni consecutivi i missili della Nato hanno colpito le postazioni dell'esercito federale jugoslavo in terra montenegrina. Col risultato che tra la popolazione sta crescendo la protesta anti-occidentale e aumentano i sostenitori di Milosevic. «Noi siamo la luce, il faro di questa regione, e voi state colpendo il faro», ha dichiarato Branko Perovic, ministro degli Esteri montenegrino, aggiungendo che è sempre più difficile convincere la sua gente ad appoggiare la conni nità internazionale. Anche perché non si può sostenere a lungo la tesi che quelli che li bombardano sono in realtà amici del tuo Paese. «Mentre le bombe cadono sulla Jugoslavia, non è il momento di parlare di divergenze - hu detto Djukanovic, spiegando che Serbia e Montenegro devono affrontare unite l'aggressione della Nato -. Non è più importante stabilire di chi è stata la colpa iniziale di tanta violenza e chi invece altra violenza ha commesso di conseguenza. In questo inferno a soffrire è solo la gente innocente e la spirale si sta ampliando a ritmo agghiacciante». Il Presidente montenegrino teme soprattutto che il dilagare dei profughi metta in pericolo il fragile equilibrio etnico del Montenegro. Soltanto nelle ultime venliquattr'ore 17 mila persone sono arrivate dal Kosovo. Ufficialmente le frontiere sono allerte a tutti, ma secondo fonti vicine alle autorità di Podgorica, almeno un valico di confine è stato chiuso di fronte ai nuovi previsti arrivi in massa. A causa della tensione sempre piti forte tra esercito fede rale e polizia montenegrina, le forze dell'ordine fedeli a Djukanovic sono dispiegate attorno al palazzo del governo e agli altri edifici ufficiali. Ma il giova ne presidente montenegrino, che i media di Belgrado hanno bollato corno «il più grande traditore della storia del Paese», rischia di perdere il potere. Per contrastare la propaganda serba a Djukanovic rimangono le trasmissioni in diretta della Cnn e della Sky News tradotte in lingua locale. Ma se i bombardamenti continuano neppure questo potrebbe bastargli. Ingrìd Badurina

Persone citate: Branko Perovic, Djukanovic, Milo Djukanovic, Milosevic