La vita? Più bella del film di Gabriele Romagnoli

La vita? Più bella del film A Buchenwald una storia uguale alla trama di Benigni, ma a lieto fine La vita? Più bella del film LNEW YORK A vita è più bella del film. Primo, perché è autentica. Secondo, perché va perfino a finire meglio. La pellicola di Benigni, quella che molti hanno giudicato una pericolosa parodia dell'Olocausto, evento da non trasformare in favola, ha un precedente nella realtà, che per una volta si è degnata di farsi fiaba davanti al destino di Joseph Schleifstein, bimbo ebreo di due anni e mezzo che avrebbe dovuto morire a Buchenwald e, invece, è stato nascosto nel lager e salvato dal padre. La storia è stata pubblicata ieri dal settimanale newyorchese «Jewish Week», che l'ha rintracciata negli archivi di un comitato di ricerche sui deportati. Il piccolo Joseph, che appare in foto sorridente e ignaro come il bambino di «La vita è bolla», nonostante la divisa a strisce del campo di concentramento, aveva due anni e mezzo quando entrò nel lager. Era nato nel ghetto di Varsavia nel marzo del '41 e nell'autunno del '43 si trovò per mano ai genitori scendendo da un treno, oltre un recinto di filo spinato. I soldati nazisti allinearono i prigionieri su due file: a destra uomini e donne ancora giovani, destinati ai lavori forzati, a sinistra vecchi e bambini, che sarebbero stati gassati. Joseph fu sospinto a sinistra, ma, nella calca, il padre lo infilò in un sacco, se lo mise in spalla e ce lo tenne per due anni, fino al 12 aprile del '45, quando il campo fu liberato dagli americani e, sopravvissuti per magia non cinematografica, i due Schleifstein, poterono andare a Bergen Belsen a riabbracciare la madre, lei pure scampata alla morte. L'ultima immagine, visibile su Internet, mostra il piccolo Joseph sorridente su un earroarmato alleato, proprio come alla fine di «La vita è bella». Poi, gli Schleifstein fecero perdere le tracce. Nessuno sa dove siano oggi: forse in un film, così incredibile che era vero. Gabriele Romagnoli

Persone citate: Benigni, Joseph Schleifstein

Luoghi citati: Bergen, Buchenwald, Varsavia