Intrigo tra i mercanti d'arte di Giovanni Bianconi

Intrigo tra i mercanti d'arte Forse un furto su commissione: l'opera di Schor vale tre miliardi Intrigo tra i mercanti d'arte Taglia milionaria sui ladri della consolle LA STORIA IL CAPOLAVORO RAPITO ROMA EL salone dov'è rimasta per oltre tre secoli - al piano nobile di palazzo Ruspoli, tra via del Corso e Fontanella Borghese - non c'è più. In questi giorni dovrebbe stare a New York, nel museo del Bard Graduata Center for Studies in the Decurative Arts, tra la diciottesima e l'ottantaseiesima strada. Ma non è neppure lì. L'unico posto in cui si può vedere è nel sito Internet dell'Arma dei carabinieri. Comando tutela patrimonio artistico, elenc ) delle opere d'arte rubate: tra strumenti musicali e quadri d'epoca finiti chissà dove, ecco la foto a colori della consolle intagliata tra il 1640 e il 1650 da Giovan Paolo Schor, ebanista seguace di Gianlorenzo Bernini. «Stile barocco - recita la didascalia -, consolle in legno scolpito e dorato, fascia traforata a volute e rocailles, motivi vegetali raffiguranti piante e foglie di acanto, gambe a crociera in legno intagliato e dorato a volute terminanti a foglia». Il valore non c'è scritto, ma per la Sotheby's di Londra si aggira sul milione di sterline, circa tre miliardi di lire. E dopo sei mesi di inutili ricerche e speranze mal riposte l'avvocato Roberto Memmo - intraprendente e discusso collezionista leccese, che ha impiantato la sua fondazione proprio a Palazzo Ruspoli ha deciso di mettere una taglia. «Chiunque fosse in grado di fornire notizie utili al ritrovamento della consolle dice - riceverà una lauta ricompensa». Quanto? Una cifra esatta non c'è, ma l'avvocato è disposto a pagare anche cento e più milioni a chi l'aiuterà a recuperare il suo tesoro scomparso. «Era una dei pezzi più pregiati del palazzo racconta Memmo col tono grave di chi parla di un caro estinto -, schedato all'archivio di Stato e a quello vaticano, costruito nel Seicento per il cardinale Caetani. Nessuno l'aveva mai spostato da qui, e col senno di poi neanch'io dovevo farlo. Invece...». Invece un anno fa è cominciata una vicenda misteriosa che si snoda tra palazzi storici, antiquari e mercanti d'arte che non s'è ancora conclusa. L'inizio è una telefonata a Memmo arrivata da New York, dal Bard Graduate center che per la primavera '99 aveva in cantiere l'esposizione su «vita e arti nei palazzi barocchi di Roma». Dice l'avvocato: «La consolle doveva essere il pezzo principale. Io lì per lì non lo volevo dare, ma era un'iniziativa importate, e alla fine ho accettato. L'assicurazione e il trasporto sarebbero stati a carico degli americani, ma c'era bisogno del restauro, in trecento anni nessuno se n'era mai incaricato». Per il restauro la soprintendenza dei Beni culturali indica a Memmo l'antiquario Gianfranco Cattani, che lavora in un altro angolo di Roma antica, via dei Cappellari, due passi da Campo de' fiori. Fatta la perizia e in attesa di siglare il contratto d'assicurazione, la consolle esce da palazzo Ruspoli e approda nella bottega di Cattani, un piccolo spazio ricavato in edificio che - ricorda una targa - nel 1698 diede i natali al poeta Metastasio. L'antiquario si mette subito al lavoro, ritoccando il legno e sulla doratura delle foglie. Il restauro va avanti centimetro dopo centimetro, e per settimane U capolavoro di Schor fa bella mostra di sé nella piccola bottega. Passa l'estate, e a settembre il lavoro è quasi finito. «Ormai mancava poco alla consegna», ricorda Cattani che la mattina di sabato 12, quando va ad aprire