La Stampa - Consultazione Archivio

Clown in corsia per guarire ridendo Genova: iniziativa dell'ospedale pediatrico Gaslini sulle orme di «Patch Adams» Clown in corsia per guarire ridendo Una équipe di attori collaborerà con medici e infermieri GENOVA. Patch Adams, il pediatra americano che ha dedicato la sua vita alla cultura del divertimento in corsia, aveva visitato l'Istituto Gaslini, l'ospedale pediatrico genovese, nell'estate scorsa. Tornerà il prossimo giugno e probabilmente lo attenderà una sorpresa: il clown-paramedico. L'iniziativa ricalca proprio le orme tracciate da Adams, un personaggio che ha ispirato anche il cinema, portato sul grande schermo dall'attore Robin Williams (il film è in proiezione nelle sale genovesi in questi giorni), e arriva con largo anticipo rispetto a molti altri ospedali e reparti pediatrici italiani. In pratica, si tratta dell'«assunzione» di un gruppo di clown professionisti. Di un posto fisso da pagliaccio, a fianco di medici e inicrmieri. Per sollevare i bambini ricoverati, con una risata, dall'atmosfera della malattia. La scelta è caduta su una cooperativa teatrale genovese, il Gruppo del Piccione, che da anni diverte i più piccini dal palco della Sala Garibaldi, nel «cuore» antico di Genova. Nulla di improvvisato. Gli attori sono andati e stanno tuttora andando a scuola di sofferenza. Prima in Svizzera, dove esiste un'associazione, «Theodora», intitolata ad una anziana signora che amava molto i clown e che i figli hanno voluto ricordare sostenendo l'idea dei clown nei reparti ospedalieri. Quindi tra i letti del Gaslini, dove gli attori della cooperativa incontreranno medici e paramedici, per avvicinarsi al mondo del dolore. A volere i clown-paramedici è stata un'altra associazione, denominata «Rispetto per la vita», che lavora all'interno dell'ospedale pediatrico genoveseper la serenità del bambino malato. Che dire del metodo di Patch Adams, funzionerà al Gaslini? Ecco il parere della professoressa Graziella Mansueto Zecca, ex direttrice della Scuola di Psicologia del Gaslini: «Dipenderà molto dall'integrazione che questa équipe di attori raggiungerà con i medici, perché non sempre e non ovunque la cultura del divertimento può risultare appropriata Ce il pericolo di figurare una eccessiva divergenza tra il divertimento e la realtà nuda e cruda. Ritengo dunque necessaria molta cautela, sensibilità e collaborazione con il personale medico». La cattedratica apre anche il discorso delle spese: «Bisogna chiedersi se questa iniziativa è prioritaria rispetto ad altre carenze dell'ospedale». Per ora, l'attività dei clown in corsia è stata autofinanziata dall'associazione «Theodora», 50 milioni per un anno. In attesa di altri sponsor. [f. p.)