Dietro il suicidio spunta una truffa

Dietro il suicidio spunta una truffa La Procura indaga sulla morte di un uomo di Airasca che raccoglieva fondi d'investimento Dietro il suicidio spunta una truffa / clienti dell'agente Sai hanno perso 500 milioni Un agente Sai si uccise in un bosco sopra Villar Perosa il 10 settembre scorso. Era salito sul tetto della sua «monovolume» e si era lasciato cadere appeso per il collo a una corda ancorata all'automezzo: una morte cercata con la forza della disperazione. Dario Lorenzato aveva prosciugato gli investimenti di clienti dell'agenzia di Airasca. Si comincia a saperne qualcosa, a distanza di mesi, perché un pm di Pinerolo, Ciro Sartoricllo, ha aperto un'inchiesta e interrogherà l'ex socio di Lorenzato e attuale agente generale Sai di Airasca, Dario Porporato. L'indagine nasce da una denuncia per truffa presentata dall'avvocato Luigi Tartaglino per conto di alcuni clienti che hanno perso chi 15 milioni, chi 240, in tutto un buon mezzo miliardo. «I miei clienti - racconta il legale sono tutti imparentati fra loro e l'uno ha portato l'altro a investire in polizze e fondi Sai. Ha presente la pubblicità: "Attenzione a dove metti i soldi?". Loro si sono fidati. Lorenzato lavorava in Fideuram e trasferendosi alla Sai portò con sé parte dei clienti». Marina Baglioni: «Per me è stato così. Dal 1985 ero un'assicurata Sai e mi sono sempre trovata bene, sino quando ho scoperto, con i miei familiari, che a nostra insaputa, utilizzando firme false, erano stati disinvestiti i risparmi, cancellati fondi e polizze vita a nostro nome». Tartaglino: «Era stato lo stesso Lorenzato a metterli in allarme con insolite richieste. Poi, il suo suicidio ha confermato i sospetti. I miei clienti si sono recati alla direzione generale Sai di corso Galilei e sono stati tranquillizzati da ben tre dirigenti. Del resto, i miei clienti facevano riferimento all'agenzia di Airasca, ma venivano loro rilasciati ricevute e accrediti su carta intestata Saifond, la Sini che gestisce i fondi di investimento della compagnia e firmati da Pierliugi Bovone, sino a qualche tempo fa responsabile di Saifond». «Sono stati tutti tranquilli - prosegue il legale - sino a quando, in seguito a una mia prima lettera, l'avvocato Dioiùsio, per conto di Sai, ci ha risposto che nulla era dovuto ai miei clienti perché avrebbero trattato con Lorenzato, non autorizzato a operare per conto di Saifond. Peccato che ancora a marzo, quando abbiamo deciso l'azione penale, sul cancello dell'agenzia di Airasca era affissa una targa Sai, «agenti generali Lorenzato-Porporato», e sotto, un'altra di «SaifondSim Agenzia Generale». Sede unica, i miei clienti entravano nei locali e non potevano distinguere fra gli agenti Sai e Saifond. Dov'era il controllo della compagnia?». Come ha reagito la Sai? «Abbiamo presentato denuncia - dice l'aw. Giovanni Lageard - in procura. Prendiamo atto che il responsabile è morto, ma qualcun altro potrebbe aver avuto un ruolo in questa storia di cui Sai non sapeva nulla. Sai non vuole onorare impegni assunti da chi non era autorizzato a raccogliere fondi», lai. ga.l

Luoghi citati: Airasca, Pinerolo, Villar Perosa