«L'unico errore? l'atterraggio»
«L'unico errore? l'atterraggio» Bertrand Piccard e Brian Jones raccontano il loro giro del mondo in mongolfiera: «Ci ha guidati una Mano Invisibile» «L'unico errore? l'atterraggio» «Abbiamo vinto giocando d'astuzia coi venti» GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO «Lassù sul Pacifico abbiamo visto enormi nubi rosse. lirano alla nostra destra r: alla nostra sinistra e sapevamo che portavano tempeste. Ma davanti niente. Noi seguivamo l'azzurro». Bertrand Piccard parla nell'aria gelida dell'hangar Swissair dell'aeroporto di Ginevra, a fianco il compagno d'avventura Hrian Jones, entrambi oriani della mosca che li ha accompagnati in volo e ora introvabile. Eccoli in tuta blu, vestiti da spot, appena sbarcati dal jet. Abituati ai 15 ^radi scarsi della microscopica cabina del «Breitling Orbiter III», sono unici a non battere i denti. Il comandante racconta a radica, ubriaco d'adrenalina e il viso che tradisce lo sforzo. Sembra un'asceta da quadro seicentesco. I paparazzi spintonano, i tifosi suonano le trombette e intonano fragorosi cole», un gruppo di inglesi sventola microscopiche Union Jack, Vittorio Emanuele e Richard Branson applaudono. «Ci ha guidati una Mano Invisibile: e lei che stendeva un l'ilo nell'azzurro per l'arci fare il primo giro del mondo in pallone». don parole cosi e un'espressione cosi, la mistica tocca il culmine, eppure i due, smagriti, si abbracciano appena, con compostezza anglosvizzera. «Mi sento sgonfiato, come il nostro "Breitling"», aveva sbottato Jones l'ai'ri) ieri sera a! Cairo. Ieri mattina, imbambolato dalla fatica, le borse- sotto gli occhi che gli fessuravano lo sguardo, ha messo da parte lo humor e ha descritto con pignolerìa i momenti dell'arrivo, nell'inospitale Uakhla, in Egitto. «Ammetto che non e stato il migliore atterraggio della nostra carriera, abbiamo l'atto 2 tentativi e solo al terzo c'è stato il touchdownl Stavamo in un deserto incredibilmente piatto. Nulla di nulla fino all'orizzonte. Non avremmo potuto scegliere un luogo più selvaggio e adatto per l'occasione. Siamo scesi e ci ha presi la stessa idea: mettere sotto la sabbia uno dei contenitori esterni d'acqua. Un'ora dopo, quando il ghiaccio ha cominciato a sciogliersi, ci siamo l'atti lo shampoo». Non si lavavano da 20 giorni (anche se l'aver oltrepassato la linea del cambio di data ha fissato il record a 19) e slavano mali;. Con un ultimo sforzo hanno ferito a coltellate la superficie argentea della mongolfiera e sono riusciti a impedire che le folate bollenti la trascinassero via. Una misura disperata iì allo stesso tempo un rito conclusivo dopo 3 settimane di sfibranti sfide ai venti, «sempre giocando d'astuzia con i jet streams, le correnti d'alta quota, a volte sfruttandone l'energia, a volte ingannandole, per girare intorno alla Terra», ammicca l'ideatore del «Breitling», l'inglese Don Cameron. Ci sono volute 8 ore perche si facesse finalmente vedere il team di soccorso, guidato dagli impulsi del «transponder». «E' stato un momento meraviglioso, come tutti quelli dopo la partenza», scherza Piccard. li fa ridere la platea. Ma Jones lo smentisce subito: «li' stato tremendo quando sul Pacifico, vicino alle Hawaii, abbiamo comincia¬ to a perdere velocità e quota. A un certo punto il display segnava appena 20 nodi. Era come essere fermi». Sembrava avverarsi la maledizione dell'oceano che aveva fatto naufragare il «Solo Spirit» di Steve Fossett, l'«Ico Global Challenge» di Richard Hranson e il «Cable ft- Wireless» di Colin Prescott. Tre sogni e molti miliardi in acqua e torme di .scalali ansiosi di fare colazione con gli equipaggi. «Ci ha salvati la strategia, oltre alle lacrime e al sudore», interviene melodrammatico Piccarci: «Alla partenza dalla Svizzera, il 1" marzo, qualcuno ci aveva accusato di improvvisazione, quando sulla cabina avevamo aggiunto all'ultimo altri 4 serbatoi di propano. E invece sono stati decisivi, perché con quel carburante extra abbiamo potuto imboccare la rotta meridionale, più lunga e più lenta, ma più sicura». 11 cambio ha gabbato le tempeste del Pacifico e ha spalancato il cono d'azzurro che la Mano Invisibile provvedeva a indicare. «Non ci saremmo mai fermati, neanche se ce l'avessero ordinato». Uno dei pensieri fissi del duo è stato proprio il carburante, necessario per riscaldare la miscela d'aria e di elio che gonfiava i 55 spettacolari metri del «Breitling Orbiter III». «Sull'Atlantico mi sentivo una furia: calcolavo e ricalcolavo la nostra posizione con il sistema satellitare Gps e quanto propano ci rimaneva, finché abbiamo imboccato la corrente giusta e ho visto la velocità salire: 50 nodi, poi 60, 70, 80. A 90 ho mandato al diavolo i calcoli e - spiega Jones - ho capito: non c'era più bisogno di dannarsi. Stavamo vincendo». Dice Piccard: «Siamo arrivati a 240 all'ora che, credetemi, per un pallone sono tanti, e l'ultimo serbatoio di carburante è durato il doppio degli altri, portandoci in Egitto: ecco perché dico che su di noi si e posata una Mano Invisibile e che non ci ha mai abbandonati». «Lassù ho perso il senso del tempo - aggiunge, riaccendendo l'hangar di misticismo -. Solo il diario di bordo mi riportava alla realtà Io e Brian vibravamo con l'universo, in quello spazio minuscolo eravamo in un altro mondo e, guardando in basso, abbiamo capito che c'e ancora posto per i sogni e che non c'è opposizione tra natura e tecnologia». Piccard e Jones prendono fiato e invitano Branson sul palco. Lui, con lo straordinario sorriso telegenico che l'ha reso celebre, li bacia e li innaffia di champagne. Max Bishop, della Federazione aeronautica, ha appena annunciato che nel 2000 sarà organizzata la prima gara di giro del mondo in mongolfiera: «Cosi, chi ha mancato il record potrà rifarei». Il volto di Branson si illumina, Manca solo la mosca a completare il trionfo. Gabriele Beccaria a Abbiamo fatto due tentativi per toccare terra, solo al terzo ci siamo riusciti E'stato tremendo quando sul Pacifico abbiamo cominciato a perdere velocità Ci ha salvati la strategia: avevamo aggiunto quattro serbatoi di propano p Jj Noi non ci saremmo mai fermati. Abbiamo perso il senso del tempo e abbiamo sentito vibrare la natura ■ ■ Il pallone «Breitling Orbiter III» Accanto l'equipaggio: l'Inglese Brian Jones e lo svizzero Bertrand Piccard. In mezzo, a festeggiarli, Richard Branson Tra i vip c'era anche Vittorio Emanuele padrino di Piccard
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