Serbi e pacifisti nei cortei anti-Nato

Serbi e pacifisti nei cortei anti-Nato Serbi e pacifisti nei cortei anti-Nato In Europa bandiere bruciate, scontri e preghiere ROMA. Milano, Bruxelles, Parigi, Vienna, Budapest e Bucarest sono state tra le città europee teatro ieri di manifestazioni anti Nato, alle quali hanno preso parto soprattutto, anche se non solo, cittadini serbi emigrati che protestavano contro i bombardamenti della Nato contro le forze serbe in Kosovo ed in Jugoslavia. Un centinaio di persone con bandiere della federazione jugoslava hanno inscenato una manifestazione in Piazza della Scala, davanti al Municipio di Milano, tra le 19 e le 20. Si è trattato di una protesta pacifica: i serbi di Milano si sono limitati a espone uno striscione con scritti; contro la guerra e contro la Nato e hanno acceso decine di candele che poi, prima di allontanarsi, hanno lasciato intorno a uno dei lampioni davanti all'ingresso di Palazzo Marino. La bandiera jugoslava ha sventolato ieri per il secondo giorno consecutivo davanti alla sede della Nato a Bruxelles, ad opera di diverse decine di serbi, tra cui numerose donne, che scandivano lo slogan «il Kosovo è serbo» e denunciavano la morte di «170 persone» per effetto dei bombardamenti Nato. Incidenti, ieri pomeriggio, fra polizia francese e manifestanti serbi, si sono verificati davanti all'ambasciata degli Stati Uniti a Pa- rigi, a place de la Concorde. Secondo testimoni oculari, gli agenti che erano di guardia davanti alla sede diplomatica dove circa 800 serbi si erano ammassati nel primo pomeriggio, hanno respinto i dimostranti, una parte dei quali aveva messo per traverso nella piazza le transenne metalliche di protezione. I serbi hanno lanciato sassi e bottiglie cercando di colpire la facciata dell'edificio. I serbi si erano radunati davanti all'ambasciata degli Stati Uniti sventolando bandiere, al grido di «Clinton assassino» e «Clinton Hitler». In mattinata - numerosi - avevano risposto all'appello di un «comitato europeo per la difesa della Repubblica federale di Jugoslavia c degli interessi nazionali serbi». Intere famiglie, giovani, anziani, avevano scandito slogan contro la Nato, contro il presidente americano Bill Clinton e contro l'indipendenza del Kosovo. «Il Kosovo non lo cederemo» e «Slobo-Slobo» alcuni dei cori più frequenti. La comunità serba in Francia - fra i due Paesi era tradizionale l'amicizia e l'alleanza internazionale conta 80.000 persone, 50 mila delle quali nella sola regione di Parigi. In Austria, dove vivono circa 300 mila jugoslavi, in maggioranza serbi, vi sono state manifestazioni a Vienna, Salisburgo e Klagenfurt. A Vienna la manifestazione, che era stata organizzata dal Partito comunista austriaco, ha fatto seguito a quelle analoghe dei tre giorni passati ed ha visto la partecipazione di oltre 10 mila persone. A Salisburgo un cartello recava la scritta «di nuovo bombe tedesche». Nel centro di Budapest circa 250 persone hanno manifestato per iniziativa del gruppo pacifista ungherese «Alba Koer» (contrario all'ingresso dell'Ungheria nella Nato), L'Ungheria ha messo a disposizione della Nato il suo spazio aereo, ma ha rifiutato di partecipare attivamente agli attacchi della Nato. Circa 300 persone hanno preso parte a Bucarest ad un servizio religioso e ad una processione in onore delle «vittime serbe degli attacchi della Nato». E manifestanti anti-Nato che hanno preso parte a un corteo nei pressi di Aktion (Grecia occidentale), hanno bruciato una bandiera europea. Lo ha reso noto la polizia greca al termine del corteo terminato davanti a una base aerea greca che ospita tra gli altri tre aerei radar americani del tipo «Awacs» (attualmente assenti) in forza alla Nato. I manifestanti, in prevalenza comunisti e pacifisti, sono convenuti in buona parte con autocarri da varie località della Grecia occidentale: scandivano slogan ostili agli Stati Uniti ed alla Nato. Vincendo l'opposizione della polizia, alcuni giovani sono riusciti a imbrattare con vernice rossa i muri della base. Proteste e tafferugli anche sull'isola greca di Creta, davanti a una base navale americana di sopporto logistico, ma anche in altre località della Grecia. Un corteo di manifestanti in automobile è sfilato davanti alla base della forza della Nato (Sfori di Ranici alla periferia di Banja Luka, capitale della entità serba di Bosnia. Vi hanno preso parte soprattutto studenti che avevano affìsso alle portiere delle auto bandiere serbo-bosniache o jugoslave. Un migliaio di persone hanno manifestato infine a Podgorica, capitale del Montenegro (che fa parte, insieme alla Serbia, della federazione jugoslava) contro «l'aggressione della Nato». I manifestanti, riunitisi davanti al Centro di informazioni del governo americano, scandendo slogan come «Clinton assassino», «Fascisti fuori», «Nato criminale», hanno bruciato grandi poster raffiguranti il presidente americano Bill Clinton ed il segretario generale della Nato, Javier Solana. Alcuni giornalisti stranieri presenti sono stati insultati dai manifestanti che hanno distrutto gli attrezzi di un cameraman sloveno. [Agi-Ansa)

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Hitler, Javier Solana