Olivetti incassa un «sì» dal governo di Luigi Grassia

Olivetti incassa un «sì» dal governo A Mannesmann andrà anche Infostrada. Ivrea: del gruppo di Bernabé ci basta meno del 67% Olivetti incassa un «sì» dal governo Potrà vendere subito Omnitel come previsto dalVOpa Telecom ROMA La scalata di Colaninno alla Telecom ha fatto ieri un passo avanti: il governo ha detto sì all'uscita anticipata della Olivetti dall'azionariato di Omnitel - anticipata, si deve intendere, rispetto agli impegni presi quando il gruppo ottenne la relativa licenza (la scadenza era a novembre di quest'anno). Incassate da Ivrea le approvazioni dell'Avvocatura generale dello Stato e dell'esecutivo, resta la parola ultima che dovrà essere detta dall'Autorità di settore e che a questo punto è probabile sia un altro sì. Per l'Olivetti liberarsi delle quote che controlla in Omnitel (e anche in Infostrada, telefonia fissa) direttamente o tramite «Oliman», cedendole al socio Mannesmann, è necessario per varie ragioni. Innanzitutto per incassare denaro fresco, in vista della costosissima Opa su Telecom (102 mila miliardi) e poi per prevenire le accuse di monopolio: "'Authority delle comunicazioni non permetterebbe a un singolo gruppo di controllare Telecom Italia, Tim, Infostrada e Omnitel. Nel suo parere preliminare, ripreso da un comunicato di Palazzo Chigi, l'Avvocatura dello Stato spie- ga che la cessione «non modifica la convenzione» per cui «non vi sono, in linea di diritto, elementi per esprimere un giudizio negativo, sempre che sia assicurata l'affidabilità tecnica ed economica dell'ac¬ quirente». Il divieto di cedere le quote Omnitel per un certo numero di anni mirava a garantire la stabilità di gestione, in un mercato come quello telefonico che usciva dal monopolio e in cui la concorrenza, con delle valide aziende competitrici a impersonarla, andava creata dal nullo. Avvocatura e governo hanno giudicato che dopo anni di buona gestione della compagnia, il socio Mannesmann è in grado di garanti¬ re continuità e solidità anche da solo e su questa base il ministro Cardinale ha deciso di trasmettere all'Autorità per le tic il suo parere favorevole alla cessione. Se tale operazione, come sembra certo, andrà in porto, avremo per la prima volta in Italia delle società di telecomunicazioni controllate da stranieri, nel caso specifico la Mannesmann che è tedesca. L'amministratore delegato di Omnitel, Silvio Scaglia, ha tenuto a precisare che ciononostante «Omnitel è e resta un'azienda italiana che sviluppa know-how italiano, gestita da italiani, con clienti italiani e investimenti in Italia. Dal nostro punto di vista non succede niente». Ieri il consiglio di amministrazione di Olivetti ha scritto nella relazione, che verrà presentata all'assemblea del 6-7 aprile, diverse specificazioni sulla sua offerta per Telecom. In particolare ha spiegato che il gruppo di Ivrea potrà accettare anche meno del 67% delle azioni Telecom e che l'aumento di capitale Olivetti prevede un rapporto di cambio tra 20 e 27 nuove azioni ogni 50 azioni o obbligazioni possedute. Quanto a Telecom, pensa alle sue assemblee ordinaria e straordinaria, convocandole a Torino fra il 9 e 1' 11 aprile. Ma ieri la Consob ha chiesto lumi sulla distribuzione di dividendi straordinari agli azionisti, che verranno dalle cessioni di attività del gruppo: ne aveva parlato Bernabò l'altroieri agli analisti della City di Londra; o almeno così avevano riferito alcuni di loro. Luigi Grassia

Persone citate: Bernabò, Colaninno, Silvio Scaglia

Luoghi citati: Cardinale, Italia, Ivrea, Londra, Mannesmann, Roma, Torino