Cuccia contagli amici, ma il vero enigma resta Bernheim

Cuccia contagli amici, ma il vero enigma resta Bernheim GLI UOMINI E GLI AFFARI Cuccia contagli amici, ma il vero enigma resta Bernheim Come si sente un signore che, improvvisamente, si trova a sedere accanto a vecchi amici, ora diventati avversari? Come minimo a disagio. E' il calvario che attende oggi Vincenzo Maranghi al consi- ?lio di Mediobanca, dove avrà a ianco Lucio Rondolli, Egidio Giuseppe Bruno e Angelo Marchiò (Ras), tre uomini schierati a favore delle nozze Comit-Unicredit che non piacciono a Maranghi, oltre a Pierfrancesco Saviotti, amministratore delegato di Comit, da tempo in rotta con i voleri di via Filodrammatici. Non basta. Siede in consiglio il presidente di Generali Antoine Bernheim, colpito di recente da una insolita insofferenza per il gioco di squadra, e siedono il presidene di PiVmcenzo relli Marco Maranghi Tronchetti Lucio Rondelli Provera, dato per «indipendente», e Paolo Cantarella clie rappresenta un gruppo, la Fiat, col quale è venuto meno lo storico feeling. C'è da scommettere che l'unico signore che si godrà il raduno sarà il presidente di Bancaroma Cesare Geronzi che, con l'arrivo degli olandesi di Anb Amro nel capitale del suo istituto e il sostegno di Antonio Fazio, può assaporare delle rivincite o quantomeno, secondo la moda imperante, «togliersi dei sassolini dalla scarpa». Non altrettato sereno un altro consigliere di Mediobanca: il presidente di Compart Luigi Lucchini. Il quale, oltre alle mille grane in Comit, deve fronteggiare venti di Opa sulla Compart. Secondo il Financial Times, a Compart guarde¬ rebbe Carlo De Benedetti. Il portavoce Cir continua ad insistere sull'interesse del gruppo per stazioni e aeroporti mentre, su Compart, si limita a ripetere l'asettica formula: «Non commentiamo voci di Borsa». Insomma il consiglio Mediobanca non sarà una passeggata, soprattutto se si considera che, prima, si riunisce il patto di sindacato. Forse un'occasione interessante di spunti per contare «amici e nemici». Aveva detto il braccio destro di Enrico Cuccia cinque mesi esatti or sono, alla assemblea di via Filodrammatici: scalabile, è una preda appetibile. Ivi a lasciatemi nutrire l'illusione che i soci del sindacato, se si verificasse la circostanza, valuteranno con ponderazione le conseguen- «Mediobanca è Antoine Bernheim Tronchetti Provera ze di una consegna dei titoli all'offerente». Contare gli amici è ora più che mai urgente. Da settimane tutti parlano di scalate e di Opa, anche se nulla appare all'orizzonte. Tanto chiasso ha partorito solo due «offerte amichevoli di scambio», lanciate da Unicredit su Comit e dal presidente di San Paolo-Imi Luigi Arcuti su Bancaroma. Dove la parola «amichevole» è sottolineata con tale forza da far sorgere più di un sospetto. Ben poca cosa rispetto alle voci di aggressioni a Generali da parte del presidente di Axa Claude Bébéar, di mani rapaci protese verso la roccaforte di via Filodrammatici, di mire di Giovanni Bazoli su Bui. Significa che la fantasia ha corso più veloce della realtà o che le manovre in corso so¬ no solo tatticismi in attesa che tutto deflagri? Il governatore di Bankitalia ha lasciato capire che si deve a lui se, invece di missili terra-aria, sono partiti solo cortesi biglietti di invito. Ma l'impressione è che, non appena il primo missile si staccherà da terra, nessun governatore potrà fermare la grande guerra. Forse per questo, nessuno arrischia la prima mossa. Se Mediobanca lanciasse un'Opa su Comit, chi può escludere che l'offerta studiata da Alessandro Profumo per la banca di piazza Scala non si trasformi ipso facto in Opa ostile? Nessuno. Ecco perché si preferisce ricorrere ai tatticismi legali per non «svegliare il can che dorme». Tuttavia non si può escludere che in sede di sindacato qual- Cesare Geronzi cimo oggi sollevi la questione di un amministratore delegato che rema contro uno dei suoi grandi azionisti. Anche se il presidente del sindacato, Ariberto Mignoli, sembra certo che tutto filerà via liscio. Nemmeno il consiglio delle Assicurazioni Generali convocato per domani sarà una passeggiata. Non è un caso se uno dei due amministratori delegati del Leone, e vicepresidente di Comit, Gianfranco Gutty ha ieri ufficialmente precisato «per una doverosa informativa, che atteggiamenti e dichiarazioni riportate o attribuitemi da alcuni organi di stampa falsano gra¬ vemente il senso della posizione da me tenuta, nell'esclusiva veste di consigliere, nel consiglio Comit di sabato». Dove, ricordiamolo, egli risultava schierato a fianco del presidente Lucchini. Insomma il rischio è che anche Generali tenti di defilarsi dalla presa di Mediobanca. Un passo più difficile poiché l'istituto presieduto da Francesco Cingano è il suo maggiore azionista, ma fattibile entro certi limiti. Per aggiungere aspettativa ad aspettativa, domani si riunisce il consiglio di San PaoloImi che discuterà di Bancaroma a delle nuove richieste del presidente Geronzi. E sempre domani è fissato il consiglio dell'Ina presieduta da Sergio Siglienti dove, oltre all'esame del consolidato, si dovrà decidere se il consiglio uscente debba presentare una propria Usta di consiglieri all'assemblea del 30 aprile, o lasciar fare agli azionisti con più dell'1%. Valeria Luigi Sacchi Lucchini Vmcenzo Maranghi Lucio Rondelli Antoine Bernheim Tronchetti Provera Cesare Geronzi Luigi Arcuti Enrico Cuccia Luigi Lucchini