Pensioni, Bruxelles preme su Roma

Pensioni, Bruxelles preme su Roma Il Fondo monetario: troppa spesa frena lo sviluppo. Autocritica di Confìndustria Pensioni, Bruxelles preme su Roma Cipolletta: era meglio la riforma Berlusconi ROMA. Nuovo appello della commissione europea all'Italia e simultanea esortazione della della Confindustria a rimettere mano sollecitamente alla riforma delle pensioni in considerazione delf«evoluzione attuale e futura della spesa» che desta non poche preoccupazioni sopratutto a Bruxelles. Ed ancora un pesante avvertimento da Vito '('anzi, capo del dipartimento fiscale del Fondo Monetario Internazionale: «il fardello delle pensioni impedisce di impostare politiche anticicliche e di utilizzare- la leva fiscale per lo sviluppo e la ripresa economica. Negli ultimi anni la pressione fiscale- è rimasta molto alta, ma non è possibile abbassare la tasse se parallelamente non si comprime la spesa: la riduzione della pressione fiscale e strettamente legata a quella previdenziali!». Il documento dell'Ile, che viene esaminato oggi dall'esecutivo (la sua approvazione potrebbe slittare per gli effetti della recente crisi), da il «benvenuto» all'obiettivo del governo italiano di stabilizzare le uscite per le pensioni in rapporto al l'il, ma insiste sulla necessita di vigilare attentamente sulla dinamica della spesa e di intervenire con coraggio per evitare pericolosi scostamenti L'Ansa anticipa le principali indicazioni del documento e, al volo, il direttore generale della Confindustria Innocenzo Cipolletta parte- all'attacco sulla stessa linea, muovendo da un'uutocritica sull'atteggiamento tenuto dalla confederazione dogli industriali verso la riforma delle pensioni progettata dal governo Berlusconi. «Era una riforma ottima, ma la Confindustria feci! un errore di ingenuità», afferma Cipolletta ed e subito scontro con i sindacati e con lo stesso governo. Ripercorrendo il cammino della riforma Dini, molto dura nel governo Berlusconi i: più morbida in quello presieduto dallo stesso Dini, Cipolletta ricorda che «Confindustria si fece garante con il sindacato perchè la riforma si facesse secondo le regole della concertazione; pero, (piando Dini divenne presidente ilei consiglio e fece la riforma, fummo ripagati con l'avvio dello stossa senza la Confindustria, cosi comi! aveva chiesto con insistenza la Cgil; e andammo avanti con tavoli separuti». Il direttori! generalo affronta, poi, la questione esplosiva dello pensioni di anzianità, che appunto il governo Berlusconi avrebbe voluto abolire' e che invece' U governo Dini ho avviato al graduale esaurimento in parecchi anni. «Hanno un costo insostenibile per il nostro Paese - spiega - ha purtroppo continuano ad andare avanti. Lo dicono tutti, studiosi ed analisti, che sarebbe meglio abolirle, rna il problema è che c'è una resistenza forte da parte dei sindacati e il governo non ha la capacità di vincerla. Anche i prepensionamenti potrebbero essere soppressi, se si trovano altre soluzioni. Si tratta, comunque, di strumenti previdenziali prestimi in qualsiasi Paese del mondo, mentre il pericolo da evitare è che centinaia di migliaia di persone smettano di lavorare, prendano la pensione di anzianità e poi svolgano prestazioni di nascosto senza pagare ne tasse, né contributi». Di li a poco, le prime reazioni al vetriolo. «Ognuno - osserva il sottosegretario al lavoro Raffaele Morose - riscrive lu storia co- me gli pare. Il governo Dini non si sarebbe mai ritirato da una concertazione se Confindustria fosse stata determinata nel chiederla. Con il governo Berlusconi, invece, si trattò pochissimo di pensioni e non mi sono accorto che Confindustria