Quella maledetta gioventù di un Mattia Pascal al femminile
Quella maledetta gioventù di un Mattia Pascal al femminile UH LIBRO Ai. SlQBJiO Quella maledetta gioventù di un Mattia Pascal al femminile CON la scrittrice Lidia Ravera, 47 anni, ho sempre avuto un rapporto conflittuale, senza averla conosciuta non dico di persona - ma almeno per lettera o telefono. Da padre un po' agro che, forse perché malsicuro delle proprie ragioni, finiva col non averne alcuna, se non quella del proprio scontento. Lei, la ragazza torinese divenuta col tempo donna romana, per forza di cose mutata e al tempo stesso intatta attorno al proprio nocciolo duro, anche se un po' corrosa nella scorza, la bella faccia oltranzosa con una punta di ritrosia in fondo allo sguardo: forse l'innato riserbo Viej Piemont che a tratti prende il sopravvento su vocìo, umori, colori e fragori romani (da Giubileo). Parlo della sua faccia (ripeto, mai vista se non in foto) che non potrei definire viso o volto, ma solo e pienamente faccia, «faccia facciosa», come quella di Charlie Brown vista da Piperita Patty, così fedele a se stessa - e dunque ai suoi libri - nonostante il trascorrere degli anni. E io, padre presunto, e in più irritante cerbero senza alcun diritto, stizzito per qualche suo errore di scrittura, incapace di cogliere il movimento di un fiume, il fiume Ravera appunto, per annotare solo i modesti rivoletti, le scorie che questo suo fluire abbandona derelitti lungo le sponde. Ho appena terminato la lettura del suo Maledetta gioventù, che è romanzo di grande impatto, condotto su tre diverse condizioni di vita (turista, viaggiatore e pellegrino) in tre diverse stagioni della vita. Un romanzo che, per molti versi, pare riallacciarsi al terzo racconto contenuto nel suo pe- Lidia RMaledettaMondpagine 306 avera gioventù adori lire 30 mila nultimo libro (il nono) I compiti delle vacanze, che ha avviato la mia svolta nei confronti di Lidia Ravera. In quel lungo racconto è magicamente descritta, come in Maledetta gioventù, una sorta di Mattia Pascal al femminile - là Silvia, qui Linda - che sceglie la libertà da legami, affetti, rivalità, ponentino, per un più spirituale e magico Oriente. Tutti i personaggi che gremiscono il libro hanno motivi per lamentarsi della loro gioventù: ma tutti, bene o male, l'hanno vissuta, solo attraverso quel male presunto hanno raggiunto uno sbocco. Ed eccomi finalmente entrato inerme com'è giusto - nel mondo di questa scrittrice, nota sì, ma meno di quanto meriterebbe a 23 anni dalla pubblicazione di Porci con le ali, scritto con Marco Lombardo-Radice. E confesso di averlo riletto: be', regge ancora, eccome se regge, ricorda tempi, movimenti e impegni - non sentimenti - diversi. Femminista non pentita, questa torinese mediterranea e solare, impetuosa nella scrittura come - ritengo - nel suo esistere, non lascia le battaglie a metà. Registra i miglioramenti nell'impegno femminile, anche nel mondo dei media e della letteratura, ma è consapevole che fermarsi vuole dire tornare indietro e lei non si accontenta di trucchi di facciata. Altri sono tornati al perbenismo consolante... Ancora altri si sono affidati al demonismo al Luminal. Lei non ha mai tradito se stessa. Ve lo testimonia un falso padre - e recensore pentito. Enrico La Stella Lidia Ravera Maledetta gioventù Mondadori pagine 306, lire 30 mila
Persone citate: Charlie Brown, Lidia Ravera, Marco Lombardo, Mattia Pascal, Ravera
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