Arkan, specialista dell'orrore

Arkan, specialista dell'orrore IL REGISTA DEI MASSACRI Arkan, specialista dell'orrore Dalla malavita alla pulizia etnica ZAGABRIA «al feX NOSTRO SERVIZIO Dove ci sono morte e terrore, li ci sono Arkan e le sue milizie cetniche. Il famigerato comandante delle «Tigri», le formazioni paramilitari serbe che hanno massacrato migliaia di civili nelle guerre di Croazia e Bosnia è ritornato nel Kosovo. Fedele al suo passato, ancora una volta il quarantasettenne Zeljko Raznjatovic, meglio noto come Arkan, sarebbe alla guida dello feroci truppe che stanno incendiando e saccheggiando i villaggi kosovari, uccidendo chiunque si trovi sulla loro strada. Si stanno ripetendo le carneficine compiute contro i croati della Slavonia, e i musulmani della Bosnia Orientale, dove Arkan e i suoi hanno trucidato centinaia di civili. Questa volta le vittime sono gli albanesi. Arkan è ritornato in campo quando ormai sembrava si fosse definitivamente dedicato al suo businness ufficiale di Belgrado: proprietario di alcuni locali rinomati e di una catena di negozi, nonché della squadra di pallone dell'FK Obilic, diventata anche campione della Serbia. Nato nel 1952 Arkan è entrato ancora giovane nel mondo della piccola malavita di Belgrado. Ma è stato ben presto ingaggiato dai servizi segreti jugoslavi con il compito di eliminare i nemici del comunismo titino. Una volta all'estero Zeljko Raznjatovic si è dedicato con molta più passione alla criminalità quotidiana. Decine di furti e rapine lo hanno portato nelle prigioni di mezza Europa. Dalla Svezia, dov'è vissuto per alcuni anni, all'Italia da dove è riuscito ad evadere da Regina Coeli. Da allora è ricercato dall'Interpol il che gli im- pedisce di viaggiare all'estero. Quando la sua squadra di calcio è dovuta andare in trasferta fuori dal Paese, per evitare guai Arkan ha nominato presidente sua moglie Svetlana Velickovic. Nota con il nome artistico di Ceca, la terza consorte di Arkan è una delle più famose cantanti folk della Serbia. Il loro matrimonio, celebrato in magna pompa nel febbraio del 1995, è stato trasmesso in diretta dalla televisione di Belgrado, perché Arkan era diventato nel frattempo un eroe nazionale serbo. All'inizio della guerra in Jugoslavia si era dato all'addestramento delle sue milizie. Al loro comando ha preso il controllo della Slavonia Orientale, la regione all'Est della Croazia che è stata occupata dalle forze serbe fino al '97. Ed è stato proprio lì che Arkan ha trovato la vera fonte di guadagno: nei pozzi di petrolio di Djeletovci. Per anni ha sfruttato le ricchezze della Slavonia, piazzando le merci sul mercato affamato della Serbia. Forte della sua grande popolarità nel dicembre del '93 si è candidato alle elezioni di Belgrado con il suo Partito Serbo per la Riunificazione. «Questo è il nostro sogno serbo: un popolo, una lingua, una Chiesa, un Parlamento, un presidente, un sogno - gli Stati Uniti di Serbia». Con questo slogan ha portato avanti la campagna elettorale dopo aver tolto, almeno temporaneamente, la sua divisa di «signore della guerra». Non ha ottenuto il successo desiderato, ma si è assicurato una posizione privilegiata nella società di Belgrado, dove tutti questi anni ha vissuto da miliardario. Ed è così che ha potuto permettersi il lusso di finanziare con un milione di marchi tedeschi il partito secessionista del Sud del suo amico italiano Giovanni Di Stefano, che gli ha fatto da testimone alle nozze con Ceca. Ingrid Badurina E' diventato ricco con il petrolio della Slavonia Per i serbi è un eroe nazionale Il capo delle milizie cetniche Arkan responsabile dei massacri

Persone citate: Giovanni Di Stefano, Ingrid Badurina, Svetlana Velickovic, Zeljko Raznjatovic