Il Montenegro si ribella al potere di Belgrado

Il Montenegro si ribella al potere di Belgrado Il Montenegro si ribella al potere di Belgrado Il governo di Podgorica: rifiutiamo lo stato di emergenza ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «Il governo del Montenegro non accetta la decisione del governo federale di proclamare lo stato di emergenza per l'imminente pericolo di guerra, perché il governo della Repubblica federale iugoslava è incostituzionale e illegale». La dichiarazione ufficiale è stata fatta ieri mattina dalle autorità montenegrino che hanno assicurato ai loro connazionali che nella loro piccola repubblica la vita continuerà a svolgersi in modo normale. Il governo di Podgoricu si è impegnato a garantire ì rifornimenti necessari, la sicurezza medica per tutti e il funzionamento regolare dell'economia. L'annuncio è arrivato a poche ore dal proclama del premier jugoslavo Momir Bulatovic che ha dichiarato lo stato di guerra in tutto il Paese, invitando la popolazione a difendere la propria terra dall'aggressione nemica. Oggi più che mai il Montenegro, che insieme alla Serbia costituisce la Federazione jugoslava, vuole distanziarsi da Belgrado. Condanniamo la politica di Slobodan Milosevic nei confronti del Kosovo, ha continuato a ripetere il giovane presidente montenegrino Milo Djukanovic, spiegando che la sua repubblica non riconosce il governo federale jugoslavo guidato da Bulatovic, fedelissimo di Milosevic, nonché ex capo dello Stato montenegrino. «Non permetteremo mai che il nostro territorio venga usato per un conflitto con le forze della Nato». Il governo di Podgorica è stato chiaro sin dalle prime minacce di bombardamenti alle postazioni serbe: l'esercito jugoslavo non deve illudersi di poter agire indisturbato in terra montenegrine, ha dichiarato il primo monistro Filip Vujanovic. Dieci giorni fa, quando appariva evidente che i negoziati di Rambouillet stavano fallendo, è stato lo stesso Vujanovic ad annunciare che i cittadini del Montenegro sarebbero stati chiamati a votare per l'indipendenza della loro repubblica, ovvero per la secessione dalla Jugoslavia se Milosevic non avesse cambiato il suo atteggiamento. «Non vale la pena di mollare neppure un solo mattone montenegrino all'altare dell'errata politica di Belgrado» aveva detto Vujanovic, aggiungendo che il Montenegro dovrebbe essere esonerato da eventuali sanzioni militari internazionali visto che gode già dell'esenzione dalle sanzioni economiche. Ieri è stato il portavoce del dipartimento di Stato americano James Rubin a confermare la privilegiata po¬ sizione del Montenegro: «Abbiamo sempre sottolineato la differenza tra le forze democratiche montenegrine e l'illegittimo, non democratico potere di Belgrado» ha detto, spiegando che gli Stati Uniti hanno ammonito Milosevic a non allargare il conflitto, perché sarebbe un grave errore da parte sua. Il segretario di Stato americano Madeleine Albright ha mandato ieri una missiva al presidente Djukanovic, ha detto Rubin, confermando i continui contatti bilaterali tra Washington e Podgorica. Non solo, ma la Nato si è impegnata ad offrire protezione a tutti i Paesi vicini della Jugoslavia nel caso l'esercito jugoslavo volesse colpirli per rappresaglia. In particolare sono state date garanzie al presidente della Macedonia Kiro Gligorov. In questa repubblica sono stazionati 12 mila soldati della Nato che si apprestavano ad andare nel Kosovo nel caso fosse stato raggiunto un accordo di pace Il governo macedone ha chiesto ufficialmente alle forze alleate che dal suo territorio non venga sferrato nessun attacco contro la Jugoslavia. La stessa Macedonia deve infatti fare i conti con latenti tensioni etniche perché più di un terzo della sua popolazione è costituito da albanesi, oltre alle migliaia di profughi del Kosovo. Il Montenegro rimane però la spina nel cuore di Milosevic. Conscio del rischio crescente di perdere anche quest'ultimo alleato, il Presidente jugoslavo ha lanciato ieri pomeriggio un appello a serbi e montenegrini per difendere il Paese. Ma Podgorica ha voluto testimoniare u suo non coinvolgimento con un messaggio alla regione Puglia. «Montenegro e Puglia credono nella pace e intendono mantenere normali e amichevoli relazioni di amicizia e di collaborazione» ha dichiarato il console montenegrino a Bari Ljubisa Perovic. Ingrid Badurina «Non permettiamo un conflitto con la Nato sul territorio»