sia stata mai alleata dei sindacati». Alza il tiro Beniamino Lapadula, responsa- bile Cgil per le politiche sociali: «Cipolletta evidentemente ha la memoria corta. Non solo non ci fu una linea di Confindustria tesa a realizzare un accordo ai tempi del governo Berlusconi, ma anzi ci fu una cena a Roma, dove il «gotha» dell'industria spinse Berlusconi a fare il duro con il sindacato. Da quella impostazione derivarono lo scontro frontale e la manifestazione, che portò nei fatti alle dimissioni del governo Berlusconi». Incalza Adriano Musi, segretario confederale della Uil: «Cipolletta valuta il sistema previdenziale solo dal punto di vista dei costi per l'impresa, ma non considera il vantaggio che gli industriali hanno tratto nel tempo da cassa integrazione, incentivi fiscali e sgravi concessi alle aziende». Ed ancora: «.eli industriali hanno usufruito di 30 mila miliardi di investimenti portati all'estero. Se qualche errore il sindacato ha fatto nel periodo ricluamato da Cipolletta è stato quello di essere troppo accondiscente verso le imprese, accettando i prepensionamenti». Intanto, sta per scadere (mancano solo due giorni) il termine per poter andare in pensione di anzianità, usufruendo della «finestra» che si apre appunto dal 1" aprile. Per questa tornata, i lavoratori dipendenti dovranno aver maturato 35 anni di contri buti e 54 anni di età al 31 dietim bre '98 (53 anni per i cosidetti «precoci») oppure aver accumu lato 36 anni di contributi; gli au tonomi dovranno aver raggiunti i 40 anni di contributi. Gian Cario Fossi I DUE PIANI A CONFRONTO • Blocco dei peroKJfiarnentJidi anfaniti A fine blocco previtto un disincentivo al pensionamento anticipato pari al 3% per ogni anno mancante al compimento dell'età per la vecchiaia. • Modifica dell'indicizzazione, adeguamento delle pernioni ali inflazione programmata e non a quella reale. • Unfcaz^vìctetfaliquota diri.TidirTierrtoal2%percigni anno di lavoro e riduzione successiva air 1,75% peri lavoratori più anziani. Moltiplicando falkjuota dì rendimento per gli anni di contribuzione si ottiene l'amino nur? dc-l trattamento Accelerazione dell'innalzan.. ;to dell'età pensionabile a 65 anni per gli uomini o a 60 per le donne gii previsto dulia riforma Amato del '92. Un innalzamento In ragione di un anno ogni 18 mesi anziché ogni due anni « Allargamento della base contributiva nel pubblico impiego a tutta b retribuzione • non solo allo stipendio. GOVERNO BERLUSCONI • Cjmborir.-^madaloolo. Perigjovar» si passa al sistema contributivo. Rimane Invece quello retributivo per chi al 31 dicembre "95 aveva più di 18 anni di versamenti Pro rata per gli altri con meno dì 18 anni di contributi. • Etàdpenstoramanto. Nel nuovo sistema a regime l'eia di pensionamento è flessibile e consente a chi lavora la possibilità di ritirarsi i un Intervallo di età compreso tra un limito minimo di 57 mini e un massimo di 65. Il diritto ad una pensione a calcolo al compimento dei 65 anni è subordinato al solo requisito minimo di cinque anni. • Armonizzazione del sistema. Il nuovo sistema iKlucle: i lavorate^ dipendenti (W sencre privai retori aijtonomi, altri lavoratori che fanno riferimento ai Fondi speciali deil'lnps, i dfpendertfpuj^id. Entrerai™ a far parte del sterna previdenziale oc*«gatorio»nche quale categorie appartenenti al ccaxxtettc krvoro rWsiixxdVizto. • Imfcizzazione delle pensioni Le pensioni saranno indicizzate «Ila dinamica dei prezzi. • ftevidttizaconiplaiwiUrre llc^wrrarwarrmenaticon parte del trattamento di fine rapporto che viene accarrtonato datori di lavoro L'adesione al fondo sarà volontaria.

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