Pupone Totti, il Talento del Duemila di Fabio Vergnano

Pupone Totti, il Talento del Duemila Il suo assist per Conte ha incantato tutti, però il giallorosso resta con i piedi per terra Pupone Totti, il Talento del Duemila «Ho bruciato le tappe, ma devo fare altri passi avanti» ANCONA DAL NOSTRO INVIATO «Kr Pupone» ha un'idea fissa: «Devo migliorare», Lo ripeterà dieci volte durante l'intervista celebrativa del dopo Danimarca. E meno male che Francesco Totti non è uno che si sente arrivato. Sarebbe facile cadere in tentazione quando ti sommergono di elogi e ti tanno sentire il numero uno dei numeri uno, l'azzurro da copertina. Lui no, lui vola basso anche a costo di apparire banale. Mai sopra le righe, mai reattivo nellla riposta come invece si dimostra in campo quando entra, inventa la grande giocata e si merita il sette in page! la anche se gioca piccoli scampoli di partita. Che sia il 'l'aleuto con la «T» maiuscola del Duemila non ci sono dubbi Cresciuto alla scuola di Mazzoni', che l'ha allevalo come l'osse per lui un secondo padre, 'l'otti si è affermato con Zeman, abile a trarre il meglio da chi crede in lui e lo segue, Ma tanto non gli e ancora bastato per diventare un punto fermo anche della Nazionale. Chissà che a danneggiarlo non sia proprio questa sua universalità di attaccante che sa lare di tutto, m tante posizioni diverse. Spesso i jolly diventano giocatori di scorta. Totti, con quell'aria da borgataro romano stanco, non ha fretta, non chiede strada neppure dopo aver dato prova di tmalita fuori dal comuni!: «Ilo 2'A anni e tanto tompo davanti. Zoff ha detto che dipende da me? Io credo di fare il massimo possibile e mi sento sempre appagato, ma sono soltanto all'inizio e devo imparare e migliorare». Roma l'ha consacrato campione, ma la non appartenenza ad una squadra di vertice rischia di penalizzarlo: «La nostra stagione per ora è fallimentare, tuttavia qualcosa di buono possiamo anco ra lare, lo devo affidarmi alle mie qualità, il resto conta poco. Ho debilitato a sedici anni, ho bruciato le tappe piìi velocemente di quanto pensassi. Per me il calcio era un gioco, poi la vita ha prèso un'altra piega e ora mi ritrovo qui a gestire; una situazione particolare. Ma non pensavo di diventare importante», Nella sciagurata stagione di Carlos Bianchi allenatore romanista, ha perfino pensato di abbandonare la squadra, a cui invece vorrebbe legarsi in eterno: «E' stato il periodo peggiore della carriera. Con quel signore non c'era proprio feeling, la Sampdoria mi tentava e avevo deciso di lasciare Roma. Per fortuna non l'ho fatto». Ma come ogni campione gli piace essere corteggiato. Tutti farebbero carte false per averlo, ma lui non illude nessuno: «Da sempre ho un debole per il Real Madrid, ma significa poco perchè resterò dove sono. Ilo un contratto fino al 2003, mi piace che si parli di me, però voglio crescere e fare altri progressi nella Roma». Mercoledì potrebbe scattare la sua ora. Nel turn over che Zoff adotterà con la Bielorussia, è più che probabile che Totti trovi spazio negli undici di partenza. Ammette: «Più che crederci, ci spero. Posso fare la mezza punta, come l'attaccante esterno di destra o di sinistra. In ogni caso partire dalla panchina non equivarrebbe a perdere un'altra occasione. Non mi sono sentito penalizzato neppure a Copenaghen: quando ci sono tanti campioni, devi saper aspet¬ tare. Qui nessuno ha il posto assicurato, il mio compito è di mettere Zoff in difficoltà quando dovrà scegliere. Di più non posso fare». Ma se mercoledì Dinone giocasse con tre punte alla Zeman?" «E' un problema suo, una possibUità a cui perora non penso». Ma Totti crede davvero alla metamorfosi zoffiana, anche se i bielorussi invitano ad essere più spregiudicati? «Lui e Zeman sono diversi: c'è chi osa di più, chi di meno. E' questione di mentalità». Gli manca il gol. Con la Roma non segna da tre mesi, in Nazionale fa assist che sono pennellate d'autore, ma non è ancora riuscito a centrare il bersaglio. Piccoli intoppi che rallentano un grande progetto: quello di un Totti campione globale. Per ora nella galleria dei grandi numeri dieci si colloca a metà strada fra un Roberto Baggio e un Del Piero, fra un Raffaello e un Pinturicchio. La Roma può dargli la spinta decisiva, «ma ci vogliono almeno tre ritocchi per spiccare il volo e lottare alla pari delle migliori», ammette il ragazzo. Che può e vuole arrivare nel regno degli indispensabili. Fabio Vergnano acro'5atico intervento di Totti nel finale del match di Copenaghen con i danesi: il romanista è stato l'assoluto protagonista propiziando il gol-vittoria di Conte

Luoghi citati: Ancona, Bielorussia, Copenaghen, Danimarca, Madrid, Roma