Primakov tenta il miracolo a Belgrado

Primakov tenta il miracolo a Belgrado Mosca: nostro il missile che ha abbattuto l'F-117. Bruxelles scettica sull'esito della mediazione Primakov tenta il miracolo a Belgrado //premier oggi da Milosevic con un piano top secret MOSCA NOSTRO SERVIZIO Dopo aver protestato violentemente per una settimana contro i bombardamenti della Nato in Jugoslavia, il Cremlino passa all'azione diretta e lo fa muovendo l'artiglierìa pesante: oggi il premier Evghenij Primakov partirà per Belgrado per trattari; personalmente con Slobodan Milosevic. Il premier russo Primakov rimane l'unico leader internazionale - e unico rappresentante dei Paesi del gruppo di contatto - a poter parlare direttamente con il leader serbo. E Mosca, alleata storica dei «fratelli serbi», e convinta di avere in mano le chiavi per risolvere il conflitto. Il contenuto del piano di pace di Primakov è top secret. Il ministro degli Esteri russi Igor Ivanov - che accompagnerà il premier a Belgrado - ieri si è limitato a dire che la Russia proporrà «nuovi passi importanti» per fermare i bombardamenti, che «mettono in pericolo la sicurezza e la stabilita in Europa», Ma pare che non si tratti di un'iniziativa isolata dei rissi: ieri sera, prima di partire, il premier h~ contattato per telefono il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, il presidente francese Jacques Chirac e il presidente del Consiglio italiano Massimo D'Alema. Nei giorni scorai il Cremlino è rimasto in contatto permanente con Milosevic, manifestandogli solidarietà e arrivando a promettere - se i bombardamenti continueranno - aiuti «di tutti i tipi». Della delegazione russa infatti fanno parte, oltre a Primak >v e Ivanov, anche il ministro della Difesa Igor Sergheev e il capo dello spionaggio estero Vjaceslav Trubnikov. La loro presenza viene spiegata con il fatto che Eltsin ha bisogno di una dettagliata relazione sugli aspetti militari della situazione. Anche ieri, alla vigilia della partenza, Ivanov ha praticamente aderito alle posiziori di Milosevic, accusando la Nato di genocidi'.,. Secondo le fonti russe, in Jugoslavia ci sono già mille vittime dei bombardamenti e il numero dei morti civili supera di f> volte quello dei militari. Mosca afferma che i principali responsabili del conflitto sono gli albanesi: «La loro firma sotto gli accordi di Parigi era tutta una farsa», ha detto ieri Ivanov. Secondo il ministro, i kosovari hanno iniziato un'ampia offensiva contro i serbi coordinando i loro attacchi direttamente con gli Usa. Ivanov ha anche rivelato che gli americani, ritirando dal Kosovo la missione della Osce, hanno lasciato i loro addetti alle comunicazioni che ora indicano ai bombardieri Usa gli obiettivi da colpire. La delegazione russa rimarrà a Belgrado per almeno un giorno e poi, se il negoziato avrà un esito positivo, si recherà nella capitale belga: «La decisione di mettere fine all'aggressione va presa non a Belgrado, ma a Bruxelles», ha detto Ivanov. Dalla Nato però per il momento non è arrivata nessuna conferma. Il segretario generale dell'Alleanza atlantica Xavier Solana ha commentato abbastanza freddamente la missione di Primakov: «Ha un importante lavoro, convincere Milosevic a fermare il massacro. Saremo felici se avrà successo». E il portavoce della Casa Bianca ritiene che «può essere utile far arrivare a Belgrado un messaggio nudo e crudo della pace». Nonostante questo scetticismo, i commentatori moscoviti affermano che Primakov non si sarebbe recato a Belgrado senza garanzie di qualche tipo e senza la certezza di smuovere la situazione. E nei prossimi giorni all'iniziativa russa potrebbe aderire anche il presidente ucraino Leonind Kuchma, che sta meditando di raggiungere Belgrado per manifestare a sua volta la solidarietà slava. Nel frattempo Mosca continua a compiere gesti di ostilità verso l'Occidente. Proprio ieri è stato annunciato il «congelamento totale» dei rapporti con la Nato e gb ufficiali russi accreditati a Bruxelles sono stati richiamati in patria. E il ministero della Difesa ha annunciato con orgoglio che l'aereo «invisibile» F-l 17 colpito dagli jugoslavi domenica scorsa, è stato abbattuto da un missile di produzione russa. Anna Zafesova Primo intervento in tv del Presidente dall'inizio dell'offensiva «L'Europa non può convivere insieme con l'uomo che da dieci anni pratica l'epurazione etnica» A sinistra il primo ministro russo Eugeny Primakov insieme con il ministro della Difesa Igor Sergeyev. Sotto, il presidente francese Jacques Chirac