Conte, il segreto di sentirsi importante

Conte, il segreto di sentirsi importante La seconda vita del bianconero, che era stato messo in disparte e credeva di doversene andare Conte, il segreto di sentirsi importante Inzaghi: «Sogno Europei alla grande» Si» COPENAGHEN DAL NOSTRO INVIATO Sorridendo, Schmeichel ha detto sabato sera a un collega del Daily Mail che i gol di Inzaghi e di Conte non l'hanno preoccupato: tra il Manchester e la Juve, sostiene il portierone danese, per lui non può finire male come a Copenhagen. In Coppa ci sono altri valori. Ci si catapulta ormai sulla Champions League perchè il fascino della partita con la Bielorussia è modesto. Ancelotti ha parlato con i due juventini: l'argomento Nazionale però è stato soltanto sfiorato da chi fu il vice di Sacchi. La prestazione contro i danesi riconsegnerà alla Juventus due uomini entusiasti: Conte ancora più di Inzaghi. «Non c'è un segreto nel fatto che ho segnato due gol importanti, ad Atene e a Copenaghen. Forse il merito è di Ancelotti che mi ha restituito la fiducia», ha spiegato il capitano bianconero agli inviati di mezza Europa, sorpresi per una giovinezza risbocciata a 30 anni. «Ancelotti mi ha rivalutato e ricostruito psicologicamente. Mi sento ancora protagonista». Dev'essere stato difficile sentirsi scivolare via dalla Juve e dalla carriera, stando zitto. Adesso, che il buonumore ha restituito a Conte la voglia di raccontare, si può comprendere il suo piccolo (per noi, non certo per lui) dramma di professionista che si sentiva messo in discussione, come succede a chiunque perda colpi sul lavoro. Le certezze si erano afflosciate come una gomma bucata. Ma Conte non ne poteva parlare. La Juve di Lippi non aveva bisogno di altre polemiche. «Il primo colpo al morale me lo diede chi disse che non ini chiamavano più in Nazionale perchè non ero sano e non mi ero ripreso dagli infortuni: quindi l'esclusione dal Mondiale. Io invece mi sentivo benissimo. La seconda mazzata, e non so se è stata meno dura, l'ho ricevuta sapendo che io, come Di Livio e Torricelli, non ero più indispensabile alla Juve e mi potevano vendere. Non mi piace buttarla sui sentimenti, però sono cose che dispiacciono. Adesso mi sono ripreso ciò che è mio». Un posto fisso nella Juve, un ruolo in Nazionale anche se spesso si è adattato al part-time e continuerà a farlo, con l'orgoglio di sentirsi un portafortuna («Con la maglia azzurra ho sempre vinto», ricorda). Dopo il Manchester tratterà con Moggi il rinnovo del contratto perchè l'aria e cambiata con la partenza di Lippi. «Ancelotti vorrebbe che restassi a Torino anche dopo il 2000, quando finirà il mio rapporto con la Juve». La Trimurti pensa a prolungarglielo di un anno, per lui è poco. Dall'estero gli hanno mandato messaggi molto chiari, in Spagna e in Inghilterra ci sono club che gli offrono più di quanto può dargli la Juventus: gli ultimi gol hanno aumentato la quotazione. «Però non bisogna inseguire il soldo a ogni costo, se mi fanno capire che sono importante io rimango per sempre a Torino». Le famose scelte di vita, che nei calciatori durano lo spazio di un mattino, e nel caso di Conte, appaiono meditate. E' probabile che molte cose dipendano dalla Coppa e quindi da come andrà a finire contro il Manchester di Schmeichel. Anche il futuro di Inzaghi è appeso allo stesso filo. Ancelotti l'ha dichiarato incedibile: allora perchè le voci sulle possibili destinazioni di SuperPippo non si spengono mai? Ci sono molte cose da valutare. Inzaghi tuttavia è sereno, comunque finisca non cadrà male perchè un attaccante che segna quanto lui giocherà sempre in una grande squadra. «Adesso spiega - non penso alla Juve nè alla partita con il Manchester. Nel mio orizzonte c'è soltanto la Bielorussia che sarà un impegno senza troppi richiami, ma può darci il passaporto definitivo per gli Europei, che sogno di poter giocare, e da protagonista». Se la Nazionale ha rafforzato il morale di Conte, Inzaghi ha ricevuto dalla partita con la Danimarca l'ultima conferma di una condizione fisica eccellente. «Sto bene, e per chi ha giocato per molti mesi convivendo col dolore è una liberazione. Il gol a Schmeichel? Una furbata, ma sono contento di essermi mantenuto freddo al momento di concludere. L'ho incontrato tre volte e gli ho segnalo due gol importanti: sapete come dice il proverbio, il terzo mi piacerebbe piazzarglielo a Manchester o a Torino, non mi importa dove, purché si vada in finale». Intanto c'è di mezzo la Bielorussia, poi la trasferta di Empoli. «Il nostro compito è chiudere in fretta il discorso della qualificazione - dice Conte -. Ce la possiamo fare: questa non è una Nazionale con le bollicine, però è solida e con Baggio e Totti ha pure gli uomini che possono darle fantasia. Ma il fatto più importante è che con Zoff si è ricompattato un ambiente: non è stato sempre così». Marco Ansaldo In gol Inzaghi e Conte: è bastata la Juventus por battere la Danimarca. Ma negli ultimi trant'anni di storia della Nazionale si era già verificato 5 volte che il successo fosse dovuto alle reti di due o più giocatori di un'unica squadra: 3 volte per merito degli juventini (Anastasi-Capello, 2-0 all'Inghilterra nel '73; Gentile-Bettega-Benetti, 3-0 alla Finlandia nel '77; Tardelli-Cabrini, 2-1 all'Argentina nel Mundial '82), 1 grazie agli interisti (Ferri-Altobelli, 2-0 a Malta nell'86), 1 per i laziali (Signori-Casiraghi, 2-0 alla Finlandia nel 94). Altri dieci incontri, sempre negli ultimi 30 anni, sono stati decisi da gol (almeno due) segnati da un unico calciatore della stessa squadra. Anche in questo caso 4 volle per inerito di juventini: Paolo Rossi, 3 gol al Brasile del Mundial '82 e 2 gol alla Polonia sempre in Spagna '82; Robi Baggio (due doppiette nei 2-1 a Nigeria e Bulgaria al Mondiale Usa '94). Doppiette anche per Riva (Cagliari), Boninsegna e Bergomi (Inter), Graziani (Toro), Vinili (Samp), Casiraghi (Lazio). [m. f] GLI JUVENTINI SONO ABITUATI A FAR VSNCERE LA NAZIONALE maghi (a sin ) impegnato contro Hennksen Sopra, la gioia di Conte dopo il gol