Tre donne strangolano il capofamiglia

Tre donne strangolano il capofamiglia Bari, delitto scoperto dopo 8 mesi: la moglie confessa. Fu aiutata dalla madre e da una ragazza Tre donne strangolano il capofamiglia «Era violento»: il corpo bruciato in campagna BARI. E' un caso inconsueto: insieme alla madre avrebbe uccise) il marito e avrebbe nascosto il cadavere in un casolare; nelle campagne a ridosso di Acejuaviva delle Fonti, con la complicità di una ragazza eli diciassette anni. Tutte e tre le donne sono state sottoposte; a fermo di polizia giudiziaria dai carabinieri, che hanno svelato i retroscena di una vicenda cominciata nel luglio '98, quando fu trovato il cadavere di Beniamino Di Meo, 36 anni. Le tre donne sonei ora accusate di concorso in omicidio pluriaggravato. Una delle fermate, Rosalba Bongallino, 35 anni, moglie della vittima, ha confessato al termine di un interrogatorio. L'uomo fu strangolato; il movente - secondo quanto sarebbe stato riferito dalla donna sarebbe riconducibile al comportamento violento tenuto dal marito, un'bracciante, nel¬ l'abitazione di famiglia ad Adelfia, nel Barese. Il cadavere fu trovato una settimana dopo l'omicidio; il corpo era carbonizzato e 1' ielentità è stata accertala solo poco tempo fa, quando i carabinieri hanno ottenuto i risultati di una perizia ordinata dal magistrato. La madro di Bongallino, pure sottoposta a fermo ma agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Sannicandro, si chiama Anna Lino, 76 anni; la ragazza è rinchiusa nel carcere minorile di Bari. Di Meo fu ucciso nel pomeriggio del 29 luglio. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l'uomo, che negli ultimi tempi aveva cominciato a lavorare come autotrasportatore, fu prima narcotizzato con massicce dosi di tranquillante mischiate nel pranzo che aveva trovato al ritorno dal lavoro; poi, quando si addormentò, fu strangolato. Il cadavere in un primo tempo venne nascosto nel garagedelia casa; il giorno successivo fu trasportato in campagna, in un casolare fatiscente adibito a deposito di attrezzi agricoli, dove fu poi trovato. Per dare fuoco al corpo e rendere difficili le indagini, la Bongallino avrebbe acquistate) una tanica di benzina in un distributore di carburante. La moglie della vittima ha dichiarato di aver subito minacce e violenze fisiche e psicologiche: da parto del marito; più volte avrebbe manifestato all' uomo la sua intenzione di lasciarlo, ma sarebbe stata minacciata. Il cadavere, che in parte era stato mutilato dai cani randagi, presentava due fori apparentemente causati da colpi di arma da fuoco, ma su questo sono ancora in corso le indagini, (s. t.]

Persone citate: Anna Lino, Beniamino Di Meo, Di Meo, Rosalba Bongallino, Sannicandro

Luoghi citati: Adelfia, Bari