La carriera di Roberto

La carriera di Roberto La carriera di Roberto Dalle feste dell'Unità a Hollywood OBEKTO Remigio Benigni, il secondo nome è quello del nonno paterno, contadino, è nato in provincia di Arezzo, in un paesino che si chiama Misericordia e che, se ò vero che niente accade a caso, gli ha regalato la capacità di guardare alle cose degli uomini con affettuosa compassione, pur ridendone e facendoci ridere. Figlio di Luigi e Isolina Papini, ultimo e unico maschio dopo tre sorelle, minuto, sciupatine ma vivacissimo, studia a Prato, all'istituto commerciale «Datini» e tutti i giorni, in cornerà, al dopo pranzo, si; ne toma a casa a Vergaio, dove la famiglia s'è trasferita. Fondamentali, per lui, in (megli anni sono due esperienze: le serate alla Casa del Popolo passate a fare il ragazzo del bar in mezzo a discussioni politiche sui grandi e piccoli problemi dell'umanità, e i mesi al seguito del circo Modin dove sperimenta in piazza la sua agilità clownesca e la corporalità della risata. Intanto, alle feste dell'Unità, s'è esibito come poeta dialettale specialista in ottave cantate, una cosa che si porterà dietro in tutti i suoi spettacoli successivi. Nel '72 paite con gli amici alla volta di Roma, dove recita a «I Satiri», al «Beat 72», all'Albcrichino e conosce gli autori del teatro sperimentale che allora si praticava tra cantine e conili: da Leo De Bernardinis a Giuliano Vasilicò, da Meme Perlini a Carmelo Bene. 1 primi [lassi a Roma li muove, però, con Lucia Poli, la sorella di Paolo, allora compagna di Giuseppe Bertolucci, fratello di Bernardo, Ed e in coppia con Giuseppe che per Benigni arriva il primo successo personale: «Il Cioni Mario di Gaspare fu Giulia», monologo di un contadino stalinista e sessuomane, costruito su bestemmie, poesia, escrementi, donne, in una ling.ua toscana autenticamente popolare. E' il IH dicembre del 75. Studenti e intellettuali affollano r«Alberichino» una sera dopo l'altra, trasformando quell'ignoto comico toscano in un fenomeno della scena che non è più possibili! ignorare. Arriva la televisione Nascono «Televacca», «Vita da Cloni», «Onda Libera» Arbore lo vuole a «L'altra domenica». La popolarità cresce. A Sanremo nell'80 se ne esce con un «Wojtylaccio», pronunciato all'indirizzo del Papa, che fa gridare allo scandalo i ben pensanti Cosi come lascia di stucco la foto di Benigni che prende in braccio Enrico Berlinguer, il travolgimento di Raffaella Carni buttata per terra in segno di ammirazione, il salto a cercar conforto tra le braccia di Pippo Baudo, A Sanremo, comunque, Benigni ha sempre preferito il festivalino del Club Tenco: «L'inno del corpo sciolto», la più celebre delle sue canzoni, la presenta la. Parallellamcnte na sce la sua passione per il cinema che, piano piano, lo assorbirà in maniera totale tanto che, negli ultimi quindici anni, due soli sono i suoi grandi recital: uno dell'83, più scanzonato, e l'altro del 95, più politico, scritto durante il breve governo di Berlusconi Al cinema si era avvicinato, insieme a Giuseppe Bertolucci, adattando eli Cioni Mario» per lo schermo nel tilm (Berlinguer ti voglio bene». Come attore, anche se in moli marginali, partecipa a svariate pellicole, ma sono solo due a dargli, si.i pure per ragioni opposte, nuova notorietà: «11 pap'occhio» di Arbore in cui fa la controfigura del papa e «Chiedo asilo» di Marco Ferrcri dove recita in mezzo a bambini piccolissimi. Il passaggio alla regia avviene con «Tu mi turbi» al fianco di Olimpia Carlisi, la sua fidanzala di allora: ma il film è fragile e ha poco seguiti!. Nell'rt'l. su suggerimento di una coppia di produttori, gira con l'amico Massimo Traisi «Non ci resta che piangere», primo grandissimo successo al botteghino. Ma è l'incontro con Vincenzo Cerami, scrittore e giornalista raffinato a trasforma re definitivamente Roberto Benigni nel comico più originale e più amato del nostro cinema Cera mi esalta la comicità geometrica e astratta di Benigni, Benigni si lascia riempire dai momenti di poesia di Cerami. Escono, uno dietro l'altro, «11 Piccolo diavolo», culi Walter Matthau, «Johnny Stecchino», «Il mostro»: tutti e tre campioni d'incasso e tutti e tre con Nicoletta Braschi, destinata a diventare sua moglie Nel frattempo ha fatto altre esperienze singolari: ha girato in America senza conoscere l'inglese «Daunbailò» di .lini Jarmush; ha recitata con Paolo Villaggio m «La voce della luna» diretto da Fellini: ha interpretato per Hlake Edwards «11 figlio della pantera rosa». «La vita e bella» è la conseguenza di questa carriera fuori dall'ordinario, condotta sul crinale tra comicità popolare e sperimentalismo colto, in equilibrio come un funambolo Simonetta Robiony Compie i primi passi nelle osterie, arriva in tv negli Anni 80, poi una lunga serie di film, da Bertolucci a Renzo Arbore, da jarmush a Fellini