«I due filmati della strage non collimano» di Enrico Martinet
«I due filmati della strage non collimano» Un giallo dietro le 45 morti nel tunnel del Bianco: forse c'è stata una manomissione «I due filmati della strage non collimano» Nel video francese manca il primo minuto di registrazione CHAMONIX DAL NOSTRO INVIATO «C'è discordanza tra i due video registrati sul versante francese e su quello italiano», dice il procuratore di Bonneville Bruno Charve. E così il disastro del traforo del Monte Bianco si infila in un mistero. La «discordanza», è quel «buio» sul video francese che diventa l'immagine di un camion fumante sul nastro registrato dalla sala comando del traforo sul versante italiano. Perché? Il procuratore scuote la testa, poi risponde: «Non posso ancora dirlo, è prematuro. I video devono essere esaminati con attenzione per comprendere che cosa sia accaduto». Nelle due registrazioni c'è la risposta all'interrogativo che da due giorni arrovella gli investigatori: in quale punto del tunnel il camion del belga Gilbert Degraves ha incominciato a fumare? Sarebbe proprio il fumo il «qualcosa» che mancherebbe dal video francese. Il nastro non conterrebbe i primi attimi di registrazione, forse un minuto. Il magistrato però continua a rispondere: «C'è un problema su quel video. Vedremo di che cosa si tratta». E' stato manomesso? «Non posso ancora dirlo, siamo all'inizio, l'inchiesta durerà due anni», conclude Bruno Charve. Sul video italiano che è stato consegnato al procuratore dai responsabili della società, si vedrebbe il tir che avanza lasciando dietro sé una scia di fumo. Scia che il camionista Gilbert Degraves non aveva notato. Dopo le segnalazioni di alcuni colleghi che lo avevano incrociato, Degraves si era poi fermato, ma era troppo tardi: «Il mio camion era avvolto dalle fiamme». Di qui il rogo che ha ucciso 45 persone. Due i momenti importanti per l'inchiesta giudiziaria: i primi due minuti di viaggio del tir in galleria e il rogo. Le telecamere del tunnel, collegate a sensori, registrano quando c'è un problema nella galleria: fumo o fiamme. Il procuratore smentisce di avere interrogato un testimone che potrebbe contribuire a risolvere il mistero del fumo, un impiegato francese che avrebbe visto sugli schermi della sala comando il camion fumare appena dopo l'ingresso. «No - dice Charve -, non ho nessuna deposizione di questo genere. Ho interrogato i soccorritori e i responsabili del traforo, nessun altro». Il filmato registrato in Italia, stando alle prime dichiarazioni dell'amministratore della società del traforo Ruggiero Borgia, avrebbe le sequenze del camion con una scia di fumo fin dai primi 600 metri di percorso. Ieri però Borgia ha spiegato: «Intendevo dire che se ci fosse stato fumo le telecamere 2 e 3 avrebbero registrato». E' questa una terza versione dei fatti dopo le prime dichiarazioni poi smentite dal vice presidente Franco Colombo: «Il fumo è stato visto a metà galleria». Patrick Devouassoux, impiegato addetto alla sicurezza del traforo, ha salvato molte vite partendo dal piazzale italiano, dove era giunto poco prima dell'incendio. Lui ha portato in salvo l'autista belga Degraves. E' stato avvertito dalla sala comando italiana che nel traforo era scoppiato un incendio. «Ho visto quel camion bruciare», dice. E' vero che il tir belga fumava fin dall'ingresso in galleria? «Non posso rispondere», dice Devouassoux. Un altro mistero. La polemica sui soccorsi in Alta Savoia continua. «L'incendio è stato sottovalutato, ma non da noi, ci avevano parlato di un inizio di incendio, nulla di più», dice il comandante dei pompieri di Chamonix Christian Comte. Il capitano annuncia che esiste un progetto per costruire ai piedi della salita verso il traforo una caserma per l'esercitazione di pompieri francesi e italiani. «Sono anni che collaboriamo con i colleghi valdostani - dice Comte - e con la Protezione Civile. Abbiamo in programma un corso di perfezionamento proprio negli incendi in galleria. Lo faremo a Saint-Christophe alle porte di Aosta». Perché? «Perché l'incendio è quanto di peggio possa capitare nei trafori. E in questo tunnel, dico in questo del Monte Bianco, è peggio che altrove». Così come segnalava il rapporto di sicurezza del diparti¬ mento dell'Alta Savoia lo scorso anno. Per questo la guida alpina Georges Unia, presidente dell'associazione difesa del sito del Monte Bianco, dice: «Il disastro non è una fatalità, era scritto che dovesse accadere. Troppo traffico in questo bu¬ dello. E' dieci anni che lo diciamo. Ci costituiremo parte civile nel processo, chiederemo gli atti al tribunale di Bonneville. E chiederemo anche che il tunnel venga proibito ai tir». Enrico Martinet j Chamonix: il primo ministro francese Lionel Jospin e Massimo D'Alema depongono fiori all'imbocco del tunnel del Bianco
Luoghi citati: Aosta, Borgia, Italia, Saint-christophe, Savoia
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