L'ambasciatore d'Italia resta di E. St.

L'ambasciatore d'Italia resta L'ambasciatore d'Italia resta A Belgrado convocato dal ministro degli Esteri ROMA. Serrata parziale delle ambasciate a Belgrado. Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Canada e Olanda hanno richiamato i loro funzionari. Le altre rappresentanze diplomatiche, compresa quella italiana, lavorano invece a ranghi ridotti, menta» ciucila russa ha fatto sapere du Mosca che «lavora a pieno ritmo». La Russia e la tradizionale alleata slava ed ortodossa della Serbia. Il portavoce ha smentilo voci di stampa secondo le quali si starebbe proparando una parziale evacuazione della sede diplomatica affermando che «l'ambasciata lavora con i suoi dipendenti al completo». Il governo jugoslavo ha ribadito ieri sera agli ambasciatori dei Paesi del gruppo di contatto, convocati urgentemente, il rifiuto di accettare truppe straniere sul suo territorio. Lo ha dotto l'ambasciatore italiano a Belgrado Riccardo Sessa, che ha partecipato al colloquio, nel corso di un collegamento telefonico con la trasmissione della Rai «Pinocchio». Sessa ha detto che gli ambasciatori sono stati convocati dal direttore pohtico del ministero degli Esteri jugoslavo per notificare loro le decisioni approvate in aerata dal Parlamento della Repubblica serba. La prima decisione è il rifiuto della presenza di truppe militari straniere in Kosovo. La seconda decisione è una disponibilità della Repubblica serba, immediatamente dopo la firma di un accordo di autogoverno approvato e accettato da tutte comunità che vivono nel Kosovo, di considerare i contenuti e il carattere di una presenza internazionale sul suo territorio. L'ambasciatore ha precisato che queste posizioni non sono una novità perché ribadiscono una disponibilità di Belgrado a accettare sul suo territorio una presenza straniera, ma non di carattere militare. Sessa ha di¬ chiarato di ritenere come sua impressione personale che non tutti i canali di dialogo siano interrotti, anche se in questo momento gli spazi sono ridotti. Il Parlamento serbo ha approvato all'unanimità le due risoluzioni subito dopo la partenza da Belgrado di Holbrooke, con il fallimento della sua missione. Un «no» deciso era stato clùesto ai parlamentari dal presidente serbo Milan Milutinovic. La seduta è stata trasmessa dalla televisione serba «Rts». Milutinovic aveva detto che accettare truppe stranieri in Kosovo «equivarrebbe a perdere il Kosovo». Dagli Stati Uniti l'ordine di evacuazione dell'ambasciata, come ha annunciato il Dipartimento di Stato, è stata dato per motivi di sicurezza iti caso di raid aerei Nato. L'ordine - ha detto il portavoce James Rubin è partito direttamente dal segretario di Stato Madaleine Albright, dopo una conversazione con il mediatore americano Richard Holbrooke. E' già cominciata l'evacuazione del personale della missione, ha indicato Rubin. «Lo staff dell'ambasciata americana che ancora restava a Belgrado ha ricevuto l'ordine di lasciare il Paese», ha detto Rubin. Gli Stati Uniti del resto avevano già ridotto lo staff dell'ambasciata al minimo a causa della lunga tensione tra Nato e leadership serba. Analogo annuncio dal «Foreign Office» di Londra è stato dato quasi contemporaneamente al ministero della Difesa di Borni. Gli ultimi cinque diplomatici inglesi ancora in sede sono stati richiamati, ha detto il portavoce. La Germania ha affidato al Giappone l'incarico di curare gli interessi tedeschi nella Repubblica federale jugoslava. Ai diplomatici britannici e tedeschi è stato ordinato di lasciare il Paese quanto prima possibile- [e. st.]

Persone citate: Albright, Holbrooke, James Rubin, Milan Milutinovic, Milutinovic, Riccardo Sessa, Richard Holbrooke, Sessa