La guerra del Kosovo affonda l'euro

La guerra del Kosovo affonda l'euro CONFLITTO E MERCATI Oggi si riunisce la Bce, attesa per un calo dei tassi. Piazza Affari, la migliore in Europa La guerra del Kosovo affonda l'euro Ma Wall Street supera la soglia di quota 10 mila PMILANO IOVONO le vendite sull'euro, crescono le Borse, in tutta Europa, mentre gli esperti del fini, a detta del Financial Times, invocano tassi pili bassi per scongiurare la depressione. A Wall Street, è addirittura record. Dopo aver llirtato nelle ultime ilue settimane con (piota 10 mila, l'indice Dow Jones sfonda la nuova soglia psicologica e chiude a 1(1.Olio,78 punti, con un guadagno di 1H4.54 puntili 1,88%!. Come spiegare la reazione a due facce alla guerra in Kosovo? Forse i movimenti bellici non sono, affermano gli esperti, gli unici responsabili delle due velocità dei mercati finanziari. Il vero imputato sarebbe il lento evolversi deiIn congiuntura economica europea; ovvero, l'impotenza dei governi dell'Europa continentale a reagire alla frenata delle economie. Perché le Borse si sottraggono, in parte, a questa 3ortc? Un numero può spiegare il mistero: negli ultimi sei mesi, nella vecchia Europa, le operazioni di acquisizione in Borsa c fuori, hanno superato lu quota di un milione di miliardi di lire: unu medicina sufficiente a stimolare i mercati anche ai tempi della depressione.. Fino a che punto, si chiedono gli strateghi delle grandi «investment banks», l'euro è vittima delle bombe su Pristina? La moneta unica è stata in difficoltà per tutta la giornata toccando i minimi nei confronti del dollaro (fino a 1,0680 circu) e della sterlina (0,6608). Ed ò inevitabile, sottolineano tutti gli osservatori, che la possibilità di un conflitto dai tempi e dalle prospettive indefinite non possa che pesare sulle sorti della moneta degli Undici. Ma quel che pesa per davvero ò la pessima congiuntura dell'economia del Vecchio Continente, ormai ben al di sotto di un tasso del 2% nei Paesi chiave della Comunità: la Francia, la Germania, la stessa Italia che non accenna a ri- ((rendersi. A questo punto, si alontana la prospettiva di una ripresa dell'occupazione con riflessi pesanti per la locomotiva Usa, anche perché dal Giappone giungono segnali allarmanti: a febbraio il pil ò sceso dello 0,3% contro previsioni di crescita dello 0,5%... In una situazione del genere non stupisce che, rivela il «Financial Times», nello scorso weekend gli economisti del Fondo monetario internazionale abbiano insisti¬ to per un allentamento della politica monetaria della Bce. I tassi, secondo l'Fmi, dovrebbero scendere almeno di un punto, al 2%, perché le pressioni inflazionistiche in Europa sono quasi nulle, mentre l'ombra di una recessione, ancor prima dell'effetto dei bombardamenti in Jugoslavia sulla fiducia dei consumatori, ò sempre più marcata, come dimostra anche, sul fronte obbligazionario, la frenata dei prezzi di Bund e Btp. Oggi, a Francoforte, il comitato della Banca europea dovrà rispondere alle richieste dei mercati. E c'è da chiedersi se le tensioni valutarie avranno ragione dell'orientamento di Duisenberg e dei suoi: le previsioni puntano su un secco no. Come spiegare, in mezzo a tanto nervosismo, il balzo delle Borse? Per ora, a Wall Street, nessuno si preoccupa troppo delle tensioni belliche. Anzi, tra gli operatori regna molta curiosità per le tante statistiche economiche che scandiranno i giorni della setti¬ mana pn-pasquale : le vendite delle case nel mese scorso, per cominciare. Ma, al di là della cabala dei numeri, ciò che spinge Wall Street è un'iniezione costante di fiducia, che ha trovato conferma in nuovi afflussi di dollari sui fondi pensioni e sulle gestioni dei fondi di investimento. Sull'onda di Wall Street la Borsa italiana ha offerto la miglior prestazione in Europa: il Mibtel chiuso in rialzo dell'1,52% a quota 24.774 (tra scambi scesi a 2102 milioni di euro (4070 miliardi di lire), scavalcato dal Mib30: +2,35% a 36.493. Uno scossone al mercato è stato dato dalle Eni, balzate del 5,51 % a quota 5,84 euro, grazie alla ripresa del prezzo del greggio. Anche Fiat ha recuperato nel finale (+2,53% a 2,92 Euro), mentre Mediaset ha chiuso a +5,22% (8,6 Euro), in attesa di conoscere i risultati '98. In luce i telefonici dopo l'offerta di acquisto di Telecom (-0,46%) su Tim (+6,47%). Iu.b.1 Wim Duisenbcrg (Bce)

Persone citate: Duisenberg, Mercati