«Bibì guai per noi se stai amia Nato» di Fiamma Nirenstein
«Bibì guai per noi se stai amia Nato» Ebrei serbi «Bibì guai per noi se stai amia Nato» GERUSALEMME NOSTRO SERVIZIO Stasera, insieme, quattro profughi ebrei provenienti dal Ko SOVO e tre appena giunti dalla Serbia celebreranno la grande ricorrenza ebraica di l'esali, la Pasqua ebraica, partecipando alla cena rituali a casa ili Bibi Netonyahu, il premiar israeliano Un centinaio di profughi ebrei di varia provenienza sono già fuggiti presso la grande co munita di Budapest, e altri membri della comunità jugoslava, che conta circa 2 mila persone, cercano di lasciare il Paese V. intanto hanno chiesto ieri a Netonyahu che Israele intraprenda un'iniziativa di me diazionc che ponga fine ai raid della Nato Atsa Singer, il capo della comunità, t il firmatario dolio lettera. Altri messaggi sono giunti al premier per vari canali: il senso generale è che i circa 3.500 ebrei jugoslavi affermano che la loro vitti sareb be in pericoli se Israele si schierasse nettamente con la Nato. Per ora non c'è nessuna notizia, tuttavia, che il primo ministro israeliano voglia prendere iniziative politiche; ma certo in questo ore Israele ri è final mente scossa dn una specie di stupefazione depressiva in cui era rimasta immobilizzata in questi due giorni senza dire una parola, senza alzaie un grido di protesta, senza un gesti umanitario e anche senza tarsi avanti con qualche parola di I sostegno alla Nato, di Cui pure aveva avuto tanto bisogno nei giorni di Saddam Hussein Finalmente ieri mattina alle 4,30 si è levato in volo verso la ì Jugoslavia un aereo carico di ! medici, tecnici, medicine e cibi adatti all'emergenza. Ariel Sha ron, il ministro degli Esteri, ha voluto istruire personalmente il direttore del suo ministero che saia sull'aereo come supervisore dell'operazione «Si.uno semplicemente ridicoli ha protestalo subito Yossi Sarid, il capo del partilo radica le, il Merci;' , in Ruanda man dannilo subito undici aerei, e qui solo uno! Che ci sta sucre dendo? Proprio noi ebrei, che pili di chiunque sappiamo cosa siano genocidio e pulizia etili ra, non siamo capaci di reagire '.' E non parlatemi di ragioni diplomatiche Quelle di coloro che non intervennero .u tempi dell'Olocausto ci sembrano ancora oggi colpevoli e pretestuo si». Di latto Netonyahu ha rilasci.un soltanto ieri una cuutissimo dichiarazione di condanna di «tutti gli omicidi fi tulle le violenze». La chiave di comprensione di tanta cautela possiamo trovarla nell'annuncio u pagamento che ieri occupava mezza pagina del quotidiano J&rusalem Post. Si tratta di un riquadro firmato da un certo signor Arie Lavili che a suo tempo combattè con i partigiani serbi contro i nazisti e che ha perao tutta la famiglia nel campo di concentramento di Bor in Serbia, lavili con tono i'.sperato chiedi- al presidente degli Stati Uniti di smettere immediatamente di bombardare quelli che secondo lui restano innanzitutto «gli eroi della guerra contro il nazifascismo». «Fu il loro piccolo esercito - scrive disperato Livni - che pagò con decine di migliaia di morti l'estremo coraggio di fermare col proprio petto gli eserciti tedesco e italiano, salvundo innumerevoli vite nei Paesi alleati. Oltre alla memoria storica, gioca probabilmente in Israele anche l'inconscia paura che possa sorgere un nuovo Stato musulmano. Ma l'opinione pubblica sta molto rapidamente superando questi scogli con una vera crisi di coscienza: il quotidiano Haa retz ha dedicato un appassionato editoriale alla necessità di impegnarsi a fondo per i kosovari; e i kibbutz si stanno organizzando autonomamente per mandare rapidi aiuti. Fiamma Nirenstein
Persone citate: Arie Lavili, Ariel Sha, Livni, Saddam Hussein, Singer, Yossi Sarid
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