Sotto i raid, via Internet

Sotto i raid, via Internet Sotto i raid, via Internet le fotografie da B92, la radio indipendente LE voci arrivano incerte, gracchiami, con pause che raggelano. Sono le voci dalla guerra più censurata, orfana perfino delle riprese dell'onnipresente «Cnn». «Qui ci bombardano, e non sappiamo neanche chi ci bombarda», dice, grave, un reporter senza nome da Pristina. Per quanto labile, l'anonimato è la sua unica difesa. «Qui vicino i serbi hanno raso al suolo due villaggi». L'uomo senza volto sta parlando da una schermata di www.B92.net, l'indirizzo Internet di B92, la radio indipendente di Belgrado che sarà ricordata come l'eroina del conflitto invisibile. «Non sappiamo se ci hanno colpito i serbi oppure gli aerei della Nato. Sappiamo soltanto che prima di ogni blitz mancano sia l'acqua che il gas». Poche frasi, secche, che rivelano più delle dirette telefoniche di reporter occidentali rinchiusi nelle camere d'albergo: «La gente ha dato l'assalto ai magazzini a caccia di cibo e adesso le strade sono deserte. Sappiamo che i serbi hanno assassinato un avvocato e i suoi due figli». La corrispondenza dura poco, ma abbastanza per dare l'idea di che cosa significhi essere intrappolati tra due fuochi, tra le bombe intelligenti dei liberatori occidentali e i proiettili delle forze di Slobodan Milosevic, addestrate alla pulizia etnica. E' uno dei miracoli della radio, che attraverso la Rete invia le voci, le immagini e le notizie che il piccolo Hitler dei Balcani vorrebbe negare al proprio popolo. Solo a volte ci riesce, perché le comunicazioni sono difettose, le linee vengono sabotate, i giornalisti minacciati. Impossibile chiamare la coraggiosa redazione. Il segnale di occupato è perenne. Eppure B92 continua, come fa da sette anni. I momenti tragici sono la benzina che la tiene in vita: successe per esempio nel '96, quando fu l'unica a raccontare in diretta le dimostrazioni di piazza seguite all'annullamento delle elezioni. B92 sta in prima linea e chi ce la fa, e chi ha la pazienza di scaricare video a bassa definizione, può vedere la guerra come nessun altro è in grado di mostrarla. Ecco le immagini-verità dei bagliori notturni, delle esplosioni, dei globi colorati della contraerea, di Belgrado infilzata dai missili e della fabbrica da cui si sarebbe sprigionata una presunta nube tossica. Che importa se la qualità è scarsa? L'altro ieri un reporter si è nascosto in tasca una microtelecamera digitale ed ò andato a spasso, a mostrare istantanee di una Belgrado spettrale, con i caffé svuotati, anni luce da quella tranquilla e perfino strafottente della propaganda. Bravura suprema, da far ingelosire star dell'informazione come Christiane Amanpour o Peter Arnett. Contemporaneamente, su altre finestre, B92 riporta i fatti [solitici e diplomatici, raccoglie e ultimissime sui grandi protagonisti. Ma nulla quanto le voci dalle città e dai villaggi del Ko sovo dà l'idea del dramma. E' questa la forza di B92. «A Peja, nel Kosovo occidentale, alcuni testimoni avrebbero vi sto numerosi cadaveri e per le strade, a Suarec, forze militari serbe hanno ucciso 30 civili» Un'altra Serbia ascolta e osserva, 60 mila persone connesse alla libera Repupplica di Inter net su una popolazione di otto milioni. Intanto - racconta B92 - nella fabbrica Zastava gli operai si offrono come scudi umani, [g. bea] Le immagini della capitale raccolte da un reporter con una microtelecamera digitale in tasca INE B92I Poood«nl vojnl ciljovl u Rakovlcì I Zamwnu »pm»i hato m Nayia H>*H>* «r» ' m BM^fr *4mm Vaxduina opasnost u Panèevu, Òacku. Novom Sadu, Kragujevcu, VaIJovu, Niftu » Nutwii intiiimiiim mmm pt^tttm mtmm mm m „ Mw Ub«W 4k*CMH<<M*4MHII !«»« <«M« Va|«a>Mt». *m4 m n—nm i ; wni 11 »i » vfm » i» «» mt^mmjmém I I sito Internet di B92, la radio Indipendente di Belgrado

Persone citate: Christiane Amanpour, Hitler, Peter Arnett, Slobodan Milosevic

Luoghi citati: Belgrado, Kosovo, Peja, Serbia