«Ma così il commercio muore» di Ugo Bertone

«Ma così il commercio muore» Duello a Cernobbio con Bersani: «Gli sgravi aiutano solo il manifatturiero» «Ma così il commercio muore» Bilie attacca il governo CERNOBBIO DAL NOSTRO INVIATO «Ci abbiamo messi 15 anni a metterci nei guai del debito pubblico. Ce ne vorranno almeno 6 o 7 per venirne fuori...». Pierluigi Bersani, ministro dell'Industria, replica cosi a chi, vuoi dall'industria o dal commercio, chiede una terapia choc per riavviare un ciclo di sviluppo. «La crescita dei consumi ammette il ministro - e bassa ma dal lato dei consumi abbiamo comunque avuto un segno positivo... La crescita e bassa, insomma, ma c'e anche una certa difficolta a rispondere con la produzione alle richieste del mercato interno...». Il governo, insomma, non cambia rotta, avverte Bersani al quartier generale della Confcommercio, confermano che la riforma del settore partirà regolarmente i 24 aprile, in convegno a Cernobbio, anche perché «non sarà necessaria - sillaba Bersani nessuna manovra correttiva». Eppure, non tutti condividono la diagnosi. Giampaolo Galli, direttore del Centro Studi della Confindustria, afferma che «il tasso di crescita previsto, l'!,7% causerà notevoli problemi a livello occupazionale...». «La realtà - commenta Sergio Bilie, presidente della Confomrnercio - e che esiste un forte ritardo della politica... Possibile che Gordon Brown preveda nel budget inglese sgravi fiscali per 19 milioni di sterline e noi si assista fermi alla stagnazione?». La. tre giorni di Cernobbio ha restituito il buonumore al leader dei commercianti. Certo, non c'e stato l'atteso confronto con il ministro delle Finanze Visco, e da Bersani non sono venuti segnali troppo incoraggianti. Ma il commercio, dopo un confronto con i commissari Ue, Karel Van Miert e Mario Monti, imprenditori come Umberto Agnelli, e bamchieri internazionali come Norbert Walter sembra uscito dall'assedio. Ma è così, dottor Bilie? «Soprattutto, sembra caduta l'ostilità tra grande, medio e piccolo commercio. Ci sono ragioni comuni che noi cerchiamo di interpretare: il nostro compito, a questo punto, e quello di dire la verità». E la verità qual è? (disiste ormai una barriera allo sviluppo anche per le medie imprese. Non facciamoci illusioni: nelle telecomunicazioni o nelle banche c'è spazio per grandi ristrutturazioni. Ma per gli altri, in assenza di un'azione dello Stato, c'è il pericolo di essere spiazzati». Ma lo Stato si sta muovendo. La Bassanini, ad esempio... «Basta parlare di Bassanini! E' una riforma, per ora, sulla carta. Una riforma ottima, per la verità, ma per ora non ho visto un solo licenziamento legato alla privatizzazione della pubblica amministrazione. Scusate, ma io tutto questo valore aggiunto a vantaggio dell'economia non lo vedo...». Dal punto di vista fiscale, però, qualcosa si muove. C'è la Supordil... «E' una riforma che premia solo il settori! manifatturiero maturo. Eun buon esempio dell'incomprensione dell'esecutivo per le poteri- zialità del commercio, E' inutile sperare che dall'industria manifatturiera venga un rimedio alla disoccupazione. Anzi, è facile prevedere che l'espulsione continui». Ma Bersani parla di mille miliardi per il turismo e per il commercio... «Per ora, nelle tasche degli imprenditori non e entrato assolutamente nulla. E non mi venga a dire che questa cifra, frutto di una dura battaglia sulla 488, sia un incentivo efficace per un settore che conta 300 mila imprese...» Come si fa, però, a parlare di incentivi? «Giusto, io non voglio polemizzare su una legge o su un singolo stanziamento. Né mi nascondo il problema della guerra, che promette di provocare problemi enormi per il turismo sull'Adriatico e di sicuro non favorirà il de¬ collo dei consumi. Ma ci sono discorsi che vanno al di là della legge Bersani o che sono arrivati ben prima della crisi del Kosovo». E cioè? «Il commercio ha pagato più di ogni altro settore il risanamento del bilancio pubblico. L'avanzo primario è stato ricavato da tagli ai consumi, con effetti di depressione per il mostro comparto. Si poteva fare una politica diversa? Secondo noi sì, ma nemmeno questo conta, a questo punto». E che si può fare? «Quando sento Umberto Agnelli riconoscere che il nostro settore, più di ogni altro, può offrire spazi per nuova occupazione, credo che la risposta sia abbastanza facile. Dopo aver pagato il prezzo del risanamento, con sacrifici pazzeschi, se si pensa che è scomparso, come ha detto Bersani, un esercizio commerciale su tre nei primi Anni Novanta, il commercio dovrebbe poter contare su un ambiente più favorevole». Il vostro nervosismo, forse, si spiega con la congiuntura difficile. O no? «Certo, ci sono cause di crisi, la guerra soprattutto, che non aiutano. Ma la nostra critica riguarda un immobilismo che viene da lontano. E' da troppo tempo che ci parlano del sereno dietro l'angolo». E invece... «Invece qui continua a piovere!» Ugo Bertone Confcommercio accusa «Politica in ritardo finora gli incentivi non ci hanno sfiorati» Il ministro replica «La ripresa sarà lenta dai consumi arrivano segnali positivi» Sergio Bilie presidente della Confcommercio

Luoghi citati: Cernobbio, Kosovo