Il mondo scopre il riso italiano di Edoardo Ballone

Il mondo scopre il riso italiano Gara fra chef Il mondo scopre il riso italiano MILANO. E finalmente, dopo un mese e mezzo di presentazioni di piatti a base di riso italiano davanti a giurie di buongustai-esaminatori di mezzo mondo, i «magnifici otto», chef di alto rango, hanno gettato la maschera. Sappiamo chi sono: i loro nomi sono stati annunciati al Circolo della Stampa di Milano. Così entra nella fase più interessante il primo Concorso Intemazionale «Il Riso Italiano nelle Cucine del Mondo», una sfida nostrana lanciata ai grandi Paesi asiatici. A organizzare il concorso, globale come si ama dire oggi, è l'Icif (Italian Culinary Institute for Foreigners) diretto da Bruno Libralon, scuola di perfezionamento con sede nel Castello di Costigliole d'Asti che accoglie chef da tutto il mondo. Ma chi sono questi «magnifici otto» scelti per la fi nale del 15 aprile proprio a Costigliole? Sul podio del migliore chef in fatto di piatti cucinati con riso italiano potranno salire i seguenti signori: Arpkc di New York (Euphemia Haye Restaurant), Zurbruggen (Ian- ghaus di Berlino), Ji Zhaomin (Istituto di Cucina di Shangai), Chan Dae (Il Ponte dell'Milton di Seul), Yoshitaka (Tanto di Osaka), Leo Spralja (Joso's di Toronto), Mark J Gurrieri (Amerigo Vespucci di Londra), José De Jesus (Vecchio Ponte di San Paolo del Brasili;). Scusate il lungo elenco, ma c'è un motivo nel conoscere i nomi. Se avete notato, nessuno è italiano e ben tre «executive chef» arrivano dall'Estremo Oriente. Con riso padano come Arborio e Carnaroli questi artisti della cucina hanno compilato ricette come il galletto amburghese ripieno di riso o il risotto con anguilla all'aceto balsamico. Il riso è coltivato su 150 milioni di ettari in tutto il mondo; 231.800 ettari solo in Italia, leader a livello europeo (totale Europa 334.000 ettari) e prevalentemente concentrati in Piemonte ( 118.700 ettari) e in Lombardia (96.400 ettari). L'Asia, grande produttrice mondiale con 486.100.000 tonnellate all'anno, si impone totalmente sul mercato orientale. Il fatto che adesso anche l'Oriente cominci a importare Arborio e Carnaroli e lanci cuochi locali nei concorsi internazionali che pretendono ricette di riso italiano è cosa davvero significativa. Non a caso, mesi fa, l'imperatore Akihito ha fatto varcare il portone del Palazzo di Tokyo, proibito a «estranei», a Katsuyoshi Murai, titolare de «L'Attore», esclusivo ristorante italiano in un raffinato hotel di Tokyo. Akihito ha voluto assaggiare un risotto al tartufo d'Alia. Murai, si dice, tornerà ancora. Edoardo Ballone Bruno Libralon