E la scarpa può dare una vera dipendenza

E la scarpa può dare una vera dipendenza Da soli cambiano il guardaroba e possono decidere sull'eleganza di una persona E la scarpa può dare una vera dipendenza ORA che le droghe pesanti sembrano in declino in tutto il mondo occidentale, l'eroina non usa più, il crack viene debellato anche nei ghetti delle città americane e la cocaina è considerata roba da dementi, c'è un solo serio tipo di tossicodipendente in aumento continuo nelle nostre città: la compratrice maniaca di scarpe, o scarpara. Donna apparentemente normale, con un lavoro e una famiglia, è affetta da un'incontrollabile ossessione calzaturiera; proprietaria di molte paia di scarpe (quasi sempre decine), non resiste a comprarne continuamente, che le metta o no. La vera scarpara è sopra i trenta, e coltiva la sua passione fino alla tarda età; da ragazza, si conteneva per motivi di reddito, e anche perché la sua vita era più varia e imprevedibile. Ma quando il suo reddito diventa apprezzabile e la sua vita più regolare, le scarpe assumono un ruolo cruciale. Se è depressa, compra scarpe; se è arrabbiata, si consola con altre scarpe; se è in trasferta per lavoro, ne approfitta per devastare negozi di scarpe finora ignoti; se è in vacanza, si impadronisce di sandali o stivaletti, a seconda della latitudine. Spende molto ma non ci fa caso; solo l'estratto conto della banca, ogni tanto, la fa riflettere. Non troppo però: la sua tossicodipendenza è autentica, e si alimenta solo di calzature di buon livello e di tendenza, quindi care. Soprattutto, non compra mai le scarpe perché le servono (ha già una scorta sufficiente fino al 2020); ma perché non può farne a meno. Così, entra in possesso di strane configurazioni bombate in punta tipo Minni e tacco a forma di scultura contemporanea, come anche di sandali a stiletto di 20 centimetri, magari bianchi, stile comunione sadomaso. Le abitudini, le esigenze personali non c'entrano niente, con queste scelte. C'entrano molto fantasie intense mai confessate. E recente il caso di un'ottima professionista, mamma di due bambini, che ha comprato un paio di sandaletti a spillo in velluto viola degni di Valeria Marini imitata da Sabina Guzzanti, lire 400 mila, perché la facevano sentire come nessun uomo e nessun'altra scarpa. O quello di una nota parlamentare che si è convinta a comprare degli stivali cattivi immaginando il suo leader prono e feticista davanti a quelle meraviglie. Una volta comprate, ovviamente, le scarpe van tenute bene. Non tutte, ci riescono, causa mancanza di tempo. Le più sagge le conservano con le forme con la molla, quelle con più spazio a casa installano le scarpiere con cassetti trasparenti; così possono guardare anche le scarpe mai messe. Senza troppo pensare alle teorie psicanalitiche sulla scarpofilia o all'analogia con gli organi sessuali femminili, o alla psicologia pop secondo cui la donna scarpista è più passionale. La scarpara spiega semplicemente che è la vera eleganza è stare in magliettaccia ma con delle scarpe memorabili. Che non siano, è ovvio, scarpe da ginnastica. Non le usa la scarpara più imbarazzante di tutte, Monica Lewinsky; che racconta nelle sue memorie delle vesciche da camminate con tacco alto. Non le ammettono le mamme scarpare che si fanno tre giorni di Eurodisney con tacchi da undici centimetri. Non le tollera una nota scarpara dell'ambiente artistico (sono le più dure e pure), che negli ultimi due anni ha viaggiato su trampoli nei monti dell'Atlante, nel deserto del Sahara, in India e in Ladakh. E' ancora viva; ossa e legamenti sono a posto. E' la prova del fatto che, se si crede in qualcosa, tutto è possibile. Ma se non si è scarpare vere non è il caso di imitarla. Come la camminata sui carboni ardenti, lo scarpismo estremo è solo per le adepte. Maria Laura Rodotà La novità dell'anno si chiama body-bag: bisaccia antiscippo che cinge vita e torace per la sera invece astucci-croissant a borsa «Croissant» di Fendi le due tendenze per le calzature: a sandalo o con tacchi altissimi otto: Kenneth Branagh con occhiali Web ALTO E la scarpa può dare una vera dipendenza viola degni di Valeria Marini imitata da Sabina Guzzanti, lire 400 mila, perché la facevano sentire come nessun uomo e nessun'altra scarpa. O quello di una nota parlamentare che si è convinta a comprare degli stivali cattivi immaginando il suo leader prono e feticista davanti a quelle meraviglie. Una volta comprate, ovviamente, le scarpe van tenute bene. Non tutte, ci riesconocausa mancanza di tempo. Le più sagge le conservano con le forme con la molla, quelle con più spazio a casa installano le scarpiere con cassetti trasparenti; così possono guardare anche le scarpe mai messeSenza troppo pensare alle teo La borsa «Croissant» di Fendi e le due tendenze per le calzature: o a sandalo o con tacchi altissimi Sotto: Kenneth Branagh con occhiali Web

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