Gli scioperi bloccano Israele di Aldo Baquis

Gli scioperi bloccano Israele Il premier Netanyahu: i laboristi cercano consensi per il voto del 17 maggio Gli scioperi bloccano Israele Caos in vista delle elezioni TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Non c'è un'atmosfera particolarmente gioiosa in Israele a pochi giorni dalle celebrazioni della Pasqua ebraica: i supermercati sono circondati da montagne di rifiuti, perché i funzionari della nettezza urbana sono in sciopero. I treni sono paralizzati, le banche aprono in ritardo, gli uffici pubblici sono chiusi ormai da cinque giorni. Le migliaia di israeliani che contano di sfruttare il «ponte» pasquale per distendersi i nervi all'estero devono cimentarsi al l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv con agitazioni a singhiozzo, sempre nuove e soprendenti. Una volta si spengono i computer e le prenotazioni scompaiono. Poi è la volta dei nastri per la raccolta delle valigie, che si arrestano senza apparente ragione. L'unico tecnico che forse sarebbe in grado di ovviare al guasto risulta irreperibile. Per i viaggiatori in arrivo, la situazione non e meno rosea perché i funzionari della dogana hanno escogitato Io «sciopero alla rovescia»: invece eli assentarsi clal lavoro, controllano tutto e tutti, si interessano ad ogni balocco acquistato all'estero, ispezionano meticolosamente ogni borsa. Dietro ai banconi si fanno code di ore. Alle radici di tanto sconquasso, sospetta il premier Ben va min Netanyahu, c'e un movente bassamente politico: le elezioni sono fissate infatti per il 17 maggio e i laburisti (e con loro, la centrale sindacale Histadrut) tentano - a suo parere - di guadagnare punti preziosi fra i lavoratori. Il segretario generale della Histadrut, Amir Peretz, respinge però con sdegno tali insinuazioni. Sul suo quaderno i conti non tornano: negli ultimi diciotto mesi di inflazione i salari hanno perso l'otto per cento del loro valore e il ministero delle finanze propone allesso com¬ pensi solo del tre per cento. Fra gli statali gli stipendi sono talmente bassi - rileva Amir - che nei livelli inferiori si sfiora già la povertà. Il margine di manovra è inesistente, conclude il leader sindacale. Ma anche il ministro delle Finanze Meir Shitrit ha un suo quaderno su cui sta scritto che per accogliere le richieste dei lavoratori occorre reperire alla svelta quattro miliardi di shekel, quasi un miliardo di dollari, che in cassa non ci sono. «Ditemi voi da dove devo prenderli» ha esclamato Shitrit venerdì notte, prima di sospendere i negoziati. «Forse dai disoccupati? Porse dai pensionati?». Giunto ieri al quinto giorno, lo sciopero indetto dai 400 mila dipendenti statali si è dunque esteso ad altre categorie, in segno di soldarietà. E sempre nel segno della soli- darietà ieri Peretz ha varato il nuovo partito operaio israeliano «Am Ehad» (Un popolo unito). Fra i candidati in parlamento ci sono membri dei comitati operai più forti e combattivi di Israele - la compagnia della luce, la compagnia dei telefoni, l'industria aerea - che in passa¬ to hanno paralizzato il Paese per sostenere categorie più deboli. Nei vertici del nuovo partito figurano inoltre l'ex deputato falasha (minoranza nera d'origine etiope) Adissu Massaia e Nadia Hilu, una attivista araba di Jaffa. «Scioperiamo per riaffermare la dignità dei lavoratori» ha esclamato ieri sera il numero due di «Am Ehad», Haim Katz, mentre le ferrovie restavano paralizzate e l'aeroporto Ben Gurion precipitava nel caos per l'improvviso annullamento di una cinquantina fra decolli e attcrraggi. I passeggeri così bloccati hanno dunque avuto tutto il tempo di fantasticare sull'avveniristico progetto dell'istituto politecnico Technion di Haifa di avviare trasporti di massa via mare fra Tel Aviv e Haifa a bordo di traghetti veloci capaci di trasportare fino a 600 passeggeri: 80 chilometri in 80 minuti, secondo gli esperti. I vantaggi sono molteplici, e includono la riduzione della congestione delle strade, degli incidenti e dell'inquinamento. Aldo Baquis Il ministro Shitrit «Per aumentare gli stipendi serve un miliardo di dollari Dove li prendo? Dai disoccupati?» A sinistra, il Primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu

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