Prodi: il mio futuro nelle mani di 15 saggi

Prodi: il mio futuro nelle mani di 15 saggi E nel movimento Centocittà si sta allargando il divario tra il senatore e il sindaco Rutelli Prodi: il mio futuro nelle mani di 15 saggi «Ma vedrete, anche senza di me l'Asinelio andrà forte...» BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO L'umorismo non è mai stato il suo forte, ma in queste ore Romano Prodi è così su di giri da riuscire a tener testa ad un professionista della provocazione. Siamo a fine mattinata e il Professore, in braghette da ciclista, sta per rientrare nella sua casa bolognese, dopo una sgambata in bici. Albert Colajanni, l'attore di «Striscia la notizia» che impersona D'Alema, blocca Prodi sull'uscio di casa: «Vorrei darti questo piccolo cadeau, spero che tu lo gradisca», dice Colajanni-D'Alema, consegnando uno di quegli asinelli snodabili che, premendo sotto la base, si afflosciano. > E Prodi: «Questo asinelio ha un futuro» e poi guardando il finto D'Alema: «Quello vero è più angoloso...». Ancora il finto premier: «Vorrei che tu e l'asinelio veleggiaste con il vento in poppa...». Ora Prodi ride: «Caro Massimo, sei straordinario, non ti ho mai visto così dolce in questi giorni. Cosa è successo?». A questo punto Colajanni si avvicina a Prodi nel tentativo di farsi immortalare dalla telecamera mentre (di nascosto) fa le corna dietro la testa del Professore. Che però se ne accorge e svicola: «11 vero D'Alema queste cose non le fa!». Ventiquattro ore dopo il sospirato «sì, ci sto», a conclu- sione di una settimana di grande stress emotivo, Romano Prodi è tornato a Bologna per riconciliarsi con le cose che lo rilassano di più: la famiglia, la bici, le chiacchiere con gli amici di sempre, «la Milano-Sanremo che mi sono gustato in tv». Ma anche in una giornata di relax come questa, Prodi riesce a mandare due messaggi politici. Ai capi di governo della Ue, i grandi elettori che hanno in mano la sua nomina, Prodi manda a dire dai microfoni della Bbc: «La decisione è nelle mani di 15 uomini saggi. Io posso solo dire che sono disponibile per questo grande compito. E non potrò biasimare nessuna decisione». I 15 capi di governo, nelle parole di Prodi, sono generosamente diventati «i 15 saggi», un sintomo dell'interesse del Professore per la nomina europea. Ma Prodi, ancora affezionato a quell'asinelio che doveva segnare la sua rivincita contro D'Alema e Marini, prima di rientrare in casa, dice che «l'asinelio è fortissimo, fortissimo. Andrà sempre meglio». Anche senza Prodi? «Vi posso dire che andrà veramente bene». Parole un po' di circostanza perché gli amici di Prodi intuiscono che senza il Professore il progetto dei Demo¬ cratici subirebbe un colpo. E nelle ultime ore cominciano a serpeggiare due rischi: un dualismo Rutelli-Di Pietro per la nuova leadership; la tentazione di qualcuno di sganciarsi dall'operazione asinelio e rifugiarsi sotto le fronde della Quercia. Il serpeggiante dualismo tra Francesco Rutelli e Antonio Di Pietro, per il momento, non ha prodotto scambi polemici neanche in privato, ma tra i due c'è una divisione dei compiti che potrebbe sfociare in rivalità. Da settimane Antonio Di Pietro gira incessantemente per l'Italia («Io - spiega Tonino - mi occupo di organizza¬ zione sul territorio») e questo attivismo ne sta facendo l'uomo forte del movimento, tanto più che, prima della fusione con Centocittà e ulivisti, l'unica struttura con una ramificazione territoriale era proprio la dipietrina Italia dei Valori. Rutelli - che i sondaggi continuano ad indicare come più popolare di Prodi e Di Pietro si muove sul terreno per lui più congeniale, quello dei rapporti con ambienti e personaggi che contano. E forse non è un caso che la riunione decisiva, quella in cui Prodi ha annunciato la sua decisione, si sia svolta in casa Rutelli, con Di Pietro, Bianco e Cacciari as¬ senti. Di Pietro sdrammatizza così: «Il nostro leader resterà Prodi. Io e i sindaci, per dimostrare che siamo sullo stesso piano, scriveremo i nostri nomi in ordine alfabetico. Va bene così?». Ma la speranza che Prodi non molli tutto è ancora forte. Due giorni fa, proprio in casa Rutelli, Prodi ha alimentato queste speranze confidando: «Ragazzi, prudenza. Ho appena ricevuto una telefonata da fuori Italia, da parte di un personaggio che ci ha sempre preso. E mi ha detto che por la presidenza è tutt'altro che fatta...». Fabio Martini Controlla di persona ogni iscrizione pronto a bocciare i «riciclati» «Romano all'Ue? Sarei orgoglioso» «Se riesco a metter su i Democratici altro che Mani pulite...» L'ex premier Romano Prodi con il senatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro

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