Elogio della donna artificiale di Fabrizio Rondolino

Elogio della donna artificiale Il caso di Firenze: prendersi cura del proprio corpo per piacersi di più non è sbagliato Elogio della donna artificiale QUALCUNO in cuor suo avrà pensato: «Se la sono cercata». Qualcun altro si sarà detto: «Ecco che succede quando tutto, persino un ginocchio, è artificiale». Le tre donne fiorentine in fin di vita per una liposuzione fanno riflettere. Per diventare una modella si può esser nate bellissime; oppure si può ricorrere a qualche pillola, al silicone o magari alla liposuzione*. Non c'è* nulla di scandaloso, almeno fino a quando esisteranno le* modelle*. L'uomo entra nel mondo manipolandolo, trasformandolo, plasmandolo per il proprio uso e il proprio piacere. La natura è il limite che ogni volta oltrepassiamo: per questo è sbagliato chiedersi «dove an- dremo a finire*-, Gli ambientalisti, i pubblicitari e* gli industriali dell'alimentazione* hanno furbescamente* fabbricato una «natura» tanto artificiale* quanto il fastfooel, le* centrali nucleari o il gioco del calcio: la natura vera, che* ancora sopravvive, è zanzare e inondazioni e terremoti, e* non si capisce in che cosa la dovremmo rimpiangere. Così come* curiamo la nostra anima con gli ansiolitici, possiamo curare* il nostro corpo con gli anabolizzanti o il silicone: dove «curare» significa "prendersi cura», cioè compiere unatto d'amore. E' vero che in ognuno di questi ritrovati s'annida un pericolo: ma sebbene le caldaie a volte purtroppo esplodano, nessuno vorrebbe* trascorrere l'inverno al freddo. Alle tre* signore* di Firenze, che speriamo possano presto ristabilirsi, si può rimproverare- la scelta di un ambulatorio assai poco affidabile: ma ispira tenerezza, e* suscita solidarietà, pensare* che* abbiano voluto farsi più belle, o, il che è Io stesso, abbiano desiderato piacersi di più. Fabrizio Rondolino

Persone citate: Elogio

Luoghi citati: Firenze