«Grazie caro Pinochet»

«Grazie caro Pinochet» La lady di ferro in visita di solidarietà all'ex dittatore: «Lei ha riportato la democrazia in Cile» «Grazie caro Pinochet» Show della Thatcher in diretta tv LONDRA DAL NOSTRO INVIATO «E' un onore averti qui, mia cara Lady, in questa casa così semplice e però così piena di amore e gratitudine per te...». «Sono contenta che qui ti trovi bene, mio caro e vecchio amico, io non dimentico cosa hai fatto, e non solo per noi..». Le telecamere riprendono e «Sky News» trasmette in diretta. Margaret Thatcher è in visita dal generale Augusto Pinochet. I due vecchi amici, appunto. E lei, la Lady, che va a trovarlo nel momento giusto, il più delicato, proprio quando il ministro degli Interni Jack Straw ha da decidere se il dittatore di Santiago deve rimanere sotto processo per la richiesta di estradizione oppure se ne può tornare a casa. E' a discrezione sua, di Straw e dunque del governo Blair. La baronessa Thatcher, così, decide di giocare il suo peso, il suo prestigio, in soccorso al caro e vecchio amico. E siccome è donna di questo mondo sa che la tv non deve mancare, questa è una operazione politico-mediatica. Nella residenza del Surrey, una vera magione da 30 milioni di lire al mese, il set è un salotto triste. Neppure un quadro alle pareti, moquette grigia, un camino senza legna e senza cenere, due candele spente, un crocifisso sistemato proprio alle spalle del Generale. La moglie Lucia a sinistra e l'interprete alla destra, il generale ha un completo scuro, la cravatta blu con spilla sotto il nodo, un bastone da passeggio tra le mani. Si presenta come un povero vecchio, 83 anni che pesano, e parla a voce bas- sa. Lady Thatcher è brillante come il suo tailleur verde, la borsetta sulle ginocchia. Era arrivata su una Jaguar nera. Gli «antipinochet» in presidio permanente non se l'aspettavano. E non solo loro. Come in uno spot della serie «Torna a casa Pinochet», le riprese possono cominciare e il dialogo pure. «Ti ringrazio per la gentilezza di questa visita», dice il Generale. L'ultima volta si erano incontrati in ottobre per un tè, una settimana prima dell'arresto: da Madrid non era ancora partita la richiesta di estradizione, a Londra tra una visita medica e l'altra Pinochet incontrava i vecchi amici. La telecamera va sul primo piano dell'ex primo ministro. Come in uno spot il messaggio dev'essere breve e potente: «Sono contenta che lei si trovi bene qui. Io so quanto le dobbiamo per l'aiuto che ci ha dato durante la guer- ra delle Falklands...». E' il primo botto: inglesi, questo vecchio, malandato e maltrattato signore, era uno dei nostri! Secondo messaggio con tono suadente, mentre l'interprete traduce il primo e un orgoglioso Pinochet muove la testa e il bastone: «Sono anche consapevole che lei è quello che ha Un bimbo in una manifestazione a Madrid di sostegno alla estradizione dell'ex dittatore Augusto Pinochet (nella foto grande tra la moglie Licia Hiriat e Margaret Thatcher) irOTO ap MUTERS) La Camera dei Lord, mercoledì, aveva stabilito che il Generale non può godere di impunità e non potrà essere processato per reati avvenuti prima dell'88 e il ministro Straw dovrà decidere se il processo per l'estradizione continua o no. Straw ha chiesto tempo. Al contrario la Thatcher, con lo spot di ieri, accelera con gli avvocati di Pinochet al seguito Lunedì chiederanno ancora una volta all'Alta Corte la liberazione immediata. Speranze davvero poche. «Ci vorranno ancora mesi», dico Mario Artaza, l'ambasciatore cileno. In ogni caso, grazie Thatcher. Quando la Jaguar nera se ne va dalla «casa cosi semplice», il presidio ha già visto la dirotta tv e fischia: «Ma di che democrazia parla la Thatcher?! 11 Cile di Pinochet era un campo di concentramento!». «Io non dimentico l'aiuto che ci ha dato durante la guerra delle Falklands» L'ex primo ministro preme sul governo perché lasci tornare in Cile il generale portato la democrazia in Cile, che ha messo le basi per una costituzione democratica, l'ha messa in pratica e di conseguenza ha ceduto il passo». E' il secondo botto. Come avevano scritto i Conservatori in un loro libello «Il vero Generale Pinochet è un eroe della lotta contro il comunismo». E le ac¬ cuse di tortura, ne consegue, altro non sono «che il prezzo inevitabile che una società deve pagare quando è spezzata da una guerra civile». Non più di tre minuti di tv: il messaggio di Margaret Thatcher agli inglesi, a Straw e al governo Blair, è partito. «Che torni a casa, Pinochet!».

Luoghi citati: Cile, Londra, Madrid, Santiago, Surrey