Modigliani, la felicità domestica e l'impegno civile di un economista

Modigliani, la felicità domestica e l'impegno civile di un economista J3&M Modigliani, la felicità domestica e l'impegno civile di un economista PER loro è davvero un momento magico. C'è chi, come Renato Dulbecco, arriva addirittura alla popolarità mediatica del festival di Sanremo. Ma anche per quelli che, come Rita Levi Montalcini o Giovanni Sartori o Franco Modigliani, si limitano a un successo più strettamente legato alla professione, questi sono davvero anni di gloria. Il profilo è singolarmente comune: italiani emigrati negli Stati Uniti, dove hanno compiuto carriere folgoranti, in età senile trionfano nella madrepatria mai dimenticata, passando, con imprevedibile leggerezza, da una conferenza accademica a una confessione intima in tv. Prototipo di questi canuti italoamericani baciati da una fortuna biatlantica è Franco Modigliani, premio Nobel 1985 per l'economia, che ha appena racchiuso, a 80 anni, le sue memorie in un lungo racconto curato, con com- plice sapienza, da Paolo Peluffo. Sono ricordi di una vita certamente fortunata, scaturita, però, dalla fuga, prima a Parigi e poi negli Stati Uniti, davanti all'incubo della persecuzione nazista. L'intreccio del libro combina con naturalezza tre piani abbastanza distinti, ma continuamente miscelati: quello intimo e familiare, con gustosi aneddoti di una felicità domestica fondata su un grande amore, quello con Serena, compagna affettuosa e forte della vita errabonda di un professore americano conteso da molte università. C'è, poi, il tentativo di costruire una biografia scientifica dell'autore, naturalmente con un tono divulgativo che riesce a far comprendere, se non ci si fa troppo spaventare da ascisse e ordinate, l'evoluzione delle sue ricerche e delle sue teorie. Infine, c'è la descrizione del ruolo di consulente-provocatore svolto da Modigliani nelle vicende italiane degli ultimi quarant'anni. Dalla lettura risalta, con il tipico suo vigore, il profilo dell'intellettuale americano, impegnato negli studi, ma pronto a verificarli con entusiasmo nella pratica della vita politico-economica del suo Paese. Coerente nell'ideologia, quella di un liberal, per fortuna senza aggettivi, ma anche senza la rigidità di chi non ama la curiosità intellettuale perché teme l'eresia. Colpisce, inoltre, il rapporto con l'Italia, fatto di irritazione per l'irresponsabilità pubblica dei suoi abitanti, ma anche di quel compiaciuto orgoglio di una genialità di cui, senza ipocrisie, Modigliani sente di essere un riuscitissimo campione. Con la massima disponibilità, l'economista italo-americuno si batte per lo sviluppo dello madrepatria, non solo con articoli di giornale, interviste, conferenze, ma soprattutto in una profonda consuetudine intellettuale e morale con la Banca d'Italia. Non sempre i governatori seguono i suoi consigli, ma sempre li ascoltano e, sicuramente, influenzano le loro scelte. Il sodalizio di Modigliani con l'unica scuola di alta amministrazione pubblica che ha avuto l'Italia in epoca repubblicana, testimonia il valore dell'impegno civile del «tecnico», che non ha paura della politica, ma che non le permette di impadronirsi della sua anima. Luigi La Spina ■V venturi; di un oconoihtftu Franco Modigliani Avventure di un economista La mia vita, le mie idee, la nostra epoca (a cura di Paolo Peluffo) Laterza. Pagine 313. lire 30 mila

Luoghi citati: Italia, Parigi, Sanremo, Stati Uniti