Da Micheli una chance per il Mose di Raffaello Masci

Da Micheli una chance per il Mose Il ministro: «a fine anno l'ultima parola sul sistema di dighe per salvare Venezia» Da Micheli una chance per il Mose «Con un decreto istituirò un Ufficio di Piano che completi comunque i progetti dell opera» VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO 11 tormentone del Mose - il progetto per salvare Venezia dalle acque - ha ormai i mesi contati: entro la fine di quest'anno - parola del governo - si deciderà se passare o meno alla fase operativa dopo 15 anni di dispute e rinvìi. Per intanto un Ufficio di Piano (una sorta di comitato tecnico ristretto costituito ria rappresentanti di tutte le amministrazioni coinvolte nel progetto) dovrà chiarire i nove punti controversi che nello scorso dicembre bloccarono per l'ennesima volta il varo di questa struttura. Sono queste le conclusioni cui è giunto, alla fine rii una giornata di sopralluogo a Venezia, il ministro dei Lavori pubblici Enrico Micheli. Innanzi tutto - ha detto Micheli - non siamo all'anno zero. Il Mose, infatti, «è solo una parte di un più vasto piano di tutela della città». Tant'è - ha ricordato - che ci sono 27 cantieri aperti, che danno lavoro a 1200 persone per un investimento complessivo di 1800 miliardi: «Il 50-60% di quanto si doveva fare è stato fatto o è in corso di realizzazione e si tratta, per la stragrande maggioranza di interventi di carattere squisitamente ambientale, di ri pristino delle aree degradate, di disinquinamento, ili protezione del territorio». Ciò non toglie, beninteso, che la questione delle questioni resti il progetto Mose che, affrontando il fenomeno dell'acqua alta, inciderà in maniera definitiva su uno dei fattori di massimo rischio per Venezia. Il progetto - gioverà ricordarlo - è in itinere dall'84, ed è quindi uno dei quei tormentoni politicoamministrativi che hanno contribuito ad innalzare un monumento all'inefficienza burocratica. Il Mose - che consta di un sistema sommerso di sbarramenti alle maree ed è in concessione al consorzio Venezia Nuova - lo scorso anno sembrava sul punto di essere varato. L'equipe di Saggi di prestigio internazionale cui si era chiesto un parere di merito, aveva emesso infatti un verdetto favorevole ma, forti di alcune perplessità espresse dal Via (la conimissione del ministero dell'Ambiente sulla valutazione di impatto ambientale) i ministri Ronchi (Ambiente) e Melandri (beni culturali! frenarono ogni slancio in avanti chiedendo ulteriori e definitivi accertamenti articolati in nove quesiti. L'otto marzo di quest'anno, il Comitato per Venezia (il massimo organo decisionale in merito, che comprende tutti i soggetti istituzionali interessati alla questione, e presieduto dal presidente del Consiglio) ha avocato a se ogni decisione e ha stabilito che gli accertamenti indicati da Ronchi e Melandri vengano espletati entro la fine di quest'anno, perchè si possa finalmente decidere e - nel caso - passare alla fase operativa. Allora in qualche modo la decisione di attivare il Mose è già presa? Abbiamo chiesto al ministro. «Sul Mose - è stata la risposta di Micheli - si sono scontrate varie opinioni. In questa schermaglia da 'Guelfi e Ghibellini' io non voglio entrare. Credo però che questa città abbia bisog.no di decisioni. Quindi, con un decreto istituirò un Ufficio di Piano, costituito da rappresentanti di tutte le amministrazioni coinvolte, affinché dia una risposta a tutte le questioni sollevate Alla fine di tutto questo, forse dovremo passare ai piani esecutivi». Comunque se mai il Comitato per Venezia dovesse dare l'ok al Mose prima della fine dell'anno, non bisogna per questo cantare vittoria. I lavori infatti non potranno durare meno di sette anni, che diventeranno 10 con la fase iniziale di appalto. Il costo doll'operta è stimato in 3700 miliardi più 475 per le opere di rialzo della pavimentazione, dovrebbe dare lavoro a 1200 persone per l'intera durata dei cantieri, con una ricaduta di altri 4000 posti nell'indotto. Inoltre, a opera conclusa, l'attivazione dell'impianto comporterà una spesa annua di IH miliardi e e 150 occupati. Ma tutto questo non prima del 2010, e cioè a 2G anni di distanza dall'inizio del progetto. Raffaello Masci «Prima di decidere verificheremo che gli interventi disposti da Ronchi e dalla Melandri siano stati eseguiti» In alto: il sistema di dighe mobili Mose nella laguna di Venezia. Accanto: il ministro dei Lavori pubblici Enrico Micheli

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