Kamikaze a Istanbul

Kamikaze a Istanbul In piazza Taksim, cuore della città: la donna aveva 21 anni. Obiettivo, un furgone della polizia Kamikaze a Istanbul Curda si fa saltare, dieci feriti ISTANBUL. Nella metropoli sul Bosforo ieri mattina c'era un clima festivo. Lunedì inizia infatti il Kurban Bayram, la festa del sacrificio, che ricorda l'obbedienza di Abramo, pronto a sacrificare il figlio Isacco alla volontà di Dio. Dopo gli attentati delle ultime settimane, che hanno colpito soprattutto Istanbul, la polizia ha rafforzato le misure di sicurezza, e la piazza Taksim, vero cuore della citta, era presidiata da numerosi agenti. Attorno alle 12,30, approfittando della folla, una giovane donna si avvicina ad un furgone della polizia. Un agente, insospettito, la ferma, ma la donna alza le braccia in alto, facendo esplodere due granate evidentemente collegate con cordicelle ai polsi. Il suo sacrificio, nel giorno di Abramo, non basta a cogliere la vita delle vittime predestinate, i poliziotti, ma provoca dieci feriti, tre dei quali sono agenti. Esma Yurdnkul, 21 anni, nata nella provincia di Tunceli, in quella Turchia orientale teatro clella lotta curda, si era presentata all'appuntamento con la morte imbottita di esplosivo: due granate sono esplose, uccidendola sul colpo, ma addosso ne aveva altre tre, e ancora un'altra nella borsetta. Si scatena il solito inferno che accompagna gli attentati terroristici: panico tra la folla, fuggi fuggi generali!, urla di paura e di dolore, sirene. Esma è a terra, come alcuni dei feriti (uno è in condizioni critiche). Sulla portiera dell'autobus della polizia che doveva essere il suo obiettivo c'è una larga macchia di sangue. Poco dopo arriva il capo della polizia della città, Hsan Ozdmir, La piazza viene sgomberata e completamente isolata, mentre le tv e l'agenzia Anadolu iniziano a trasmettere le prime informazioni. Si dice che una persona è stata arrestata, ma non è vero. Si dice anche che un giovane è ricercato, e più tardi questa notizia verrà confermata. E' un uomo di circa 2fi anni, che secondo i testimoni è fuggito subito dopo lo scoppio. Si dico che la responsabilità dell'attentato va attribuita al Pkk, il Partito comunista curdo di Abdullah Ocalan. Ma è un'indicazione quanto meno dubbia. In un'intervista rilasciata a quotidiano curdo pubblicato in Europa, «Ozgur Politika», il comandante militare del Pkk, Ce¬ rnii Bayik, aveva infatti smentito recisamente la responsabilità dei suo partito nell'ondata di attentati dinamitardi in Turchia. E uno dei quattro avvocati che venerdì sono andati a trovare Ocalan nel supercarcere di Imrali, Mahmut Cakar, aveva fatto sapere che Apo «non approva gli attacchi e non vuole che ne siano compiuti altri». Ocalan, anzi, aveva consegnato agli avvocati un messaggio con cui invitava il governo turco a cercare «una soluzione democratica» al problema curdo, per garantire «un futuro di pace e di libera unità» al Paese. Una apertura politica, insomma, che offre il proseguimento della tregua proclamata dal Pkk in cambio di «una partecipazione democratica e politica dei curdi» alla vita della Turchia. Ma sono aperture che le frange estremiste, in Turchia e altrove, non approvano. Ieri è morto a Kassel, città tedesca dell'Assia, un giovane curdo di 17 anni che si ora dato fuoco venerdì per ...... yj|^iTv-»~»rJ protestare contro le torture cui, a suo dire, sarebbe stato sottoposto Apo. Ma, cosa più importante, nel panorama politico curdo è apparso un nuovo attore: il Mkig (Forze nazionaliste della vendetta curda), che ha rivendicato l'attentato del 13 marzo contro un centro commerciale di Istambul (13 morti) ed ha promesso il proseguimento della campagna terroristica. La Turchia è un Paese in cui le sinistre sono ancora ai limiti dell'illegalità e in cui gli islamisti vengono perseguiti da polizia e tribunali. Il 13 marzo la polizia aveva caricato un corteo di sini- stra fermando 700 persone. E venerdì, accompagnato da migliaia di sostenitori che gridavano «tu onori la Turchia», si è presentato in carcere l'ex sindaco islamico di Istanbul, Recep Tayyip Erdogan, condannato a 4 mesi per incitamento all'introduzione della Sharia, la legge islamica. Citando un poeta turco del secolo scorso («i minareti sono le nostre baionette e le moschee le nostre caserme»), Erdogan ha invitato i sostenitori a votare per il Partito della virtù nelle elezioni del 18 aprile prossimo. Non sarà una campagna elettorale facile. [f. sq.) Si è avvicinata agli agenti tra la folla riunita per la Festa del sacrificio che onora Abramo Un agente esamina il corpo della giovane donna-kamikaze dopo l'attentato A sinistra il leader del Pkk Abdullah Ocalan in carcere dal 16 febbraio scorso

Persone citate: Abdullah Ocalan, Bayik, Bayram, Erdogan, Kassel, Ocalan