«Anche i nostri piloti pronti a colpire i serbi»

«Anche i nostri piloti pronti a colpire i serbi» Il ministro della Difesa a «Porta a porta»: atrocità in Kosovo paragonabili al nazismo «Anche i nostri piloti pronti a colpire i serbi» Scognamiglio: ma per difendere aerei Nato in missione ROMA. Gli aerei dell'Aeronautica italiana possono spingersi in territorio serbo «per difendere gli aerei dell'Alleanza atlantica» e, anche se in chiave difensiva, «possono trovarsi naturalmente in condizioni di combattimento». Lo ha detto il ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, intervistato da Bruno Vespa nella trasmissione «Porta a Porta» di ieri sera su Raiuno. E, sempre a «Porta a Porta» il sottosegretario agli Esteri Umberto Ranieri, che oggi era a Tirana insieme al ministro dell'interno Rosa Russo Jervolino, ha precisato che gli aerei italiani fino a questo momento non sono stati impegnati in operazioni di bombardamento ma solo in operazioni di protezione logistica, che qualche volta hanno comportato anche interventi di combattimento». Scognamiglio ha confermato che aerei italiani hanno seguilo altri velivoli Nato in missione: «Si è trattato - ha detto - di autentiche operazioni difensive La operatività dei nostri aerei è garantita al di qua e al di là dell'Adriatico, sia a protezione delle nostre forze di terra in Bosnia e in Macedonia, sia a protezione di navi e aerei». Alla richiesta di spiegazioni circa la dotazione ai nostri piioti di kit di sopravvivenza, Scognamiglio ha risposto dicendo che anche loro «possono cadere in territorio serbo». «Se nella loro azione di difesa ha aggiunto - per i nostri piloti fosse necessario centrare una batteria di missili serbi, essi lo farebbero». Le parole dol ministro della Difesa arrivano dopo che in giornata erano circolate con insistenza voci che sarebbe stato un missile italiano lanciato da un Tornado del cinquantesimo stormo di stanza a San Damiano a distruggere sabato una postazione radar serba. «I nostri cacciabombardieri - si limita a dire il comandante dello Stormo colon¬ nello Giovanni Ammoniaci - sono impegnati esclusivamente in missioni difensive». In gergo tecnico è il cosiddetto ruolo SEAD (Suppression Enemy Air Defense, distruzione delle difese antiaeree nemiche). Una missione - precisa Ammoniaci - che «si svolge rigorosamente all'interno del nostro spazio aereo». Sabato due Tornado decollati da Piacenza in appoggio ai colleghi tedeschi avrebbero rilevato nel corso della missione un segnare radar proveniente dal territorio serbo. A questo punto il racconto diventa ufficioso: «Quando un radar "ti illumina" spiega un ufficiale di San Damiano - vuol dire che sta per partire un missile. In quel momento devi sparare prima che sparino loro». Il missile HARM (guidata dalle emissioni elettromagnetiche del radar che deve distruggere) sarebbe stato sparato allora: un'azione che a San Damiano definiscono «difesa attiva», in omaggio abe molte prudenze politiche che il ministero della difesa raccomanda ai vertici dell'arma azzurra. Questioni semantiche a parte, l'episodio conferma che i Tornado italiani, inseriti tra i 42 aerei a disposizione della Nato, sono pronti a svolgere un ruolo pari a quello dei partner nell'abeanza. «Se fossimo stati esclusi dal pacchetto di attacco pe: motivi tecnici - dice il comandante Ammoniaci - sarebbe stato avvilente. Noi invece sappiamo di essere preparati e non ci sentiamo assolutamente piloti di serie B». Pur notando un aumento dello stress e del nervosismo tra i suoi piloti, Ammoniaci racconta come i suoi uomini aspettano solo le decisioni politiche per andare in prima bnea. «Non siamo guerrafondai avverte - e non abbiamo deciso noi di fare la guerra. Siamo pronti ad eseguire qualsiasi missione». A «Porta a Porta» U mmislro della Difesa ha poi rassicurato i telespettatori, aggiungendo che alla Nato non risulta che la Serbia ab¬ bia missib per colpire le coste italiane e ha dichiarato che «per quanto è prevedibile» la nostra difesa antiaerea è molto sicura. Rassicurazione anche sul possibile arrivo di profughi. «E' un'emergenza che non ci coglie impreparati - ha detto il ministro - forniremo, insieme alla Protezione civile, strutture sanitarie e abitative e personale per abestire tendopoli e centri di assistenza. La risposta italiana sarà rapida ed efficace». Infine Scognamiglio ha dichiarato a che i servizi di informazione itabani hanno le prove «di atrocità in Kosovo paragonabili alla ferocia nazista», [r. i.j «L'operatività dei nostri aerei è garantita di qua e di là dell'Adriatico a proteggere forze di terra, aria e mare» Un pilota: «Non siamo guerrafondai non abbiamo deciso noi di combattere Siamo pronti a eseguire qualsiasi tipo di missione»

Persone citate: Bruno Vespa, Carlo Scognamiglio, Rosa Russo Jervolino, Scognamiglio, Umberto Ranieri

Luoghi citati: Kosovo, Macedonia, Piacenza, Roma, Serbia, Tirana