Diplomazia italiana al lavoro: fermare le anni

Diplomazia italiana al lavoro: fermare le anni Grande riservatezza sull'incontro in Vaticano, D'Alema sente il francese Jospin e il russo Primakov Diplomazia italiana al lavoro: fermare le anni Scalfaro a sorpresa dal Papa, Mosca preme su Roma ROMA. A sorpresa, in un clima eli grande riservatezza, Pupa Wojtyla e Oscar Luigi Scalfaro si .sono incontrati ieri in Vaticano per parlare di pace nel Kosovo. Il Ouirinale ne ha dato notizia solo a cose fatte, specificando che l'incontro era avvenuto «d'intesa» tra Scalfaro e D'Alema. Una precisazione che pur in assenza di resoconti ufficiali - consente di collocare il colloquio nel quadro di una più vasta offensiva diplomatica italiana. Non a caso ieri si sono registrati importanti cimtatti di D'Alema con il premier francese Jospin 0 con quello russo Primakov, che sarà oggi a Belgrado per una missione delicatissima. Nella lunga conversazione teletonica avuta ieri pomeriggio, Primakov ha informato D'Alema sulla propria «determinazione ad ottenere dei risultati», non nascondendosi pero la «difficoltà» della missione a causa degli «spazi ritratti con Slobodan Milosevic», che però al momento esistono. La preoccupazione e la cautela di Primakov, diplomatico di vecchia data già alla guida del Kgh, si spiegano da un lato con la richiesta irremovibile del premier Slobodan Milosevic di interrompere i bombardamenti prima di iniziare a trattare e dall'altra con il «no» di Belgrado a riconsiderare gli accordi di Itambouillet sul Kosovo, che furono firmati a Parigi solo dalla delegazione albanese. Da fonti diplomatiche italiane si apprende che Primakov vorrebbe oggi convincere Milosevic a «fare un passo avanti e non a trovare un compro messo»: ovvero ottenere la disponibilità a negoziare oggi e, domani, magari ad accettare un contingente di interposizione in Kosovo sotto la bandiera delle Nazioni Unite o dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Coopcrazione in Europa. Anche Jospin ha trasmesso a D'Alema «grande cautela - dicono fonti diplomatiche - a causa dell'incertezza sul risultato della missione». Fra i partner della Nato, ieri sera a Bruxelles prevaleva un certo scetticismo sul blitz di Primakov a Belgrado - pur pubblicamente incoraggiato - unito al conseguente timore di dover affrontare una guerra ancora lunga nei Balcani. Il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, e stato assai cauto, moderando i toni: «Vediamo con forte interesse l'iniziativa di Primakov». Massimo D'Alema hu proferito «non commentare la missione» pur ribudendo la «speranza che si faccia un passo avanti». «Ci sono due condizioni imprescindibili per Milosevic - ha ammonito D'Alema - che cessi la brutale repressione dei civili e che Belgrado si disponga a tornare a discutere sulla base dell'accordo di Rambouihet». Fra Roma e Mosca c'è comunque in queste ore un filo diretto con contatti diplomatici e parlamentari ad ogni livello. La capitale pullula di russi impegnati a far arrivare al governo ed alle forze di maggioranza la richiesta di aiutare la missione odierna a Belgrado di Primakov. A Palazzo Chigi ò stato ricevuto Kostantin Titov, governatore di Sa- mani, amico personale dol presidente Boris Elisili nonché compagno di viaggio di Primakov sull'aereo che lo avrebbe dovuto portare a Washington ma che tornò indietro a metà strada a causa dell'inizio dei bombardamenti su Belgrado. Titov ha chiesto agli stretti collaboratori del presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, di «compiere due passi per sostenere la mediazione». Primo: «Sollevare all'interno della Nato l'incompatibilità fra lo statuto dell'Alleanza e un'azione militare contro un paese sovrano ed esterno al suo territorio». Secondo: «Far presente agli Stati Uniti ed agli alleati che la Russia considera le forze della Nato in Macedonia come una minaccia all'integrità territoriale della Jugoslavia perchè proprio il contingente di terra presente a Skopije potrebbe dar vita ad un'invasione». A chi ha sollevato a Titov la questione doll'eniergenza umanitaria causata dalla repressione dei serbi, lui ha risposto: «I profughi fuggono dalle bombe americane, non dalle armi dei serbi e comunque si tratta in gran parte di albanesi elio Tito accolse in Albania all'indomani di un fallito col- po di Stato». Poco prima che Titov entrasse a Palazzo Chigi, l'ambasciatore russo in Italia, Nicolai Spasski, incontrava a Botteghe Oscure il leader della Quercia, Walter Veltroni, discutendo con lui anche del testo del documento della maggioranza. «Ci aspettiamo aiuto e appoggio dal governo italiano per la missione di Primakov» ha detto l'ambasciatore, facendo presente «la necessità di fermare unilateralmente ed immediatamente i bombardamenti della Nato contro il territorio della Jugoslavia». A Roma c'è anche un'altra delegazione di russi: si tratta di tre deputati deba Duma guidati da Serghei Glotov impegnati in una silenziosa opera di lobbing fra le forze parlamentari per favorire una presa di posizione della maggioranza «contro i bombardamenti ed a favore del negoziato». Negb ambienti dell'ambasciata russa in Via Gaeta non si esclude che dopo il bbtz a Belgrado il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov giunga a Roma (mentre Primakov andrà a Bonn) per riferire sugli esiti. Maurizio Molinari LA RUSSIA «Ci aspettiamo aiuto e appoggio dal governo italiano per la missione del nostro premier Bisogna fermare unilateralmente e immediatamente i bombardamenti» La Farnesina cauta sugli esiti della missione e in Europa prevale lo scetticismo sul blitz del leader russo a Belgrado Fa paura una «guerra lunga» Giovanni Paolo II e Oscar Luigi Scalfaro In una foto d'archivio