il negozio, trova la sorpresa: la saracinesca scassinata e la consolle sparita. Insieme al pezzo pregiato i ladri hanno portato via altri oggetti, ma il vero «colpo» è il capolavoro di Schor. Ancora oggi Gianfranco Cattani preferisce tacere: «Non voglio rinnovar l'antico dolore. Com'è andata è semplice: qualcuno durante i mesi di lavoro l'ha vista, è passata la voce, e siccome esistono mercanti d'arte che usano questi sistemi è stato ordinato il furto. La mia reputazione per fortuna è salva, ma il danno d'immagine, oltre a quello economico, è stato notevole». Già, il danno economico. L'assicurazione non era stata ancora stipulata, e quando sente parlare di soldi l'avvocato Memmo sorride: «Chi vuole che paghi? Non ne ho idea. Per me adesso l'importante è recuperare il pezzo. Io penso al furto su commissione, ma c'è anche la possibilità che la consolle sia stata sezionata per ricavare col legno antico tanti piccoli pezzi da piazzare sul mercato. Sarebbe un danno irrepara¬ bile, l'ipotesi peggiore». Il furto è avvenuto di notte, e in via dei Cappellari - una strada che non è certo un salotto, dovi; gli artigiani del legno lavorano all'aria aperta davanti alle botteghe sempre troppo piccole, preoccupati più per il possibile scudetto della Lazio che per le sorti del mobile seicentesco - danno tutti la stessa versione: il vicolo è stretto, ma c'è un arco dov'è stato possibile nascondere il furgone. Nel negozio di Cattaui non c'erano antifurti, e i rumori saranno stati simili a quelli provocati ogni notte da chi scarica la merce per il mercato di Campo de' Fiori. Risultato: nessuno ha visto niente, nessuno ha sentito niente. Nel suo ufficio di piazza Sant'Ignazio il generale Roberto Conforti, responsabile del Comando carabinieri per la tutela del patrimonio artistico, commenta: «L'anomalia non sta tanto nel furto, quanto nel fatto che in tutti questi mesi negli ambienti che teniamo sotto controllo non s'è mai parlato della consolle. In casi del genere, prima o poi, nel giro del mercato parallelo una parola o un'informazione vengono sempre fuori. Stavolta invece niente». Un «pezzo» come quello non si vende facilmente, l'alternativa al furto su commissiono (magari ordinato all'estero) è uno sgarbo fatto a Memmo, ingombrante personaggio dalle variegate amicizie, stimato da alcuni e malvisto da altri. «Ma io non ho nemici - ribatte l'avvocato -, le chiacchiere su di me sono tutte senza fondamento. E' vero, il mio nome stava negli elenchi della l'2, ma io non sono mai stato iscritto a quella Loggia, 10 dice pure in una sentenza, li la mia fedina penale è pulita. Di certe maldicenze non voglio sapere neanche chi le mette in giro; e poi a me che danno hanno fatto? Semmai chi ci rimette è l'Italia, un Paese che non riesce a proteggere beni di questo valore». Nel frattempo il catalogo della mostra del Bard Graduate Ceti ter è stato stampato, e la cotisol le troneggia in copertina. L'esposizione s'è aperta 1' 11 marzo e continuerà fino al 13 giugno, ma l'angolo destinato al capolavoro di Palazzo Ruspoli è rimasto vuoto. In attesa che ricompaia e 11 mistero si sveli, a chi vuole ammirare quei volteggi di legno dorato non resta che navigare su Internet, indirizzo www.carabinieri, itytpa. Giovanni Bianconi In questi giorni doveva essere esposta in un museo di New York Sparita dal laboratorio di restauro Accanto il generale Bruno Conforti, responsabile per la tutela del patrimonio artistico. A sinistra: la consolle intagliata da Giovan Paolo Schor tra il 1640 e il 1650

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